Un Cuscino
Sai, Vivienne? Quando abbraccio quel cuscino, tutta la mia vita non sa di niente.
Quando, perso in chissà quale pensiero notturno, mi giro e mi agito portandolo a me; lo accarezzo, lo allontano, mi ci affondo e poi me ne separo.
È come se in quel momento prendesse la forma di un corpo ma non di uno qualunque, il tuo. Allora poi cerco di assopirmici dentro, così, come se volessi soffocare dolcemente in quel ricordo che sa di noi (fantasie).
Ti cerco e fingo che mi stia abbracciando e che amorevolmente mi sussurri parole, carezze, immagini.
Sai, Vivienne? No, forse non lo sai quanto sia sfortunato nella mia vita, quanto sia costante la sofferenza, il dolore ed la noia che porto dentro di tutti questi anni.
Pensavo di poter credere a qualcosa di dolce, di finalmente sereno.
Pensavo di credere in qualcosa dopo chissà quale tempo passato a cercare di non superare ciò che è stato.
Pensavo ma poi ho dovuto scontrarmi con la solita cruda realtà. Mea culpa.
Grazie Vivienne di aver illuso un povero disilluso. Mi sento beffato di nuovo (avrei dovuto saperlo, comunque, e non è del tutto colpa tua) da questa vita che mi stanca giorno per giorno, ogni sconfinata volta.
Credo che non avremmo mai dovuto conoscerci, non così almeno o, parrebbe, di non esserci conosciuti mai veramente.
Forse, avrò conosciuto solo il tuo cuore se, può darsi, quello era veramente il tuo cuore. Addio Vivienne, grazie per le poche gioie che mi hai donato; del resto ho vissuto solo momenti magnifici ed io, nel mio volerti, ho rovinato tutto, come sempre.
Torno ad abbracciare questo mio vecchio cuscino sul quale mi assopisco indeciso, nostalgico, un po sperduto; mentre sogno di noi in chissà quale valle nascosta, col pensiero che un giorno, finalmente, svanisca.