Un Dono Donato
Quando la luce è luce di neve
I pensieri covano nel silenzio
E la pioggia cade sull'oceano
Per annegare nel nostro mare…
Come i regali del Santo Natale
Si accettano anche se riciclati.
Il nostro regalo di lavoro è:
Un Dono Donato
Da chi?
Dai cieli!
Dalle tenebre!
Non si sa!
Si sa che
È un uomo cupo
Un uomo a metà
Un rumina pensieri
Sulla soglia dell’aria.
Un uomo senz'anima
Per sua intrinseca natura
Missionario del comando
Legato ai sottili filamenti
Di una mentalità torbida
Ingarbugliata e insicura
Una mediocrità dovuta
Alla mancanza di certe sfere.
Un maestoso infame
Mai dentro, sempre fuori
Nella sua orbita ad oscillare
Per i padroni, contro i sudditi.
Un pidocchietto che cavalca
I suoi abituali cumuli di farina
E per risalirli usa la sua arroganza.
Il Sommo Poeta nella sua Opera
Avrebbe avuto difficoltà a collocarlo
In uno dei suoi nove gironi
Avrebbe dovuto crearne uno nuovo.
Io l'avrei inserito in quel "mega‐girone"
Di coloro che sono in balia degli eventi:
Quelli senza infamia e senza lode.
Perché la lunga esperienza m'insegna
Che la merce buona si vende da sola.
Lui invece è un asociale sempre a galla.
Come quei frutti del culo galleggianti
Che anche quando tiri la catenella
Rimangono sempre a galla.
Dio mio che regalo
C’è lo dobbiamo tenere
E lo dobbiamo pure lodare.