Un grammo di felicità al giorno
Ogni aurora, un cucchiaino di luce
versato nel caffè dell’esistenza
amaro, ma appena addolcito
dal miele effimero dei sogni.
La vita è una farmacia di attimi:
prescrivi pillole di nuvole,
sciroppi di silenzio,
compresse di vento.
Ma il rimedio più raro
è quel grammo sottile,
quasi un soffio, che pesa
più del piombo quando manca.
A volte lo trovi nell’incavo
di una mano che non trattenne
il tempo, o nel riflesso obliquo
d’un vetro infranto
felicità è anche la scheggia
che ti ferisce e ti ricorda
che sanguini ancora.
Moriremmo d’overdose
se fosse pura.
Invece la diluiamo
in ore vuote, in sguardi spersi,
fino a farne un veleno
così dolce da sembrare
aria.
Eppure, quando scende la sera,
contiamo i grani rimasti
nella clessidra del cuore:
forse uno brilla ancora,
forse è polvere.
Chi lo sa?
Bastava un grammo,
solo un grammo,
per non sentire il peso
di tutto quel vuoto.