Un pomeriggio di un giorno da fauni
Oggi
primo giorno del mese di mai
dell’anno che verrà…
Io e il mio bianco amico Bruno
ci siamo innamorati del cervello
che affiorava dal cielo
montagne a cataste di nuvole grigie
rovesciate come si rovescia il cielo
su noi
E noi
dall’altra parte
sull’alto del prato verde
dove sonnecchiando a fari davvero spenti
su di una qualche filastrocca sull’infinito
due adolescenti con l’erba tra le dita
sulla sommità del capo del mondo capovolto
ci siamo ritrovati
Abbiamo posseduto il cielo
ma senza ragione
gentili come angeli gentili
abbiamo lasciato che tutto
passasse indenne
vigili sulle nostre anime se pure assenti
abbiamo lasciato che la pioggia cadesse
senza alcun male
E pure eravamo in città
e la nostra tranquilla saggezza
andava fumando pensieri
rollati senza fatica
nonostante i batteri dell’aria
e le troppe misericordie dell’uomo.