Una bambina finita nonsodove
Fischiava il gesso sulla lavagna
ed io arrampicavo respiri
nel tentativo di abbozzare
un paio di nuvole
una casetta di quelle in montagna
colline appuntite e il sole
e se ho abbastanza colori anche un
arcobaleno e mani nelle mani
io e mio fratello verso casa
grembiuli nel vento
che aveva il colletto bianco e un fiocco.
E vennero a mancare le ceramiche
sotto i miei plantari alzati
e le cattedre presero a tremare
forse perché era freddo
o forse ero io che tremavo e tremavo
e tremavo e si accesero steppe di silenzi intorno
tanto che l’intonaco crepava
da tutte le parti e mi portarono via
dove sono adesso
da allora.