Una chiacchierata tra me e me.
Sono il folletto che salterà sulle vostre tavole,
e anche quel matto che vi canterà stonato una canzone di primavera.
M'han chiesto di scrivere parole su di me,
ma la mia anima è così piena di parole che sembran sgorbi.
C'è da dire che viene un gran mal di testa
sentir parlare di cosa sono, cosa faccio, e chi vorrei essere.
Incontro il mio riflesso ogni mattina allo specchio
e mi vedo sorridente, a volte anche con una faccia troppo larga
distorcendo l'ovale che mi contraddistingue,
sorrido alzando le guance in una smorfia buffa.
M'infilo abiti eleganti, a volte anche sexy,
mi piace curare il mio aspetto e sentirmi bella
quando poi è la bellezza dell'anima che conta,
ma mi hanno detto che in questo mondo c'è troppo cinismo per imbrattare anche lei di rossetto.
Sorrido agli amici, anche ai nemici,
ma ho la testa piena di pensieri:
alzo gli occhi, scruto tra le nuvole
cercando la forza di essere me stessa anche oggi.
Convivere col pensiero di essere divisa a metà
da una storia che tra mamma e papà non va,
le mie sorelle che se ne vanno dalla mia vita,
dalla vicina coetanea che vorrei stendere a pugni.
Son troppo brutale e tenera a volte,
ho uno sguardo furbo e annientatore allo stesso tempo
mi dicono che son troppo silenziosa
lascio che siano i miei occhi a parlare.
Che poi, son cresciuta per la mia età,
vado a zonzo verso la maturità,
ma di crescere non ne voglio sapere,
desidero fermare il tempo a questi anni.
Ho paura di rimanere sola con le mie lacrime,
che non ho mai un fazzoletto per poterle asciugare;
sogno solamente un futuro felice, lontano da invidie, lontano da incertezze.
Stando con le dita tra le sue dita
sorridere guardandolo negli occhi,
ho deciso che d'ora in poi avrei scelto io
solamente un po' di coraggio in più.
E smettere di stringere le mani a pugni per il nervoso,
o di mordermi le labbra e guardare in giu,
comprarmi un fazzoletto, essere leggera
cominciare a vivere preferendo la perfezione.
Matura, elegante, leggera e sensuale,
una donna vera, insomma,
un'artefice del proprio destino
il cassetto dei miei sogni per far posto alle mie calze.