Una fiamma senza pace (Ira)
Non mi dà pace il buio
un popolo di lame mi strappa le viscere
la nebbia nera sulle porte
senza più spranghe, violata
è la tua resa, che era mia.
Sono in trappola:
nella maschera del gioco
ora mani non più mie
le tue iridi lontane.
E tremano le foglie
al pianto d’altri salici.
Sento l’umido di cumuli gonfi
lo strepitio dei calami
un fiato d’eco sul fuoco del sangue.
E brucia ciò che presto sarà cenere
insieme a te.
Oh t’avessi cantato una canzone
‐in ogni strofa il bene che mi hai dato‐
e a quel pugnale non prestato ascolto
ma alle tue grida colme di terrore!
Se avessi visto almeno del carnefice
in uno specchio il viso sfigurato!
Invece ho armato il ringhio come un cane:
e adesso scorgo d’essere l’artefice
del vento su una fiamma senza pace.