Una roccia
Le dicevano 'sei una roccia'
nonostante i tanti rammendi alle costole
la polvere dei giorni
il suo margine sempre più magro,
la notte macroscopica.
Non credevano l’attesa‐non‐più:
il vuoto in quell’ovale imbalsamato.
Ha tutti i nomi di ogni cosa in seno
per non finire senza storia
l’ultimo vivere (imparare)
come si fa a volerlo e fruga
e rovista cos’è estasi e cos’è inferno.
Quel che poteva essere
perché per chi –
cause attributi epiteti carezze
l’irrinunciabile l’irripetibile
frana‐cenere‐fenice.
Perdona e si perdona
muore dentro e ampiamente
sorride, con disincanto spaventoso.