Unione primordiale (Brindisi, 7 marzo 1991, Il primo grande sbarco di Albanesi)

Non solo quiete d’estati antiche
o verde nell’azzurro
né a largo slarghi di mare scuro
dove in eterno è l’affondare.

Non il vagare al vento avvolto
o il sale in faccia 
né abbraccio d’acqua, rifugio nero
‐ orgia d’assoli, silenzio, nulla, e tutto.

Non navi bianche al porto
approdo a luci vive
né sguardi verso l’Ellade 
deviati dal timone.

Ma quelle mille barche a traboccare
il popolo più antico
cacciato dalla terra al mare amico
nell’Europa 
dimentica, già allora
secca di sangue d’anima.

Ma quelle mille bocche tutte lorde
illiri o non illiri ‐ incerto ceppo ‐
a terra occhi‐Balcani
quegli occhi neri su mani molle,
e tre parole da mille antenne 
torte di là dal mare, strozzate in gola.

Barriera e sfogo, via‐ponte‐fuga
‐ un mare madre che accoglie e mescola.
Come la terra mia
è un impeto mai pago
misericordia memore
d’unione primordiale.