Uomini di Dio
Oggi che in sì bella stagione,
se pur fredda, a rimirare in loco
di bel creato e pascer la ragione,
tranquillo me ne posso star, beato.
Mente: Riposa! E ragion s'addorma,
che tempo di fatica sempre torna,
e tu, liber'alma per l'empireo vola!
Su l'ali del pensier corri le vette,
lontan d'angusta e vil terren dimora,
in su, fino alla volta celeste,
che ogni giust'anima anela e sempre onora.
Vola lontano dalla terrena peste,
dall'opere e balle di perfida genia,
con in testa la kippà, o falsamente avversa,
testa coperta da mitria funesta.
Vola tra gli astri, medita tra le stelle,
cullati nell'armonia del bel creato
e placida mirar puoi ciò che venne
da diabolico disegno partorito.
Guarda, giù in basso, quello astro rotante,
dai suoi stolti abitatori chiamato terra,
ciò che brillar vedi, ogni istante,
è luccicar di bombe e strumenti a guerra.
Su antica pelle d'innocente capra,
comandamento sommo tra sue grinze serra,
preti del Redentore, con presunta acqua pura,
fan sì che quella pelle ancora dura!
Oh, alma mia, che di bastardo sei,
che Dio nascer m'ha fatto tra i negletti,
ci cianciano che siam tutti fratelli,
nei fatti si fratelli siamo solo tra gli schiavi degli eletti,
eletti figli di Mosè o di Calvino
che ubriacano il mondo con lo stesso vino,
e quello della barca di S. Pietro
arranca per tenere loro dietro,
per mendicare una parte nel festino,
cianciando ogni dì sul povero Abele
affilando la spada di Caino,
e terminar pregando : così sia!
Così vuole la democrazia!