Uomo, buio, carne, sangue
Il nostro essere così meravigliosamente scivolosi
tra gli ostacoli di un mondo in guerra,
senza cielo e senza vita,
senza la forza di una valida ferita,
è una follia nel silenzio,
un sogno senza senso.
L’uomo è guerra,
l’uomo è pace,
l’uomo è l’equilibrio su cui tutto tace.
La salvezza è il sangue nelle vene che si muove
rapido nella corsa verso il cuore
per bagnare la sua carne con le lacrime della sofferenza.
La salvezza è un sorriso che si avvolge d’infinito
in un tedio che dura in eterno.
E camminerà l’uomo degli infiniti poteri
in questa distesa deserta e distrutta,
dove il borbottare del progresso
asseconderà il ribollire tacito dei pensieri.
Non sarà né buio né luce,
né sera né mattina,
quando la nausea della mente
e la spossatezza di una forza arrendevole
cederanno al desiderio di dormire.
Ma quando poi il vortice dell’ebbrezza di vita
aprirà un sorriso nell’anima,
capirà, l’uomo, di essere buio e carne e sangue,
e azioni e pensieri,
come un fiume che sfiora nel cielo.
Come un cromatico raggio di luce
che dipinge sogni sul muro dell’anima.
E quando finalmente il sangue, fattosi grumoso,
cadrà via dagli occhi,
con la vista schiava soltanto
della sua libertà luminosa,
sguazzerà nell’acqua dell’immaginazione
e nel nettare della dignità,
divenendo l’immenso esistere
senza alcuna stolta oscurità.