Vagando... (elegia psichedelica o tristeza, saudade)
Vagando
Sopra un mare di lacrime
Dimenticate
Sulla barca della vita
Mentre navigo per il tuo amore
Facendo vela verso casa
Una rotta misteriosa
M'accorsi
D'aver perduto qualcosa
Lo skyline tutto rosa
Di gioia e dolore
D'aver lasciato qualcosa
Indietro
Un filo senza nodi la trama
D'un film mai visto parole
Mai dette un libro mai sfogliato
Ma già letto
Qualcosa che dorme
Ma non riposa
CORRODE ma non esplode
Oscura senza illuminare
Un qualcosa che manca
Manca manca ma scivoòla via
Ugualmente
Ogni notte di stanca
Durante fasi straniere
Di luna piena
Un'ancora bianca
Che mai si leva
Catene che si spezzano
E poi si ricongiungono
Come muti versi
L'ala spezzata d'un gabbiano
GABBIANO LIVINGSTONE
Volato via a babordo
Un giorno di vento placido...
Senza aver mai vissuto
M'accorsi
D'aver dimenticato qualcosa
Un cuore che batte
A iosa alla rinfusa
Pulsa come campane
A morto scalzo
D'ogni cosa
Senza saper per chi o per cosa
Vagando
Sopra un mare di lacrime
Dimenticate
Sulla barca della vita
M'accorsi
D'aver perduto qualcosa
D'averlo lasciato indietro
D'averlo dimenticato...
Ma non sapevo quando dove
Né cosa non sapevo cosa!
(SAUDADE)
‐ Poesia scritta nel 2018, modificata primo pomeriggio del 9 giugno 2023 e inserita in Collected poems 2023/24, quando ero seduto sotto un grande albero dei giardini di piazza 1°maggio, a Pescara, di fronte all'enorme, monumentale Hotel Esplanade, e sopra miei pensieri vegliavo: alle mie spalle un frammento del lunghissimo lungomare Matteotti, quello della grande spianata che guarda l'Adriatico, dove sta pure l'approdo della nave, enorme scultura bianca, molto naif, e dove di li a poco incontrai un suonatore di strada, Misha, ragazzo russo, intento a suonare per i passanti con la sua chitarra.
=Autocommento=
Dedica dovuta, questa volta, dal poeta, a Jimi Hendrix, mito musicale del suo tempo (fine anni settanta‐metà ottanta) e della sua generazione, che egli sovente definisce "della via di mezzo" (quella cioè senza capo né coda perché cresciuta dopo i sussulti del '68 e a cui essa vide spesso con malcelata invidia per non avervi potuto prender parte, per non averli potuto viverli, ma che già guardava insicura al successivo decennio, quello degli anni ottanta, vicini a venire...la generazione del giorno dopo o quella implosa a seguito d'una sorta di aborto clandestino, avvenuto tuttavia senza complicanze di sorta!). Hendrix era il principe nero venuto da Seattle, uscito fuori dal cappello a cilindro della musica pop‐rock tal quale ad una bomba ad orologeria, il quale non ci mise molto ‐ del resto ‐ ad implodere. E' andato via troppo presto, Jimi, (quasi contemporaneamente a un suo omonimo, Jim Morrison, leader dei Doors), dopo aver camminato sulle strade del mondo intero, lasciandolo sorpreso per la sua musica; in quella fottuta lontanissima estate di tanto tempo fa, nell'anonimo appartamentino d'una sua amica a Londra, quella swinging London (come la chiamavano all'epoca) che aveva cominciato a conoscerlo appena da non molto e ad amarlo per quel che era, un autentico crack arcobaleno! Se fosse vissuto più a lungo sarebbe stato capace, probabilmente, di contaminare con la sua musica talmente ogni altro genere che nessuno avrebbe mai avuto dopo la possibilità di identificarla e identificare gli altri generi, appunto. I suoi suoni selvaggi, quasi ancestrali, i lamenti della sua chitarra e il groove che riusciva a farli emanare dalle corde, il ritmo della sua musica, non si erano mai sentiti sino a prima della sua comparsa sulla scena artistica ed ebbero effetto devastante, non hanno dopo avuto più eguali nella storia del rock; tutti i musicisti li debbono qualcosa indistantamente: le corde della sua chitarra erano per lui come donne misteriose, che talora accarezzava con voluttà sensuale, altre volte invece con cinica e selvaggia durezza (una volta li capitò che con la sua chitarrà facesse un vero e proprio falò, incendiandola sul palco dove stava esibendosi, dopo quella esibizione) ma tuttavia riuscendo a farle "squirtare" di piacere in ogni caso. Il rock è tale quando è anche tutto insieme ogni altro genere, dal blues al jazz, dalla fusion alla world‐music (come insegnano ad esempio musicisti come Gabriel, Eno, McLaughlin o lo stesso Zappa), dal rap al prog, passando anche per lo ska e il punk, il metal, sino addirittura alla musica classica; in Jimi Hendrix c'era tutto questo ‐ e molto più ‐ evidentemente...il suo personalissimo ed improvvisato mix selvaggio di sonorità. "Jimi Hendrix era stato nella scena musicale meno di quattro anni, tuttavia in questo breve periodo aveva esteso i confini della musica rock e si era rivelato come il più importante strumentista della sua storia. Sembrava che non ci fossero limiti a quello che poteva raggiungere (anche se qualcuno afferma che la sua creatività fosse in declino al momento della sua morte); sembrava anche che si muovesse nella direzione della musica jazz e di avanguardia. Certamente gli interessava Miles Davis. Aveva anche fatto una piccola ma definitiva biblioteca di interpretazioni elettriche di Dylan con All Along The Watchtower, Like A Rolling Stone, Dryfter's Escape; Dylan stesso riconobbe l'interpretazione di All Along The Watchtower registrandola nuovamente, alla maniera di Hendrix, in Before The Flood. Per citare Rolling Stone, Hendrix è stato il primo musicista di colore a prendere in mano il rock bianco e a uscirne vincitore". (Nick Logan, Bob Woffinden, The Illustrated New Musical Express Encyclopedia of Rock, Salamander Books Limited, London, 1976; edita in Italia da Fabbri Editori S.p.A., Milano, negli anni 1977, 1978, 1979, col titolo di Enciclopedia del rock).