Vai via
Calma rugiada t’omaggia l’occhio d’un superbo stagno ove la pupilla tua secca vibra, verde luna riflessa tra spume chiare che bagnano l’animo tuo macero e contuso.
Tumulo di speranza ove m’adagio piano, ascoltando sordo il feroce canto, fiato scorticato e santo che del viso fa luminoso pianto.
Fra i delicati velluti della pelle tua, l’abbraccio, l’attimo, famelico schianto, riflesso ultimo, tuo solo vanto disperso nel vento come un presuntuoso manto.
Vai via con un sorriso ucciso, scoglio d’avorio tribolato dal mare rosa delle labbra tue di seta, che a tratti s’arricciano in una deliziosa onda a forma d’un sole tramontante ed immoto sulla bellezza.