Poesia
Ventiquattro anni
Ventiquattro anni mi rammentano le lacrime degli occhi.
(Sotterra i morti se hai paura che vadano alla tomba con le doglie.)
Nell’arco della porta naturale stavo accosciato come un sarto
A cucirmi il sudario per il viaggio
Alla luce del sole divoratore di carne.
Tutto agghindato per morire, il sensuale incedere iniziato,
Con le mie rosse vene piene zeppe di soldi,
Verso la meta conclusiva, la città elementare,
Io vado avanti quanto è lungo il sempre.