Virtù poetiche o stupidità innate?
Versi fanciulleschi, intrisi di dolcezze
a far vivere i giorni in pietà e tolleranza; versi liberi, ordinati e riconoscenti, a donare il piacere di accettare il vivere per ciò che esso è;
versi belli, sobri e vellutati, a svelare il Cielo e la sua adorazione perpetua; versi eccitanti, infiocinati dalla mente, a far divenire il fiato caldo e gli occhi ardenti di desiderio;
e versi svaniti, intrisi d'inverno, a risvegliare tempeste interiori da cui ripararsi in versi inventati, sotto i tetti della fantasia.
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Cesare Moceo da Cefalù al mondo 71n poet‐ambassador t.d.r.