strade deserte, piazze vuote.
lampioni fiochi, pochi taxi.
un pedone infreddolito
rientrava a casa. le case,
immensi alberi di natale
con aggrovigliate lucine accecanti.
tante teste chine, tanti corpi
immobili. sguardi vitrei su
monitor sgargianti. tastiere
impazzite, dita scomposte.
escono, talvolta, dalle trincee.
il tempo di una sigaretta
per poi rientrare nei bunker.
tutte queste teste dall’alto,
chine, suddite, incarcerate.
4 novembre 2013
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