Adoro il cacao amaro
della cioccolata, se sono triste
e il denaro scarseggia.
Smarrita e lieta
affondo i denti nella polpa
oscura, con l’ingorda
bramosia di bambina.
Densa l’assaporo,
si scioglie lenta quando
nelle labbra s’abbandona
con ebbra voluttà.
Del resto, con rigida morale
è ritenuto un veniale
peccatuccio, per varcare
la stretta soglia dell’eternità.
Chissà se la sbadata
sinfonia dell’anima,
che lenisce patimenti
e crucci, sia l’ambiguo
espediente per una folle
voglia di felicità?
8 luglio 2013
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