Poesia
Voluptas dolendi
E si ripetono
cloni muti
e sordi
i giorni.
Tutti perfettamente uguali
si lasciano morire
di malinconia
e non vogliono guarire
per il timore
di non riconoscersi.
Non è la ruga
al centro della fronte
o la piega che incurva il sorriso
a spaventarli
né l’attesa della fine
come bambini alla luce che si spegne
ma il profumo dei ciclamini
che tornano a fiorire
sugli argini
a primavera.
Agnone, 21 marzo 2008