[Voluttà...]
Sii, voluttà, l'eterna mia regina!
Prendi la maschera d'una marina
Sirena, fatta di carne e velluto,
O versa il sonno tuo torpido e muto
Nel vino informe che l'estasi da,
Volubile fantasma, voluttà!
(Baudelaire)
Voluttà
d'un equilibrio instabile
oppur di un subdolo momento
ma invero irripetibile.
Voluttà
di un mancato appuntamento con
l'amante discreta
oppur d'una serata di pioggia:
in casa trascorsa
a guardarsi allo specchio
e poi barare a se stessi (forse) parecchio.
Voluttà
di un saluto o d'una carezza
oppur d'un addio carico di ebrezza.
Voluttà
per tutto e per niente
giacchè sia d'un casuale istante.
Voluttà
d'un mattino appena nato,
d'un tramonto la sera
‐ in riva al mare d'estate ‐
d'una notte trascorsa intera
a ballar con gnomi e le fate.
Voluttà del primo bacio, del primo
amore,
del primo appuntamento, del primo tormento
o del primo dolore: voluttà!
Voluttà
di respirare sopra i tuoi piccoli seni,
di accarezzare il tuo viso smunto
o baciare la pallida tua pelle
in cui ti dimeni
attorno al periplo d'un punto.
Taranto, 8 febbraio 2015.