25/09/2013
Campane; leggero rintocco di esili campane, una strada semi deserta e i cancelli della chiesa che vengo aperti.
Il chierico custode tira a se i cancelli che oscillano con un leggero rumore metallico di chiavi contro il ferro; apre un'anta e poi l'altra.
Porta occhiali da vista, i capelli brizzolati più nel bianco candido delle nuvole che nel suo originario colore giovanile.
Ed eccoli lì, i praticanti devoti che entrano man mano, varcando la grande porta grigia e tetra di una brutta e semplice chiesa di strada.
Passo accanto alla scena come un fantasma.
Al chè, d'improvviso, gl'occhi s'incontrano col chierico, uno sguardo di assenza combacia attraverso sottili lenti di occhiali; poi il proseguo del cammino verso il luogo dove mi stavo dirigendo.
Il chierico custode mi conosce; nel mio passare spesso accanto alla chiesa ho incontrato più volte quella scena.
"Ora questa chiesa ha anche un custode? Da quando?" mi chiedo.
Eppure si, ora c'è, non so perchè, le cose cambiano da un giorno all'altro o forse da tempo ormai, ma non me ne sono mai accorta e oggi si, l'ho fatto.
Adesso non è più il vecchio parroco ad aprire i cancelli ai fedeli; ma un uomo comune, uno di quartiere (chissà perchè) lo fa.
Non lo so perchè, di certo sarà il mal di testa, ma questo scontro di pensieri mi ha leggermente toccato.
Sarà che andavo dal dottore (per l'ennesima volta) e che, come sempre, prima di ogni partenza, c'è sempre qualcosa che non va e, a malincuore, è sempre la stessa cosa che non va; la sfortuna.
Si; a volte ci credo in queste cose perchè se no non si spiega come mai ogni volta faccia una scelta importante e c'è sempre qualcosa (la stessa) che sbuca quasi per magia.
Arrivato ad un certo punto posso solo pensare che non è tanto quella a colpirmi, ma chi usa quella per colpire se stesso.
Sapendo quanto sia essenziale, in tutti i modi (sempre lo stesso) sa come colpirmi dritto all'anima.
Ma mi dispiace cara persona sfortunata, non mi lascio ingannare di nuovo; la morte giunge per tutti e dato che di morte non si parla, nei tuoi bei ottant'anni, io ti lascio senza ripensamenti.
Ho mal di testa, quindi basta.