8 dicembre 1980, non un giorno qualunque: assassinio di John Lennon, ex-Beatles.

 Ricordo quel maledetto e drammatico giorno di dicembre con notevole sgomento, rammarico e, soprattutto come se fosse vicinissimo nel tempo (purtroppo, però, sono passati ben trentadue anni da allora: quasi una vita intera!). Ho ben impresse nella mente, nitide e...chiarissime, le immagini e le parole diffuse dai notiziari televisivi, l'annuncio della morte del cantante, la struggente veglia spontanea, illuminata da migliaia di candele, in Central Park a New York! John Lennon, a parer mio, fu ucciso due volte no una soltanto: la prima lo fu materialmente, per mano di uno squilibrato (tale Mark David Chapman), stravolto dall'idea che l'ex Beatles avesse infranto i suoi ideali e sogni giovanili (e dire che egli stesso era stato fan della band di Liverpool!); la seconda invece lo fu moralmente, per colpa di leggi inique ed assurde che negli States, sin dalla "notte dei tempi", armano impunemente ed irresponsabilmente la mano di chiunque lo voglia! (così sarà, infatti, di lì a qualche mese, per quella di John Hinckley, attentatore "sfortunato" di Ronald Reagan). 
Lennon, al momento della sua uccisione viveva a New York con la consorte Yoko Ono ed il figlio Sean, nato nel'75 dopo la riconciliazione della coppia. Conobbe e sposò l'artista nipponica nel 1969, quando ‐ cioè ‐ era ancora insieme ai Beatles (in prime nozze aveva sposato Cynthia Palmer, da cui ebbe il promogenito Julian): questo diventò uno dei punti d'attrito (probabilmente l'unico, a detta dei fans degli "scarafaggi" così come di gran parte della stampa) che causò la "morte" del gruppo! Il periodo "post‐Beatles", però, era stato ricco di contrasti nella vicenda umana di Lennon: certamente un'insieme e un'alternanza di gioie e dolori, di luci ed ombre! Da un punto di vista sentimentale l'unione con la Ono toccò dapprima il punto più alto (quando i due facevano tutto insieme, nella vita come nella musica) e poi quello più basso (quando i due si separarono nel 1974 per poi riunirsi, però, l'anno dopo). In egual modo, dal punto di vista artistico e musicale Lennon raggiunse livelli eccelsi con alcuni album (vedasi "John Lennon/Plastic Ono Band", "Imagine", "Rock' n' roll") e mediocri invece con altri (vedi "Mind Games" e "Walls and Bridges", album del periodo "post‐Ono", ossia del biennio 1973‐74). In quel periodo, tra le altre cose, l'artista scrisse anche poesie e dipinse. Negli States, inoltre, l'ex Beatles dovette affrontare una lunga e snervante sequela (durata ben cinque anni!) di battaglie legali col governo americano, con l'Fbi e con il Dipartimento dell'immigrazione, per ottenere il permesso di soggiorno. Tutta la vicenda, fortunatamente, si concluse nel 1975 in modo alquanto positivo. Il periodo "post‐Beatles" fu, senza ombra alcuna di dubbio, anche quello più impegnato dal punto di vista "politico‐civile" per l'alfiere di Liverpool: questo periodo coincise con la fase più prolifica, musicalmente ed artisticamente, del duo Lennon‐Ono. John cominciò a fare politica in  musica, o meglio con essa, già ai tempi di "Revolution" (quando, cioè, era ancora accasato con gli "scarafaggi"), il primo quarantacinque giri apparso nel 1968 con l'etichetta del gruppo, la Apple. Con la Plastic Ono Band Lennon compose pezzi memorabili (da "Give Peace a Chance", a "Imagine", da "Working Class Hero" a "Power To The People", brano di Yoko, e "I Don't Want To Be A Soldier Mama...,etc.), i quali divennero veri e propri "cult" nonché gli inni del movimento pacifista e dell'antimilitarismo nel mondo intero! La prima formazione della POB prevedeva Lennon, Ono, Eric Clapton alla chitarra, Alan White alla batteria e Klaus Voormann al basso:suonò per la prima volta nel settembre del 1969 al Festival rock di Toronto, in Ontario (Canada) e registrò l'album "Plastic Ono Band‐Live Peace in Toronto". L'anno dopo la band (formata questa volta dalla coppia Lennon‐Ono, da Voormann al basso e da Ringo Starr alla batteria) registrò l'album "John Lennon‐Plastic Ono Band", da molti critici considerato il lavoro migliore. "Some Time In New York City", però, tocca vette di politicizzazione altissime, è l'album che radicalizza ed estremizza il pensiero politico dell'ex Beatles in...musica! Esso non ebbe grande seguito di pubblico e critica ma contiene, a mio avviso, i testi più politici e impegnati del duo Lennon‐Ono. Il filo conduttore dell'lp (composto nel 1972) è il grido di protesta contro le ingiustizie sociali negli Stati Uniti (e non solo!): "Woman Is The Nigger Of The World" è un inno femminista; "Angela" un omaggio all'attivista nera Angela Davis; "Attica State" denuncia la brutalità della polizia e le incongruenze del sistema carcerario americano; "John Sinclair" è una sorta di "petizione musicale" contro l'ingiusta condanna inflitta a Sinclair. John Sinclair fu condannato nel luglio del 1969 a dieci anni di carcere per aver dato alcuni spinelli ad un agente (donna) in borghese! (sic! Viene quasi da piangere o forse...chissà, da ridere: quando penso, ad esempio, a ciò che non avviene, spesso, per narcos e esponenti dei cartelli della coca e dell'eroina; ma si sà, la legge dei "due pesi e delle due misure", probabilmente distante, ma non troppo, da quella codificata dal diritto, è sempre esistita e sempre esisterà su questa terra!). Venne liberato, il 3 dicembre 1971, tre giorni dopo il concerto di Lennon‐Ono, intitolato Ten for Two, tenuto in favore della sua scarcerazione. Due brani, infine ("Sunday Bloody Sunday" e "The Luck Of The Irish") denunciano l'aggravarsi della situazione socio‐politica in Nord Irlanda, additandone la colpa, senza mezzi termini, alla "sovrana" d'Inghilterra! In tema di iniziative solidali per gli ultimi (oltre al già citato concerto per Sinclair) la coppia Lennon‐Ono fu molto attiva: il quindici dicembre del 1969 a Londra partecipò (con Eric Clapton, George Harrison e Keith Moon degli Who) ad un concerto pro Unicef; il trenta agosto del 1972 si esibì in due concerti di beneficenza (One for One) tenuti al Madison Square Garden di New York in favore dei bambini disabili di mente. "Imagine" è il capolavoro assoluto di Lennon. Secondo me poche volte la musica moderna ha raggiunto una vetta così eccelsa: è una canzone, infatti, al tempo stesso dolce, essenziale, visionaria, forte, (dura), struggente e poetica. Essa, in sostanza, fa pensare, fa sognare ed emozionare chi l'ascolta così assolvendo pienamente a quella che è (o per lo meno dovrebbe essere) la principale peculiarità (prerogativa) del rock e della musica in genere. Il pezzo è inserito nell' omonimo album; esso fu composto nel 1971 e contiene le seguenti tracks (tracce): "Imagine", "Crippled Inside", "Jealous Guy", "It's So Hard", "I Don't Want To be A Soldier Mama, I Don't Want" "Gimme Some Truth", "Oh, My Love", "How Do You Sleep?", "How To Die?", "Oh Yoko!". Una annotazione importante: per la stesura dell'album il musicista chiamò a raccolta una marea di suoi colleghi, di estrazione musicale svariata: oltre ai già noti Voorman (basso) e White (batteria), ci furono George Harrison (chitarra), Nicky Hopkins e Rodlinton, John Tout, Ted Turner, Tom Evans e Joey Molland (chitarra acustica), Jim Heltner e Jim Gordon (batteria e percussioni), Michael Pinder (percussioni), King Curtis (sassofono), J&P Duo Group (voci), John Barham (harmonium), etc. A proposito di 1971, è da dire che esso fu anno importante (come quasi tutti i sessanta e i settanta, del resto!), addirittura basilare per la musica rock (e non solo!). Nei 33 giri uscirono, tra gli altri: "L. A. Woman" (Doors), "Led Zeppelin III" (Led Zeppelin), "Pearl" (Janis Joplin), "Meddle" (Pink Floyd), "Sticky Fingers" (Rolling Stones), "Master Of Reality" (Black Sabbath), "Acqualung" (Jethro Tull), "Tea For The Tillerman" (Cat Stevens), "Tapestry" (Carole King) "Pendulum" (Credence Clearwater Revival), "Tarkus" (Emerson, Lake&Palmer), "Fireball" (Deep Purple), "Blue" (Joni Mitchell), "Barrett" (Syd Barrett), "American Beauty" (Grateful Dead), "Song Of Love And Hate" (Leonard Cohen), "At Fillmore East" (The Allman Brothers Band). Anche tra i singoli ci furono tantissimi pezzi di successo e di...contenuto (connubio, questo, che mai guasta in fondo!): "Life On Mars" (David Bowie), "Mr. Bojangels" (Nitty Gritty Dirt Band), "Father&Son" (Cat Stevens), "Your Song" (Elton John), "Layla" (Derek&The Dominos), "It's Too Late" (Carole King), "Samba Pa Ti" (Santana), "Brown Sugar" (Rolling Stones), "Riders On The Storm" (Doors), "Iron Man" (Black Sabbath), "Black Dog" e "Misty Mountain Hops" (Led Zeppelin), "American Pie" (Don Mc Lean), "Acqualung" (Jethro Tull), "My Sweet Lord" (George Harrison), "Angel" (Jimi Hendrix), "You've Got A Friend" (James Taylor), "Strange Kind Of A Woman" (Deep Purple), "Jesus Christ Superstar" (Murray Head), "John Barleycorn Must Die" (Traffic), "What's Going On" (Marvin Gaye), "I'd Love To Change The World" (Ten Years After), "Lady Black" (Uriah Heep), "Here's To You" (Joan Baez), "Proud Mary" (Ike&Tina Turner), "Maggie May" (Rod Stewart).

da: una mail inviata a Rai Storia l'8 dicembre 2012.