Aata La Thailandese

“Michele sono Corrado come stai?”  “Finalmente ti ricugghisti, sono due mesi che manchi da Roma, ce n’avrai di cose da raccontarmi.” “Intanto cerca di dimenticare il siciliano che qui ti prendono per burino, son qua, mi sono innamorato dell’estremo oriente…” “O di qualche bella thailandese, stasera vieni a casa mia con Altea, Barbara vi farà trovare una cena alla siciliana con tanto di vino  bianco dell’Etna, non vedo l’ora di ascoltare le tue avventure, a stasera.” “Siete abbronzatissimi come la canzone,  Altea oltre le lingue che insegni a scuola hai imparato quella locale?” “Mangiamo con calma poi ti riferiremo.” “Allora mes amis comincio io poi mia moglie, anche lei s’è presa una parte di divertimento particolare, inutile dire che quanto vi racconterò dovrà restare fra di noi, anche voi siete anticonformisti e quindi penso non vi meraviglierete troppo delle vicende che ci sono capitate. Eravamo alloggiati all’hotel Equatorial,  tutto perfetto dai locali al personale, il direttore Arthit che ho saputo vuol dire uomo del sole, era sempre disponibile anche quando gli ho chiesto di indicarmi un locale dove potessi trovare ragazze giovani e disponibili, mi ha consigliato lo ‘Smalls’ che ho raggiunto in taxi. Il portone d’ingresso mi  è stato aperto da uno scimmione, sicuramente il buttafuori che col suo aspetto sconsigliava chiunque a non rispettare le regole del locale. Nella sala successiva sono stato accolto con un inchino da una donna di mezza età  Maeva che vuol dire benvenuta, parlava anche italiano il che significava che i nostri compaesani erano di casa in quel locale. Mi ha accompagnato in un salone vicino dove sostavano varie ragazze giovanissime che indossavano solo una minigonna a fiori, niente slip, tutte sorridenti ed ovviamente disponibili. Stavo per sceglierne una quando da dietro una tenda ne è sbucata un’altra che mi ha preso per mano e mi ha portato in una stanza poco illuminata, niente tette come le ‘consorelle’ ma un viso signorile ed accattivante. ‘Ciccio’ more solito subito in armi, mi sono sdraiato su un letto supino, la ragazzina si è posizionata sopra di me ma con mio stupore ha preferito farselo infilare nel ‘popò’ anziché nel fiorellino. Sessualmente era piuttosto brava ed ebbi due orgasmi di seguito, mi accorsi che anche lei mi aveva seguito su quella strada ma meraviglia delle meraviglie la ragazza aveva un pisello in erezione piccolo ma lungo. Rimasi nel popò della ragazza pardon del ragazzo sino a quando lui decise di cambiare posizione, non parlando io la sua lingua e lui la mia con le mani giunte ed un inchino mi fece capire che avrebbe voluto entrare nel mio, capite nel mio popò e fece segno con le dita che mi avrebbe dato del denaro. Dentro di me mi venne da ridere, accettai curioso di quello che avrei provato: come del solletico, il ragazzo aveva un pene da bambino anche se lungo più del normale. Eiaculò a lungo nel mio popò muovendo nel contempo il mio‘ciccio’ che ebbe un orgasmo provando però una  sensazione nel mio didietro mai avuta. La storia ebbe una fine inaspettata: il ragazzo mi fece attraversare dei corridoi ed infine giungemmo all’aperto dove una Rolls Roys era posteggiata con tanto di autista che ci aprì la portiera posteriore per farci entrare. Durante il viaggio toccai un spalla all’autista dicendogli: hotel Equatorial, nel frattempo il ragazzo aveva preso a baciarmi deliziosamente in bocca, ci sapeva fare ed aveva una saliva profumata. Fermata l’auto dinanzi all’albergo, ultimo abbraccio e bacio, tornai nella nostra camera dove Altea mi aspettava ansiosa. ‘Aspetta che riprenda fiato, poi ti racconterò la mia avventura. Invece così non fu perché mi addormentai. La mattina fui i primo a risvegliarmi, dopo la doccia andai al bar, avevo bisogno di ricaricarmi, c’erano dolci per tutti i gusti oltre che caffè e cappuccini. Stavo finendo di mangiare quando fui raggiunto da Altea in piena forma. “Riempio il pancino e poi sarò tutt’orecchie.” La misi al corrente dell’accaduto senza tralasciare nulla, ed ora un vostro giudizio.” “Chi siamo noi per giudicare, l’ha detto anche Papa Francesco figurati noi che siamo atei, penso che la storia non sia finita lì dato che siete mancati per due mesi.” “Infatti usciti  dall’albergo siamo stati affiancati dalla solita Rolls Roys da cui è sceso un uomo  che: ‘Sono Irima segretario del mio signore Chakrii che desidera ospitarvi nella sua villa qualora voi siate accondiscendenti. Il mio signore è il padre di Aata che lei ha conosciuto ieri sera, l’auto è a vostra disposizione.” Stretta di mano fra i tre e dopo circa mezz’ora arrivo in una spianata dove al centro sorgeva una villa stupenda circondata da un boschetto  con piscina, roba da Mille e una Notte. Era venuto  incontro  un signore circa quarant’enne vestito in modo tradizionale thailandese, strette di mano ed una frase all’interprete in lingua locale, l’interprete Irima tradusse le parole del padrone di casa: “Benvenuti, sarete miei ospiti sin quando vorrete, sono il padre di Aata che sta ancora dormendo, non vi annoierò facendovi visitare il mio castello, andiamo sotto il fresco degli alberi, vi prego di telefonare al vostro albergo per autorizzare il direttore a far ritirare il vostro bagaglio ad un mio autista.” Corrado ed Altea alloggiati in un camera grande e ben arredata sistemarono il loro vestiario  negli armadi poi discesero on costume da bagno in piscina, quello di Altea riecheggiava quelli brasiliani con gran sorriso di Chakrii che evidentemente aveva gusti diversi da quelli del figlio. Sempre tramite interprete: “Il signore avrà conosciuto da vicino Aata, non intendo che frequenti uomini locali e quindi l’ho indirizzato nella casa di Maeva dove entrano solo stranieri. Apprezzo la vostra bellezza e signorilità, se il signore permette andrò a fare una passeggiata nel mio boschetto con sua moglie.” Corrado  ad Irima: “Dove hai imparato così bene l’italiano?” “Ho frequentati l’università a Perugia,mi sono laureato in lettere, avrei potuto rimanere in Italia ma il richiamo della mia terra… Non interpreti male le azioni del mio signore, vuole molto bene a suo figlio perché sa che non può cambiare la sua natura e cerca di aiutarlo senza fargli correre pericoli di incontri con persone sbagliate. Inutile dirvi che sono sempre a vostra disposizione per qualsiasi vostra esigenza.” (Per Corrado frase sibillina). In giro non si vedevano personaggi di sesso femminile, anche a tavola servivano degli uomini in costume tradizionale. Finito il pranzo Chakrii venuto a conoscenza che Altea era insegnante di lingue, le parlò in inglese con sorpresa di Corrado che di lingue conosceva solo l’italiano e il…romanesco. Aata prese per mano Corrado che capì l’antifona ed alzando ambedue le braccia fece capire al ragazzo che ne aveva avuto abbastanza la sera prima, restarono abbracciati, Corrado pregò ‘ciccio’ di stare alla cuccia. Il padrone di casa e Altea ritornarono sin quasi all’ora di cena, madama era senza rossetto alle labbra che evidentemente erano state usate per usi ‘impropri’. In camera prima di cambiarsi per la cena e per sistemarsi il trucco Altea si sbottonò: Ciari o come si chiama voleva entrare nella ‘gatta’ ma mal gliene è incolto, ho le mestruazioni e quindi si è accontentato di due pompini.” “Uno non gli bastava?” “Che fai il geloso, il signore ha promesso di fare un bel regalo a me ed a te, sono curiosa.” La mattina Chakrii sparì dalla circolazione con la macchina e l’autista, ritorno alle dodici con due pacchetti in mano. Alla fine del pranzo sempre tramite Irima: “Miei ospiti vi prego di accettare questi modesti regali per omaggiare la vostra presenza nella mia modesta abitazione, questo è per te Corrado.” L’interessato aprì il pacchetto e rimase basito: un Rollex di grandissimo valore anche perché d’oro. Il regalo per Altea non era da meno anzi, aprendolo l’interessata rimase senza fiato, una prezziosa collana di perle e di smeraldi. “Cara con questo ti giochi pure il popò!” L’interprete non tradusse, solo un contenuto risolino. Madame ebbe l’onore di farsi inaugurare il popò dal padrone di casa che si era organizzato anche con un vibratore per il doppio gusto, un uomo raffinato in fatto di sesso. I vibratori in casa Chakrii erano di casa,  Aata ne possedeva addirittura due: uno più grande e l’altro più piccolino che usava nel popò di Corrado quando lo stesso penetrava nel culino del giovane. Insomma quasi ogni notte lo spettacolo era sempre lo stesso o variava di poco. I bei giorni passarono in fretta, Corrado aveva affari in sospeso con i supermercati anche se in sua assenza prendeva le redini degli affari  Spartaco un suo dipendente fidato. Saluti di arrivederci e non di addio fuori della villa, niente scene in aeroporto Chakrii era molto conosciuto. Casa mia, casa mia non si poteva dire che pur piccola tu sia perché era molto grande. Altea con piacere si accorse che era in ordine e pulita, Gina la cameriera era al loro servizio da molto tempo ed affezionatissima ai due coniugi. Sistemati i suoi affari Corrado ricevette una telefonata da parte di Irima: “Ci sono delle novità: Aata si è innamorato di te e vuole venire a Roma, suo padre è titubante ma lui insiste, ieri è stato accontentato ma Chakrii vuol sapere se sei d’accordo.” “Rassicura il tuo padrone, suo figlio sarà ben accolto da me e da Altea, facci sapere quando arriverete all’aeroporto di Fiumicino. Era una calda giornata di agosto, Corrado era nella sala di aspetto dell’aeroporto, l’aereo portava un’ora di ritardo, l’aria condizionata funzionava a pieno ritmo, troppo per Corrado che preferì stare sotto l’ombra della pensilina. Irima e Aata furono gli ultimi ad uscire dall’aereo, Irima si diede da fare per rintracciare i bagagli, la Jaguar di Corrado era per fortuna all’ombra. Un bacio in bocca di Aata a Corrado che invitò Irima a fargli capire che non erano a Bangkok e che lui era conosciuto. I due thailandesi erano in abiti occidentali, i loro costumi nazionali erano stati spediti in bauli via aereo, sarebbe giunti nei giorni successivi. Dopo  cena sempre tramite Irina costantamente presente, Corrado fece capire che quella notte tutti avrebbero solo dormito, Aata si mise a piangere come un femminuccia e fu gioco forza accontentarlo, andò in camera di Corrado con relative conseguenze. Altea scacciata dal talamo coniugale scelse una stanza degli ospiti e quando stava poer mettersi a letto sentì bussare alla sua porta. Incuriosita non immaginava chi potesse essere, si trovò dinanzi Irima che con notevole faccia tosta: “Signora non riesco a prender sonno, forse mi ci vorrebbe una camomilla, mi può lei aiutare?” “Furbacchione dei furbacchioni mi prendi per il culo…ossia vorresti ma Altea sai che ti dice?”  “Ho capito, no, buona notte!” “An’ becille, entra e datti da fare, sono stanca di mio marito che si inchiappetta e si fa inchiappettare da un ragazzino!” La mattina successiva tutti si alzarono tardi, era domenica e Gina non andava a casa dei due coniugi che erano stanchi ma felici, Irima disse una frase in tailandese a Aata che si fece una lunga risata. Nessuno dei due coniugi chiese il motivo, si poteva intuire. Un giorno Irima chiese di poter andare a Perugia, dove aveva studiato per incontrare qualche vecchio amico disse lui. Corrado lo accompagnò, non voleva prestargli la Jaguar, presero alloggio all’hotel San Gallo, ognuno in una camera singola. Irima era riuscito a riagganciare un suo antico amore, Silvana che non si era sposata, non aveva dimenticato il bel thailandese. Ambedue nella camera d’albergo di Irima sino alla mattina seguente quando al bar incontrarono Corrado. “Cara questo è Corrado un amico che ho conosciuto nella mia terra, qualora avessi bisogno di qualcosa puoi rivolgerti a lui, è una persona per bene.” Corrado nel viaggio di ritorno si domandò cosa potesse essere successo in casa sua durante la sua assenza, mai poteva immaginare che Altea ‘sconcicasse’ per dirla alla Michele il giovane Aata che invece,  per curiosità si era trasferito  nel letto della signora sua ospite e aveva  preso a baciarla in bocca, sulle tette e sul fiorellino non tralasciando il vibratore, insomma era diventato un bisessuale. Tornando a casa Corrado trovò la moglie estremamente allegra e sorridente solo che non voleva direi motivo ma infine capitolò, raccontò al marito il rapporto sessuale avuto col piccolo Aata ovviamente con  gran meraviglia di Corrado che non pensava di dover portare le corna oltre che dal padre anche quelle del figlio omo. Conclusione in parte inaspettata: Irima rimase a Perugia, Corrado con Altea ed il piccolo Aata rientrarono a Bangkok con gran piacere di Chakrii che non aveva dimenticato le ‘grazie’ della bella signora romana ed anche perché il figlio poteva ancora fruire delle prestazioni di Corrado che talvolta si rivolgeva anche alla legittima consorte per…Corrado era preoccupato per l’andamento dei suoi supermercati, risposta rassicurante: “Dottore dove c’è Spartaco non se move foja che Spartaco non voja!”