Abbasso I Maschi

Luca e Monica ormai anziani decisero di adottare un ‘bravo’ giovane cui lasciare il loro consistente  patrimonio, avevano cambiato idea di fare il testamento in favore della Chiesa Cattolica causa i recenti scandali che l’avevano colpita un po’ in tutto il mondo. Chiesero consiglio a Guglielmo direttore di un  collegio per trovatelli il ‘Colosium’ di Roma il quale segnalò loro un giovane di nome Amilcare che in quell’anno avrebbe compiuto diciotto anni e conseguito il diploma di ragioniere.  I due coniugi abitanti in via Ardeatina a Roma pensarono ad una festa di arrivo ma il ragazzo era di carattere riservato e non fece salti di gioia alla loro offerta anzi non rispose proprio, gli anni di collegio avevano influito  sulla  formazione ella sua personalità riservata. Iscrizione all’Università nella facoltà di Economia e Commercio e dopo l’acquisizione della patente di guida acquisto a suo nome  di una Fiat 500 L con cui talvolta portava a spasso per Roma i genitori acquisti. Finalmente un giorno a tavola un Amilcare sorridente e: “Miei cari,  all’Università ho conosciuto una collega simpatica, sempre allegra e sorridente tutto l’opposto di me, mi piacerebbe che la conosceste.”  Una domenica mattina Eliana fu invitata a casa di  Luca e di Monica, era una ragazza piuttosto bella e soprattutto espansiva, i padroni di casa si trovarono abbracciati e baciati dalla nuova venuta che emanava da tutti i pori gioventù e gaiezza. Era residente a Viterbo, abitava a Roma per ragioni di studio. Luca aveva prenotato il pranzo presso il ristorante ‘Conte Cavour’ che talvolta frequentavano, il capo cameriere Eusebio:”Benvenuti anche alla signorina che non conosco, penso una conquista di Amilcare, complimenti, ecco il menù.” Il pranzo finì a risate sia  per le battute di Eliana che del vino Frascati poi tutti a casa. Eliana prese alloggio presso i genitori adottivi di Amilcare,  i giovani si sentirono autorizzati a condividere un letto matrimoniale, Luca e Monica sperarono di diventare nonni. Il giovane finalmente provò le gioie del sesso: Eliana sicuramente aveva avuto delle precedenti esperienze in quel campo, prendeva sempre lei l’iniziativa, Amilcare non pensava che ci fossero tante  posizioni sessuali. Ma una nuvola cattiva incombeva su tutti loro, Eliana prese a guidare l’auto di famiglia, una sera di pioggia sul raccordo anulare un camion contromano prese in pieno l’auto guidata da Eliana in cui erano presenti anche Luca e Monica, un incidente terribile, tutti deceduti all’istante. Amilcare distrutto psicologicamente dovette sobbarcarsi tutte le penose pratiche del seppellimento dei genitori e del trasferimento della salma di Eliana a Viterbo. Irato a’ patri numi diede in beneficienza i centomila Euro liquidati dalla assicurazione, per lui erano soldi maledetti. Restò chiuso in casa per molti giorni, Gina la cameriera cercava di consolarlo, avrebbe fatto anche un sacrifico sessualmente per aiutare il padrone, era ancora appetibile ma Amilcare era fuori di testa ed il sesso non lo interessava più. Gina avvertì Alberto il medico di famiglia che il pomeriggio si presentò a casa del giovane  diventato padrone di tutti i beni, i due non si conoscevano. Il dottore si presentò e chiese ad Amilcare cosa pensasse fare in futuro. “Non avrò un futuro, la mia vita è finita.” “Potrei consigliarle la visita presso uno psichiatra ma sarebbe una storia lunga e non sempre costruttiva, meglio una crociera, la prenoterò io stesso, partenza da Civitavecchia, le presterò la mia Jaguar per raggiungere quella città, si comprerà una auto nuova al ritorno.” Amilcare aveva bisogno di qualcuno che lo scuotesse, il dottor Alberto riuscì nell’intento, il giovane anche se invecchiato tornò a vivere, con la Jaguar raggiunse Civitavecchia e si imbarcò sulla motonave da crociera ‘Diadema’ un vero gioiello. Il medico gli aveva prenotato una cabina di prima classe con due letti e con vista esterna, costava un ‘pozzo’ di quattrini ma non era questo il problema di Amilcare. La sera a cena si trovò nello stesso tavolo di una biondona circa trentenne, favolosa, la salutò appena, fu lei che attaccò bottone: “Un così bel giovane da solo, le farò compagnia.” Amilcare ancora sotto shock assaggiò a malapena i piatti portati da un cameriere: “Signore non gradisce il nostro vitto?” “No, è che non mi sento molto bene.”Intervenne la ragazza:”Sono Beatrice, già dal nome può capire la mia natura, il nome vuol dire che porta gioia e felicità, andiamo a ballare?” Amilcare non disse di no, sottobraccio a Bea entrò nella sala da ballo molto grande, era già affollata di persone festanti e casiniste. Amilcare :”Stiamo lontani dalla musica, è fastidiosa.” “Andiamo nella sua cabina, lì di musica non ce ne dovrebbe essere!” “Il giovane  sempre a braccetto della nuova amica si diresse verso il primo ponte, giunti dinanzi al suo alloggio: “Cavolo le sarà costata una montagna di soldi, buon per lei.” La signorina all’interno della cabina si diresse nel bagno e ne uscì nuda e: ”Che ne dici?”  La riposta più logica sarebbe dovuta essere: “Sei una mignotta che mi ha incastrato!” I fatti gli diedero ragione, le mani di Bea di diressero nei suoi pantaloni ma trovarono un coso piccolo e moscio. “Cazzo non ti piacciono le donne, mi doveva pure capitare un frocio impotente!” Rivestitasi Bea sparì dalla vista di Amilcare, che figura di merda! Il giovane pensò bene di non uscire più dalla cabina per non trovarsi in mezzo agli altri gitanti e per paura di rincontrare la sfacciata, si faceva servire i pasti nella sua cabina da un cameriere che foraggiava profumatamente. Una volta si presentò una cameriera niente affatto male, pure giovane ma il ‘ciccio’ di Amilcare dormiva della grossa, erano finiti i tempi delle grandi imprese con Eliana! Giunti alla fine della crociera Amilcare chiamò da parte un inserviente, cinquanta Euro convinsero il cotale a portagli i bagagli sino alla Jaguar, durante il tragitto:  Amilcare quasi investì una ragazza che vagava sulla banchina, scese dall’auto: “Si è spaventata?” “No è colpa mia, ho un grosso problema forse lei potrebbe darmi una mano, scusi la sfacciataggine!” Una schiva, non assomigliava in nessun modo a Beatrice. La giovane proseguì. “Mi chiamo Noemi, vengo da Losanna, mi è capitato un grosso guaio, mi hanno rubato il portafoglio con tutti i miei soldi ed i miei documenti, non so più come rientrare a casa.” La ragazza era diventata rossa in viso, una timida. “Oggi mi sento un buon samaritano, le posso dare un passaggio sino a Roma dove abito, domattina potrà prendere un treno che la riporterà a casa sua, potrà pernottare in un albergo a spese mie ovvero  nella mia abitazione, scelga.” Noemi lì per lì non scelse, montò in macchina, non si accorse che Amilcare aveva attivato il navigatore satellitare, quando una voce femminile cominciò a segnalare la strada su cui proseguire rimase sconcertata, non era mai venuta a conoscenza di quel congegno. A metà strada si fermarono in  un autogrill, Amilcare ordinò un brunch, termine inglese indicante un pasto  tra  colazione e  pranzo. Di nuovo in viaggio, passati Ladispoli e Santa Marinella dopo circa quattro ore giunsero a Roma in via Ardeatina.  Aperta la porta di casa una novità: Gina era in una camera degli ospiti in dolce colloquio con un giovane. Alla vista di Amilcare e di Noemi i due schizzarono fuori dal letto, Amilcare signorilmente “Scusate.” e richiuse la porta. “Quella ragazza è la mia cameriera, molto efficiente nei servizi di casa …non guardarmi così non ci sono mai andato a letto!” I due senza aiuto di Gina sistemarono i bagagli, entrarono nella camera matrimoniale, aprirono le finestre, , persero tempo per dare modo alla cameriera di ricomporsi ed all’amante di levarsi dai zebedei. L’avvenimento fu presto dimenticato, “Se mi avesse avvisato le avrei fatto trovare la casa in ordine ed un pranzo preparato.” “Cara questa è Naomi mia nuova amica, è svizzera, del Canton Vaud, parla francese oltre che italiano, se avessi bisogno di qualche lezione…” Amilcare era stato pungente, buon segno, stava riprendendo le penne. Alle venti  Gina aveva già messo in  ordine la casa e preparato la cena con classici piatti romani. Noemi aveva sgranato gli occhi: “Brava Gina è stata  bravissima ma non penso di restare molto a Roma, diventerei una bomba, caro  ti piacciono le bombe?” “Dipende in che campo!”  Gina opportunamente preferì andare a dormire a casa di sua sorella. Finalmente soli, Noemi dopo un passaggio in bagno si era mostrata come Venere che esce dalle acque. “Per favore girati…anche il popò non è male ma io ho un problema, con me ci vorrebbe una carrucola!  Da quando è morta Eliana, la mia convivente, sono miseramente andato in bianco con le femminucce, ecco il riferimento alla carrucola.” “Hai trovato la persona giusta, sono laureata in medicina, per specializzarmi sono andata a Londra all’ospedale Saint Thomas, mi hanno assegnato  nel reparto di andrologia, dalla mia esperienza mi sembra che i britannici in fatto di sesso se la passino piuttosto male. “ Amilcare aveva apprezzato le prestazioni della Jaguar del dottore, ne acquistò una simile di color rosso, l’auto veniva guidata anche da Noemi. I giorni passavano senza che la baby facesse cenno al suo rientro in Svizzera, accompagnava Amilcare all’università e, in attesa di andarlo a riprendere alle fine delle lezioni faceva la turista per Roma, di sesso non se ne parlava proprio. Un pomeriggio squillò il telefonino di Noemi:”…Mamma sono a Roma ospite di un amico, non so quando tornerò a casa, sto apprezzando le bellezze di Roma,mparlo in italiano per farmi comprendere anche da Amilcare che sta vicino a me…conosco la tua avversione per gli italiani, poco me ne cale…cale vuol dire importare, ciao, statti bene!” Una mattina di domenica il miracolo, chissà per quale recondito motivo ‘ciccio’ si era inalberato, Naomi se ne accorse, finalmente la tanto agognata ‘immissio penis’ allietò i due. “L’amore fa miracoli, non userò alcuna precauzione, non mi dispiacerebbe un puffo italo svizzero!” Dopo due giorni nuovo squillo del telefonino di Noemi: “Mamma che c’è di nuovo….va bene ho capito, torneò appena possibile.” Noemi si sbottonò dopo  pranzo: “Mi hanno assunto all’ospedale  di Chailly Rovéréaz vicino Losanna, devo prendere servizio prima possibile.” “Non pensare che io ti lasci andar via, ti accompagnerò con la mia macchina, forse è meglio che io faccia il passeggero e tu l’autista.” “Caricati  bagagli autostrada Roma Milano e poi Milano, Domodossola, Iselle, Sion, Montreux, Lausanne. “Vediamo se il satellitare funziona anche in Svizzera, metti  Losanna via Romiro 3… che bello funziona.” “Mamma stiamo arrivando, abbiamo messo la Jaguar di Amilcare nel parcheggio sotterraneo, a tra poco.” La signora Danielle dimostrò di non  essere molto ospitale, la porta di casa sua al terzo piano di un palazzo di dieci era ancora chiusa. Noemi aveva ancora le chiavi di casa, entrarono portando dentro i bagagli,  mammina si trovava in camera sua. Noemi e Amilcare nella camera gli ospiti riunirono due letti singoli, usufruirono della toilette adiacente, rivestitisi si recarono in cucina dove  incontrarono la padrona di casa:  che finalmente si dimostrò un po’ più espansiva anche se bugiarda. “Non mi sento bene, preparate voi qualcosa da mangiare.” Nulla a che fare con le leccornie romane, da quello che trovarono nel frigo venne fuori una cucina mista francese – tedesca (nazionalità della padrona di casa) non molto appetibile, era quello che offriva ‘la ditta’.  Riposo notturno e la mattina seguente autiere Noemi si recarono  al nosocomio suo nuovo posto di lavoro. Durante il tragitto Amilcare: “Non conosco nemmeno il nome di tua madre, non che la cosa mi interessi gran che ma penso che nei giorni prossimi dovrò dormire e mangiare a casa sua.” “Si chiama Adina. In ospedale Noemi incontrò Chanel una sua compagna di scuola che espletava le mansioni di pediatra. “Ti hanno assegnata al reparto di andrologia, nessuno voleva quel ruolo…” “È destino, a Londra avevo lo stesso incarico, questo è Amilcare, stiamo insieme da circa un mese, una conquista in crociera.” “Non ti sembra troppo anziano per te, può essere tuo padre!” “Mi è mancata la figura paterna, è per questo che l’ho scelto.” La pettegola era stata sistemata, era piuttosto racchia ed anche acida, in quanto a savoir fair non aveva esibito i modi del galateo prescritti da monsignor Della Casa! Rientro à la maison, fortunato posteggio della Jaguar sotto casa, mamma Danielle era affacciata al balcone, vide i due uscire dalla Jaguar, rimase al balcone.. “Dimmi il nome di un ristorante famoso e costoso.” “Ce ne sono vari, ricordo il ‘Le Mirabeau’  lì ci pelano.” “È quello che voglio, un posto di lusso e costoso, vediamo che dice quella simpaticona di tua madre.” “Mammina stiamo andando al ‘Le Mirabeau’, vestiti elegante  ed aspettaci in macchina, è aperta, ci cambiamo e veniamo subito.” Quella dimostrazione di ricchezza aveva colpito la dama. “Non mi hai spiegato il perché tua madre non ama gli uomini, soprattutto gli italiani.” “Mio padre era italiano, si chiamava Alberto ma se l’è filata con la puttanella di turno, da quel momento…”  Il ristorante aveva dei posti macchina riservati ai clienti, i tre scesero, l’auto fu presa in consegna da un boy in divisa, Danielle in quanto ad eleganza lasciava molto a desiderare. Si era avvicinato al tavolo un cameriere anche lui in divisa che con accento romanesco: “Signori questo è il menu, a vostra disposizzione.” “A coso disposizione di pronunzia con una zeta soltanto…” “Signore, sono Luigi, Gigetto per gli amici,  non immaginavo di trovare un romano tra stì burini, se me lo  permette al menu ci penso io, conosco le magagne del locale…” “Mamma sono proprio sfortunata, sto con un italiano e per di più romano, più sfortunata di così.” Una presa per i fondelli bella e buona, la vecchia recepì il messaggio, capì che il suo atteggiamento era infantile e sciocco.  I tre restarono sino alla chiusura, Gigetto si sedette al loro tavolo: “Finalmente sento parlà la lingua mia, so rimasto a Losanna per una minchiata …hai capito ho messo incinta la fia der proprietario.” “A’paraculo chiamala minchiata, hai avuto un bucio de…” Recuperata la Jaguar Amilcare: “Mammina voglio che ti sieda vicino a me nel sedile posteriore, , lascia guidare tua figlia finché può e quando il pancione non sarà troppo visibile…” Il colpo finale da maestro, Amilcare ne aveva sparata una delle sue, Eliana non era affatto incinta, seguitò: “Il giorno delle nozze ti voglio elegantissima, ecco un  assegno in bianco, da domani ‘nova incipit vita’ nonnina cara.” Add Adina scese qualche lacrima sul viso ma non volle dare sazio ai due: “Chiudi quel vetro, la corrente mi fa venire le lacrime.” Pistolotto finale: Un delegato del sindaco di Losanna unì in matrimonio Noemi ed Amilcare,  ricevimento in  pasticceria ‘El Gato’. Nei mesi seguenti a Noemi cominciò veramente ad aumentare il volume della pancia con gran gioia dei tre. “Mammina come vuoi che lo chiamiamo, è un maschio.” “Tutti i nomi mi vanno bene, escluso uno…”