Addio côte d'or

Vivere stabilmente in un villaggio di nudisti in Francia per poi dover rientrare in Italia per fallimento della società era stata per una famiglia di nazionalità italiana un duro colpo. Dove ‘rifugiarsi’? Concilio di famiglia: presenti le due figlie e i due genitori fu approvata la tesi della maggiorenne Matilde, rientro a Bagno Regio paese in provincia di Viterbo luogo di provenienza degli antenati. Primo ostacolo mezzo di trasporto sia delle persone che dei bagagli: il treno unico possibile il cui biglietto prosciugò le non cospicue finanze familiari. Dopo un viaggio con cambiamento di vari treni e di pullman dalla stazione di Bagno Regio telefonata a casa dell’unico Gatti che risultava dall’elenco telefonico. Rispose un uomo:“Chi parla?” “Sono Matilde Gatti, provengo dalla Francia, la mia famiglia è dovuta andar via da Cap‐Ferret per fallimento della società da cui dipendeva nostro padre, in Italia non conosciamo nessuno, vorremmo la vostra ospitalità per un limitato periodo di tempo, noi donne ci daremmo da fare come pure i maschi, ho compiuto vent’anni.” “Non so che dirvi, passo la telefonata a mia moglie Marlene. La signora fu parimenti dubbiosa: “Di questi tempi se ne sentono di tutti i colori.” “Abbiamo i documenti di tutti noi, fareste un’opera di carità.” Un va bene strascinato, poi: “Vi manderò mio marito Edoardo con la Mercedes.” “È andata bene, viene il padrone di casa con una Mercedes, non sono dei morti di fame.” “La mia macchina è sì capiente ma considerando anche i bagagli farò due viaggi, vieni con me Matilde?” “ Si signor Edoardo.” La ragazza aveva furbamente alzata la minigonna e slacciata la camicetta, il Gatti italiano aveva strabuzzato gli occhi. Giunti a casa, scaricati persone e bagagli i due ripartirono. Matilde alzando ancor più la gonna: “Non pensavo che da queste parti facesse tanto caldo e dire che ci sono abituata, vivevo in un villaggio di naturisti!” “Parliamoci chiaro me lo fai subito un pompino?” “L’accetto solo come battuta signor Gatti, avremo modo di conoscerci meglio!” “Mi scuso, la mia è una situazione particolare, io sono in arretrato in fatto di sesso, mia moglie non ne mangia proprio, è cattolica praticante, sessualmente un disastro.” Marlene aveva ‘preso in consegna’ Matteo il piccolo di casa ben felice di tante coccole, Stefano risultava avere qualche linea di febbre, peggiorata durante la notte. La mattina fu chiamato un medico, sentenza: Covid 19 complicato da altra malattia ancora da diagnosticare, consiglio: ricovero nella clinica privata Santa Rita di Viterbo. Sull’ambulanza oltre a Stefano salì il padre Nicola, a terra rimasero Matilde, Miriam la piccola francese, Marlene, Giada la figlia di Edoardo ritiratasi da un collegio di monache ed Edoardo. Matilde: “Vado in bagno a farmi una doccia, c’è una femminuccia che mi fa compagnia? Marlene: ”Anch’io sono accaldata…” Sotto la doccia, regolato il calore dell’acqua Marlene dimostrò la sua vera natura sessuale, incollò le sue labbra su quelle di Matilde e poi via via tutto il repertorio del Kamasutra, altro che sessualmente frigida! Matilde decise la fine dell’approccio: “Ogni tanto fai contento anche tuo marito, ormai so che ami i fiorellini!” Miriam la piccola di casa fece sentire la sua presenza ed anche la sua voce: “Nessuno mi calcola, anche se poco sviluppati ho i miei peletti e seni piccolini ma duri!” Nel frattempo si era denudata. Matilde: inutilente:” “Non sei a Cap‐Ferret!” Miriam interpellò Edoardo:”Mi accontento di un vecchietto, basta che abbia un pisello funzionante!” Quello di Edoardo rispettava le aspettative della piccola Gatti che ingoiò un bel po’ di sperma, Marlene guardò stupefatta, non reagì alla ‘sparata’ del marito: “Stanotte sostituirai mia moglie, ti pagherò profumatamente se ti girerai di spalle…Miriam si girò di spalle. Edoardo in macchina fece ammirare il suo gioiello a Giada figlia di Nicola la quale: “Cazzo hai un mostro, dove credi di andare, mi distruggeresti il Fiorellino!” “Piano, innanzi tutto mi son fatto operare di vasectomia per cui non posso avere figli, ciò vale soprattutto quando scopo con le figlie dei miei contadini ed anche in questo caso… Per quanto riguarda la grossezza di ‘ciccio’ ha escogitato un sistema per cui lo metto dentro ancora mezzo moscio, pian piano lui si ingrossa come i palloncini e comincia anche a sputazzare sul collo dell’utero o nel popò.” Giada mostrò qualche mugolio prima di un orgasmo prolungato, per dirla come Virgilio: ‘Stante cum ita sint’ da quel momento in casa Gatti entrò in vigore il nudismo più completo, tette pendolanti come gli uccelli che talvolta trovandosi vicino a qualche buco consenziente vi si infilavano ‘illiche et immediate’, et ‘magno cum gaudio’ di entrambi. E la malattia di Stefano? completamente inventata, era stato il medico che l’aveva per primo visitato, non trovandogli nulla di preoccupante l’aveva indirizzato alla capo sala della clinica Santa Rita signora permanentemente arrapata e dal marito gelosissimo.