Aeolian island
Ai tempi di ‘quando si stava meglio quando si stava peggio’ le isole Eolie in provincia di Messina erano il ‘confino’ per gli antifascisti, era sufficiente una vaga parentela con qualche personaggio ebreo per finire esiliato in una delle ‘sette sorelle’. Così era accaduto a Vito Cavataio neo laureato in medicina con 110 e lode all’Università di Ancona. Brillante sia per intelligenza che per impegno aveva dato fastidio ad un suo collega appoggiato da un Gerarca Fascista e così era toccato a lui essere destinato quale medico condotto a Panarea la più piccola isola delle Eolie. Anni quaranta, il dottore era stato accolto con entusiasmo dagli abitanti dell’isola affetti purtroppo da malattie allora poco curabili, non erano ancora in circolazione gli antibiotici e altri mezzi curativi importati dagli Stati Uniti d’America allora nemici del popolo italico. Le varie infermità, anche gravi, venivano curate con prodotti Galenici non sempre efficaci con le ricette di Esculapio dio della salute. La saletta d’aspetto del dottor Cavataio già il secondo giorno del suo insediamento era affollata da malati la maggior parte anziani che denunziavano infermità soprattutto all’apparato respiratorio, erano la maggior parte pescatori che di notte erano soggetti a infreddature in special modo d’inverno. Il dr.Vito ormai conosciuto da tutti i Panarioti usava oli essenziali e tisane di Eucalipto, di Abete, di Pino, di Zenzero, di liquirizia come imparato all’Università, risultati: comme ci comme ca, ma l’impegno c’era da parte del medico. Il, doctor per l’alloggio e per il vitto si era sistemato presso un bivani lasciato libero da una coppia emigrata in Australia, ne l’aveva ricevuto l’affidamento don Roberto prete della parrocchia depositario sia delle chiavi delle abitazioni degli emigrati che dei loro segreti soprattutto sessuali, confidenze che il sacerdote teneva per sé perché ricevuti in confessione. Tutto questo relativamente in quanto, come si mormorava in paese aveva una laison con Lucia la Perpetua. Solo la sera il dr.Vito era libero di girare l’isola con una lampadina tascabile, di luce elettrica non se ne parlava proprio, all’interno delle abitazioni si usavano le illuminazioni a petrolio ovvero a carburo di calcio come i minatori. Una sera dopo cena in un sentiero scosceso il dottore incontrò due figure anche loro munite di lampadina elettrica, lui in jeans sopra il ginocchio e canottiera, lei in minigonna e camicetta scollata. Li sorpassò quanto venne richiamato: “Dottore, dottore.” Erano don Roberto e Lucia, irriconoscibili. “Signorina non la facevo seguace di Mary Quant e lei don Roberto il personaggio dei Pescatori d’Islanda di Pierre Loti.” “Lei dottore è rimasto a quando ‘Berta Filava’, anche la Chiesa Cattolica si sta aggiornando imitando in parte quella Anglicana soprattutto in fatto di sesso, un giovane prete deve evitare di avere distruttivi contatti sessuali con fanciulli e fanciulle come da recenti scandali ed anche impedire di avere pulsioni sessuali anche particolari come quelli omo anche se non si può cambiare la natura umana delle persone…” Il dr. Cavataio assentì, non aveva alcuna voglia di perdersi in discussioni che a lui non interessavano, aveva voglia di ‘avvicinare’ qualche donzella indigena in attesa di turiste. “E lei signorina…” “Amo i fiorellini…non quelli dei giardini!” Vito si avventurò in un difficile campo, “nemmeno con qualche eccezione…” Un ‘vedremo’ lasciò aperta la porta ad un avvicinamento inatteso di ‘fauna’’ femminile. Un avvenimento inatteso cambiò la vita del dottore, in piena notte sentì bussare alla porta alla sua abitazione sempre più forte fino a che fu costretto ad alzarsi e con gli occhi ancora chiusi di andare ad aprire. Ripresosi alla meno peggio riconobbe Lucia scarmigliata, si reggeva appena in piedi. “Mi svegli a quest’ora…chi sta male?” “Io dottore sto malissimo, mi lasci entrare.” “Don Vito, non quello del Padrino si mise a sedere sul letto in attesa di eventi. “Ho avuto una lite con quel maledetto prete frocione, mi ricatta, gli avevo comunicato tutti i miei segreti: ero in un collegio femminile con compagna di stanza Louiselle una francesina di Marsiglia che subito si dimostrò esser lesbica. Feci finta di non comprendere le sue intenzioni ma un avvenimento cambiò la mia vita: morte dei miei genitori in un pauroso incidente stradale. Senza appoggio finanziario mi vidi persa, la rata della mia retta stava per scadere ed io non sapevo a chi rivolgermi, come ultima ratio Louiselle, ricca di casato. Ancora ricordo il primo contatto con lei, ero vergine, lei usò un vibratore, mi fece un male cane. Pian piano ci presi gusto fino ad arrivare a piacermi di stare con lei, non ho mai conosciuto un uomo, lei è il primo che ho desiderato ma non mi potevo permettere di avvicinarla, il prete in questa isola è molto stimato e rispettato, in uno scandalo avrei avuto la peggio. Stasera don Roberto si è presentato in sacrestia in compagnia di un vecchio ma ricco panariota, voleva che facessi l’amore con lui. Al mio rifiuto mi ha preso a botte, sicuramente aveva ricevuto un bel po’ di soldi, sono scappata ma ora non so dove andare.” Pensiero del dr. Cavataio: “Stà grana è tutta tua!” Poi: “Mettiti a letto con me, speriamo che sia vero il proverbio che la notte porta consiglio.” Il proverbio si dimostrò non veritiero, il dottore era tuttora confuso. L’altro detto che fece prendere una decisione a Vito fu oltre che la sua bontà d‘animo anche che ‘le donne ne sanno una più del Diavolo. “Caro una decisione ci sarebbe, che ne dici di sposarci, magari solo per finta se non vuoi avere contatti sessuali con me…” Il dottore si sentì in trappola, ormai erano le nove di mattina, i Panarioti era in giro per l’isola e se avessero visto Lucia uscire da casa sua…Ultima difesa:”E se dicessi di no?” “Sarei in un mare di guai, quel delinquente di don Roberto mi metterebbe contro tutti i parrocchiani…” Ultima soddisfazione del dottore: “Finalmente dopo tanto tempo assaggiare una bella figa…”