Agosto in città
Agosto in città è una sofferenza. Soprattutto se sei senza amici perché sono tutti al mare. Il parco dell'Italia '61 è semideserto. Siamo in due, soli, a giocare. Arriva l'ora di pranzo. Mamma ha detto di aspettarla qui. E chi si muove. Sarà l'una. Rimaniamo qui ad aspettare, io e Angelo. Oggi mamma ha detto che mangiamo qui al parco. Eccola, arriva. Una corsa ad abbracciarla. Oggi mamma non sorride, non è di buon'umore, ma ha sempre parole dolci. Ci sediamo su una panchina, facciamo due parole, scherziamo un po'. Lo facciamo sempre con mamma, a lei piace ridere, è cosi bella e quando ride lo è ancora di più. Ma oggi non riesce proprio. Non ci guarda negli occhi e si mette a frugare nella borsa. Tira fuori un sacchetto del pane, di quelli di carta marrone, e tira fuori un panino col prosciutto. Non è molto grande. Lo prende tra le mani e lo divide in parti eguali: una per me ed una per Angelo. Mangiamo. Per bere c'è lì vicina la fontana che sputa acqua dalla bocca del toro verde. Guardo mamma. Mi guarda con un sorriso triste e non mangia. Le domando perché: "Non ho fame amore". Io invece ho ancora molta fame ed anche Angelo: "Mamma, non c'è più niente?" La mamma fa cenno di no. Per oggi basta. Mancano ancora due giorni alla fine del mese. Speriamo passino in fretta.