Alberto il meccanico
Stanislao Duca di Castro quando decideva di ‘sortire’ dal suo castello in quel di Viterbo, agli occhi dei comuni mortali appariva in volto come Vittorio Emanuele 2° (barba e baffi) e come fisico al re Prasutagus dalla corporatura massiccia. A bordo della sua Lancia Flaminia condotta dall’autista Augusto in divisa inappuntabile, sedeva nel posto del passeggero per dimostrare la sua democraticità, gli mancavano i corazzieri per sembrare il Presidente della Repubblica. Da un tal personaggio ci si aspettava che fosse circondato da un nugolo di figli…manco uno a disdoro suo e della consorte, di chi era la ‘colpa’? Presto detto, un endocrinologo di chiara fama aveva emesso un verdetto: ‘pochi spermatozoi e poco mobili’, insomma un branco di addormentati! La duchessa Elena all’inizio del matrimonio la prese male ma dopo l’incontro con Alberto, figlio del suo autista ci fece un pensierino, benché molto giovane il ragazzo era già sviluppato fisicamente e dallo sguardo mascolino dava affidamento in campo sessuale. Elena aveva qualcosa i comune con la regina Semiramide che guidò il suo popolo per cinquanta anni, a lei bastava solo avere finalmente un pargolo, possibilmente maschio. Augusto al termine della ‘passeggiata’ in auto col duca, dopo il pranzo fu incaricato dal duca stesso di invitare suo figlio a ‘fare compagnia’ alla gentile consorte in camera da letto, il ragazzo diciassettenne dopo un attimo di confusione mise a fuoco la situazione, sotto la doccia il tempo necessario, bussò alla porta di madame Elena che era già disponibile sul lettone. Nessun colloquio, Alberto entrò direttamente nella vagina, eiaculò quasi subito e stava per ritirarsi quando: “Resta dentro!”. Restò dentro a lungo sin quando ‘ciccio’ di addormentò. Rientrato in camera da letto andò incontro alla curiosità paterna. “Papà tutto a posto, appuntamento con madame domani alla stessa ora.” “La storia finì dopo una settimana allorché l’amante fu ‘licenziato’. Alberto considerò quello con Elena un episodio da mettere nei ricordi peraltro piacevoli. Qualcosa di particolare accadde una mattina di domenica in cui il barone voleva usare personalmente la Lancia Appia 3^ serie ultima arrivata nella sua scuderia. L’auto malgrado le sapienti mani di Augusto non riusciva e mettersi in moto, Smontato tutto il cruscotto niente da fare, le spie davano segni positivi ma il risultato era sempre lo stesso. Augusto irato ‘a patri numi abbandonò il tutto, Alberto si accorse che il motore non raggiungeva la temperatura operativa, motivo? Un qualcosa che impediva il flusso dell’acqua del radiatore di circolare regolarmente, Alberto scoprì l’inghippo un qualcosa forse un pezzo di tela tolto il quale…tutto regolare. Presente alla scena sia Stanislao che Elena ambedue plaudenti. Alberto dopo quattro anni di studi universitari riuscì a conseguire la laurea in ingegneria meccanica, con gran sua sorpresa il Duca Stanislao lo gratificò con l’acquisto di un’officina attrezzata lungo la via Consolato del Mare, sopra la quale c’era un appartamento ammobiliato a sua disposizione comprese che c’era stato lo zampino di Elena. L’officina ben presto divenne famosa per i suoi lavori alle auto specialmente quelle costose di epoca. Ad Alberto sembrava bruciasse il terreno sotto i piedi come si dice in gergo, approfittò di un occasione per recarsi a Nairobi capitale del Kenya a dirigere una officina di auto di lusso, finalmente un po’ di pace. Raramente riusciva a trovare qualche gentile ‘signorina’ bianca che veniva in officina per farsi riparare…le negre non erano di suo gusto, si scoprì razzista., cambiò nazione varie volte ma il ricordo di ‘Roma mia’ divenne sempre più struggente. Raccolse tutta la moneta in suo possesso, la mutò in dollari, quando vide spuntare il Cupolone si commosse, era diventato un po’ piagnone, forse la vecchiaia…ma quale vecchiaia a quaranta anni si è nel pieno…insomma avete capito. Augusto aveva occupato l’appartamento di Alberto, l’incontro tra padre e figlio fu commovente: “Sono invecchiato e sto male, spero di sentirmi meglio con la tua venuta.” Il ritorno a Roma inaspettatamente cambiò molto nella vita di Alberto, invitato a casa dalla Duchessa Elena si presentò con un solo mazzo di rose rosse ma erano presenti una signora ed una signorina circa sedicenne. “Good morning sir, it’s a pleasure to meet you.” “Da dove è sbucata stà figlia di Albione? Non ti assomiglia molto…” “Infatti assomiglia a te mio caro…” “Che vuol dire mi stai prendendo in giro?” “No my dear, ricordi quella nostro settimana d’amore, questo è il bellissimo risultato.” Un silenzio glaciale rotto dal rumore dell’accensione di una accendino avvicinato ad una sigaretta. “Questa fuma pure, quanti anni hai?” “ Cominci presto a fare il padre, ci mancano solo le sculacciate, son qua…”La baby sfacciatamente mostrò il popò, Alberto ne approfittò per una vera sculacciata: ‘A cosa ‘ntanto dimmi come t’hanno chiamato, spero non con un nome inglese.” “Roberta in tuo onore, a Londra ho frequentato un corso di jiu jitsu 4 Dan.” “Se permetti la cosa mi lascia indifferente…non è vero, speravo tanto di poter un giorno abbracciare un mio cucciolotto!
Sapete chi era Prasutagus? No, non ve ne frega niente? Ed io non ve lo dico, restate ‘gnurant!