ALONSO L’ANTICONFORMISTA
Essere anticonformista era il minimo che si potesse dire al marchese Alonso Mastronardo, molto abbiente, rimasto orfano a vent’anni lasciava spesso la sua villa sull’Appia per viaggiare un po’ in tutto il mondo in primis in Europa. Perché tanta frenesia nello spostarsi tante volte, un motivo era piuttosto prosaico e diciamolo pure ‘zozzone’: provare i fiorellini delle femminucce di varie nazionalità e fare un paragone di chi fosse la migliore in campo sessuale. A detta del marchese le prime in classifica in Europa erano le islandesi, sembrerà strano che tali femminucce avessero avuto il primato, in fondo erano poche di numero ma tanto disponibili, bastava chiedere e le dame non si facevano pregare, forse il clima freddo, forse la solitudine insomma si davano da fare di brutto. Dalle statistiche risultava che la maggior parte dei neonati fossero di padre sconosciuto come da detto latino che vi risparmio. Il marchese in seguito si domandò se qualche suo discendente illegittimo fosse per metà islandese non che la cosa gli interessasse gran che. In seguito passò in Africa, ci rimase poco non che non incontrasse belle ragazze ma la maggior parte avevano in difetto per lui grave: il capezzolo delle tette ed il fiorellino completamente scuri, gli facevano impressione buah! In medio oriente si presentarono altri problemi più difficili da affrontare, le donne era quasi completamente vestite, di alcune si scorgevano addirittura solo gli occhi che però facevano immaginare un viso bello e molto probabilmente sarebbero state disponibili ma la loro religione imponeva un vincolo per lui inaccettabile, il matrimonio pena gravi sanzioni corporali, i padri ed i fratelli delle cotali non scherzavano, al pari degli omosessuali si incorreva in gravissimi rischi. Primo approccio in India, una desolazione, la maggior parte della popolazione era in miseria, vacche che giravano indisturbate per le strade, gente che si purificava nel Gange rendendolo putrido, merce esposta al pubblico su bancarelle con dubbia pulizia, che non ci fosse nessuna femminuccia da frequentare? Nell’albergo Gold Delhi Alonso ritrovò un po’ di civiltà, il concierge Ketan era una persona distinta, ben vestita nella sua uniforme, era stato per anni in Italia. “Signore benvenuto, accolgo sempre volentieri i suoi paesani, l’Italia in particolare Roma mi è rimasta nel cuore.” “Magari qualche bella signorina italiana?” “Anche signore ma la mia patria è l’India. Sono a sua disposizione, le interessa la compagnia femminile o maschile?” “A coso guardame ‘n faccia c’iò la faccia da frocio?” “Signore sentire il dialetto romano è per me un piacere, ho lasciato nella vostra capitale tanti amici e qualche amica intima, conosco delle ragazze indiane giovani e bellissime.” “Bene andrò a mangiare alla vostra mensa, se possibile fammene presentare qualcuna al mio tavolo, un particolare: non amo quelle con la pelle scura, se non ricordo male tempo addietro una indiana è stata eletta miss mondo.” “Ricorda bene signore, il cuoco come me è stato a Roma, ci penserà lui per il menu.” A metà pranzo si presentarono al tavolo di Alonso due giovani ragazze in costume indiano, media statura, sorridenti, anche loro due erano vissute a Roma. Le ragazze avevano mangiato, Alonso passò direttamente all’argomento che lo interessava: si chiamavano Indira e Lekha, questo secondo nome fece sorridere il marchese, faceva ben sperare. Prima di andare in stanza il marchese ritenne opportuno accertarsi della disponibilità delle due indiane: “Come posso compensarvi per la vostra disponibilità?” “Rispose Lekha: “Dipende da quello che lei desidera, noi usiamo il condom.” “Qualora io preferissi non usarlo o visitare il culo?” “Ti costerebbe il triplo partendo da duecento Euro.” “Vi ringrazio, ora sono stanco se avrò bisogno di voi vi farò chiamare da Keetan. “A coso m’hai mannato du’ mignotte.” “Signore non siamo in Italia, ragazze disponibili come quelle occidentali non ci sono, bisognerebbe frequentarle a lungo …” “Ho capito, lascia perdere, ti farò sapere la data della mia partenza.” Alonso prese le scale per ritornare in camera, aveva bisogno di un po’ di moto, giunto all’inizio delle scale vide scendere una ragazza bellissima vestita all’orientale, si fermò, era rimasto affascinato. Nel frattempo la baby seguitò a scendere le scale ma, causa forse anche la gonna stretta precipitò e avrebbe battuto la testa su un pilastro o per terra, Alonso riuscì ad intercettarla evitandole il peggio, la baby era rimasta fra le sue braccia forse svenuta per lo spavento. “La lasci immediatamente, la dia a me!” Era intervenuta una megera. “Chi cacchio sei vuoi presentarti?” “Sono Sumali lo chaperon di Surya.” Nel frattempo la ragazza aveva riaperto gli occhi ma era ancora intontita, insieme le due donne presero l’ascensore e salirono al terzo piano, quello di Alonso. Episodio dimenticato, Il nobile decise di fare il turista, a mezzo di una guida cartacea scoprì i tesori di Nuova Delhi, veramente interessanti. Rottosi i zebedei Alonso stava andando dal concierge per comunicare la sua decisione di ripartire quando fu fermato dallo chaperon tailandese. “Le chiedo scusa ma Surya la mia protetta vuole conoscerla, le ho consigliato di non muoversi dalla poltrona dove è seduta, una caviglia le fa ancora male, qualora lei voglia conoscerla mi segua.” Stavolta fu Alonso a stupirsi, forse la ragazza voleva ringraziarlo. Entrato nella sua stanza il marchese ebbe la stessa impressione della prima volta, la tailandese era di una bellezza signorile, fuori dal comune.“Monsieur merci pour votre aide, sans vous j’aurais été vraiment blessé.” “Le traduco quello che…” “Conosco un po’ il francese.” “Merci mademoiselle, ce fut un plaisir de vous rencontrer, j’aimerais vous apprendre l’italien.” Alonso si era fatto intraprendente ed ebbe successo, il vecchio aforisma ‘audaces fortuna adiuvat’ aveva funzionato. Alle nove Alonso era sbarbato, dopo barba profumato, molto elegante con completo grigio e cravatta rossa napoletana. Tramite il concierge avvisò le due tailandesi del suoi arrivo nella loro stanza, Keetan alzò un sopracciglio, la sua era curiosità. Surya era sempre seduta su una poltrona, Sumali aveva provveduto a sistemarla, era ancora più attraente, ad Alonso il cuore cominciò a battere più forte, rimase sconcertato nemmeno quando era studente…”La signorina fa parte della nobile famiglia tailandese Bannang… è appassionata di lingue straniere, vorrebbe imparare da lei l’italiano.” Alonso comprese il significato della presentazione da parte dello chaperon della famiglia di Surya , era un avvertimento, stai attento a quello che fai e che dici. “Mi fa piacere insegnarti l’italiano, parlerò molto lentamente, io ho il titolo nobiliare di marchese, sono orfano vuol dire che i miei genitori sono morti, sto viaggiando per il mondo per turismo e per istruzione.” Sumali a quell’affermazione aveva storto il muso, chissà cosa aveva capito. ”All’ora di pranzo mangerò nella mensa dell’hotel, se avessi potuto camminare ti avrei invitata.” Surya aveva capito il senso del discorso, era molto intelligente: “On peut manger dans ma chambre.” Sumali non era d’accordo ma dovette ingoiare il rospo. Apparvero due camerieri in divisa, spingevano due carrelli con cibi francesi ed una bottiglia di champagne, omaggio della direzione, Keetan doveva aver avvisato il direttore dell’albergo. Guarita la caviglia di Surya il nobile e la tailandese cominciarono a passeggiare in giardino, spesso si sedevano su un panchina a fare conversazione, la tailandese cominciava a pronunziare qualche parola di italiano, applausi da parte di Alonso, malcelata indifferenza da parte dello chaperon. L’albergo aveva una biblioteca, Alonso scoprì una edizione dei Promessi sposi del Manzoni cercò di far leggere Surya che all’inizio ebbe delle difficoltà poi diventò più sicura di sé. Un fulmine a ciel sereno, una mattina andando al bar a far la prima colazione Alonso fu avvisato da Keetan che le due tailandesi la sera tardi erano partite con una Rolls Royce targata Bangkok, molto probabilmente anzi sicuramente quella strega di Sumali aveva avvisato i genitori di Surya sui recenti avvenimenti riguardanti la loro figlia. Il giorno stesso Alonso lasciò l’albergo dopo aver mollato una sostanziosa mancia a Keetan secondo il buon principio di restar sempre amici dei portieri d’albergo. Novello Ulisse Alonso prese a viaggiare per il sud est asiatico, scartò la Thailandia senza un motivo specifico o meglio c’era ma non lo voleva confessare neanche a se stesso, forse si era innamorato di Surya, era la prima volta che provava questo sentimento per una donna ma le circostanze gli fecero capire che, al lume dei fatti accaduti era impossibile raggiungerla. Si rivolse in altri paesi ad altri fiorellini esotici, conobbe da vicino Iseul coreana, rugiada, Lan vietnamita orchidea ed infine Akane giapponese rosso brillante il significato del suo nome corrispondeva al colore dei capelli ed anche dei peli del pube, era alta, simpatica, allegra ma parlava solo la sua lingua, nessuna possibilità di dialogo, stettero insieme tre giorni in albergo poi la ragazza lo accompagnò al Narita l’aeroporto di Tokyo. Fu la nostalgia a fare rientrare nella sua città Alonso, gli mancavano molto sia la sua casa che i suoi amici. Al suo arrivo in taxi Nerone e Pongo i suoi due dobermann col loro istinto che lo avevano localizzato già da lontano, gli saltarono addosso latrando e mugulando. Giunsero anche Enrichetta e Rosa le due cameriere e Igor un russo il tutto fare: “Lei ci è molto mancato, la casa vuota era triste senza signorine” La frase apparteneva al russo. Doccia calda, si era in inverno, controllo della posta, pranzo e poi spaparazzato sul letto testimone di tante battaglie, per ora Alonso voleva solo riposarsi…Due giorni dopo sulla sua mail apparve uno scritto di Sumali dalla Thailandia, aveva avuto l’indirizzo di Alonso da Keetan, in sunto: Surya per ordine dei genitori era stata praticamente rapita e riportata in patria, l’aspettava un matrimonio combinato cui lei era estremamente contraria, era stata messa in punizione prima nella sua camera poi addirittura violentata e confinata nello scantinato del palazzo, c’erano allegate delle foto, le ultime due scioccanti: una del viso tumefatto e l’altra del fiorellino della ragazza insanguinato. Alonso era inebetito, riguardò più volte le foto, ancora inorridito rilesse lo scritto: lui doveva recarsi con le foto ed il racconto di Sumali all’Ambasciata di Thailandia a Roma e consegnarlo all’ambasciatore o ad un suo attaché e, per conoscenza al Ministero degli Esteri e al Ministero dell’Interno Italiani. Alonso si fece accompagnare da Igor nei tre posti con la sua 500 Abarth, ebbe qualche difficoltà a parlare col sostituto dell’ambasciatore il quale, letto lo scritto e visionate le foto cambiò di colore: ”Aspetti qui.” Poco dopo si avvicinò rapidamente un uomo di mezza età: ”Sono Thasin l’ambasciatore, è sicuro che quanto scritto risponda a verità, sarebbe un fatto gravissimo!” “Nei limiti dell’umano si, porterò scritto e foto anche al Ministero dell’Interno ed a quello degli Esteri italiani, grazie per quello che potrà fare, sono molto affezionato a quella ragazza.” Igor si era commosso, veder quell’omone grande e grosso piangere fece un certo effetto ad Alonso, oggi ci sono in giro poche persone sensibili. Seguirono giorni di trepidazione, il tempo non passava mai, Alonso per scaricare la tensione prese a correre nel parco, ci guadagnò anche la linea Dopo cinque giorni, consultando il computer Alonso vide una mail di Sumali: “Tutto bene, la polizia è entrata a forza nel castello dei genitori di Surya, li hanno arrestati, hanno liberata la ragazza che son riuscita a portarla a casa mia, questo è l’indirizzo qualora…” Niente qualora, Alonso sembrava impazzito, fece riempire due valige di vestiti da Rosa, con la 500 Abarth si fece condurre da Igor a Fiumicino, dovette aspettare varie ore sino all’arrivo del primo aereo diretto all’aeroporto dsal nome impronunziabile Suvarnabhumi. Il viaggio sembrava non finire mai, dopo dodici ore, alle otto del mattino tenuto conto delle sette ore di fuso orario Alonso bussò alla porta dell’abitazione di Sumali, era una donna forte non piangeva, abbracciò Alonso e lo condusse nella camera da letto dove c’era Surya, la ragazza aveva il volto coperto da un velo. “Mia cara grazie a Sumali sei libera, ti starò sempre vicino.” “Grazie a te.” Hai imparato l’italiano, sei favolosa!” Pian piano anche con l’aiuto di un dottore Surya si rimise in sesto, accettò l’invito di trasferirsi a Roma. Alonso con malcelata indifferenza:”Cara Sumali qualora non fosse per te difficile staccarti dalla tua terra vorrei…” Stavolta l’ex chaperon non trattenne le lacrime ed abbracciò Alonso. Ci volle del tempo per avere un passaporto per ambedue le donne, furono agevolate che il fatto aveva avuto ampio rilievo sui giornali. Dopo la canoniche dodici ore di viaggio arrivo a Fiumicino dove c’era ad attenderli Igor con la 500 Abarth. “Dove credi di andare con stà scatoletta, prendiamo un taxi, appena possibile acquisterò una ‘nave’, la 500 servirà solo per la città. Le nuove arrivate furono presentate anche a Nerone e Pongo che si comportarono da gentiluomini leccando le mani alle due thailandesi. Un’atmosfera idilliaca regnava in casa di Alonso, normalmente era difficile che tante femminucce costrette a vivere insieme non avessero dei dissapori, allora tutti insieme appassionatamente? La risposta è positiva anche se talvolta era accaduto che Sumali abbracciasse Alonso ricordando quel che il signore aveva fatto per loro due. Surya non apprezzava: “Come si dice cucu in italiano?” “Quello che tu sarai presto se seguiterai a rompere i maroni!” “Cosa sono i maroni?” Non vedo l’ora che tu ritorni in Thailandia così potrò spassarmela con Sumali.” “Che vuol dire spassarmela?”….