Anime morte

Il Nevskij Prospeckt, un fiume pedonale di una cittá russa, un fiume di anime morte e vive, disperate e non. Penso che ogni luogo possieda questa via, non solo S.Pietroburgo. Riflettevo questa mattina passeggiando su quest´ísola, senza strade, dove il pedone cammina su viottoli di sabbia o sull´immensitá della riva abbandonata dalla bassa marea. L´uomo si deve ritrovare, si deve esporre,deve giudicare e farsi giudicare per esistere. La miseria dello spirito cerca nell´incontro, un´assoluzione qualsiasi, fors´anche l´indifferenza che allevi quel senso di colpa, che deve pur esserci in alcuni. Mi camminava davanti, aveva forse la mia etá, capelli bianchi, alto, un andatura agile, maglietta, calzoni a mezza gamba, piedi scalzi. Al suo fianco, una bambina di 12, 13 anni, minuta di altezza, con un tanga scomparso tra le pieghe di due glutei neri come il carbone. Il reggiseno raccoglieva seni immaturi. Un volto di putto negro, tra bagliori di pupille e di lacca su riccioli crespi. Un sorriso affiorante, indeciso. Quella mano che scende dalla vita lentamente e si posa sui glutei in movimento. Li possiede entrambi. Lui avverte il mio sguardo. Per un attimo ci guardiamo da uomini. La mano si ritrae.

                   Morro de S.Paulo