Anna ed Hemingway
La mia vecchia Y10 sa dove andare, sa come andare, a noi non importa. Vinicio sta cantando del suo "ultimo amore", e gli stiamo dietro a squarciagola, poi, stanchi della statale, svoltiamo. Trani d’estate è uno spettacolo, gente dappertutto, il mare e locali che ti chiamano per nome, si deve solo scegliere: “la bodeguita del medio” nome abbastanza letterario, l’ideale.
Ci sono dei tavoli liberi, ma scelgo il bancone, lo considero un posto privilegiato, è così pure nei film e poi mi piace sapere cosa bevo. Un angelo dai capelli neri si dà da fare coi nostri mojito, i suoi movimenti sembrano un danza, la menta pestata nel mortaio, il ghiaccio tritato sul palmo e, mentre contemplo tutto questo, c'è una bella donna che mi tiene la mano, senza rovinare tutto con inutili parole, è magia, se ci fosse davvero il Paradiso, beh assomiglierebbe a questo posto. D'un tratto mi ritrovo a pensare ad Hemingway, a come per lui questa magia sembrava per sempre ed alle sue cervella sparse per terra. Mah, qualcosa che non andava ci doveva pur essere, ma non stasera, forse domani, quando inventeranno un telefono da tenere in tasca per poter essere sempre disponibile e sempre meno libero, quando inventeranno una scatola che ti dice sempre dove andare per non farti perdere mai, quando ti manderanno fuori dai locali a fumare. Per fortuna c'è ancora del tempo, c'è questa sera e c’è la maga del bancone che ci propone una sua creazione, sarà il quarto o il quinto, mi guardi strano, m’aspetto il peggio invece vuoi solo offrire tu, forse è questo che mancava ad Ernest, una che offrisse, che non gli facesse pensare al domani. Alla salute allora, usciremo barcollando, reggendoci a vicenda,troveremo un posto vicino al mare per farcela passare e poi… e poi, prima che arrivi domani, ti sposerò baby.