Anselmo
Chiamarsi Anselmo può essere una fortuna sempre che la persona corrisponda alle caratteristiche del suo nome. A parte il significato che vuol dire ‘Elmo di Dio’ cosa che lascia perplessi i religiosi che si domandano cosa ci faccia Dio con un elmetto in testa… ma tralasciando il significato letterale Anselmo dovrebbe essere: persona spigliata, flessibile, disponibile, organizzata, che fa più del dovuto, dalla compagnia piacevole e dai consigli sensati ed utili. Sinceramente penso che nessuno di noi penserà di incontrare un simile fenomeno invece esisteva: Anselmo, trentenne, abitava in viale Parioli a Roma che dal nome dava l’idea del lusso del suo attico di trecento metri quadrati con intorno piante di ogni genere ben curate dal un giardiniere per non parlare dell’interno tipo villa Hollywoodiana. Tutto merito suo? Quando mai, tutto ereditato dai genitori a loro volta beneficiari delle speculazioni dei loro antenati, insomma una razza di affaristi che con gli anni avevano ‘messo su’ un patrimonio notevole. Figlio unico di Mafalda e di Rodolfo che si erano trasferiti alla Seychelles per passare al meglio gli ultimi anni della loro vita e dove avevano acquistato una villa sul mare con relativo motoscafo per effettuare la pesca d’altura. Ovviamente Anselmo era invidiato da uomini e da donne, soprattutto queste ultime l’avrebbero molto volentieri ‘impalmato’ ma il giovane era decisamente allergico a questo vincolo e sinora era riuscito a svicolare. Il suo maggior impegno era nel seguire l’andamento di terreni, di supermercati, dei panifici, delle pasticcerie ed anche di una Scuola Guida. In fatto di auto era un nazionalista , nel suo garage sostavano una Fiat Abarth 695 da usare in città e poi un Alfa Romeo Stelvio, una Lamborghini Aventador e, come fuoristrada, una Jeep Renegate. Usava la Lamborghini solo su circuiti , era facile con questa auto superare i limiti di velocità imposti nelle autostrade ed Anselmo ci teneva alla sua patente. Anche una Lancia Ypsilon era parcheggiata nel suo garage, la prestava (ed una volta l’aveva pure regalata) ad amiche con cui intrecciava qualche temporanea relazione. Anselmo era amato dai suoi dipendenti ai quali elargiva paghe e stipendi superiori a quelli previsti dai contratti di lavoro; per lui avrebbero fatto qualsiasi cosa soprattutto le commesse con cui aveva avuto anche degli incontri boccacceschi come quando una addetta alle vendite al supermercato una mattina prima dell’apertura delle vendite, si era alzata la gonna per mostrare a tutti una ‘cosina’ pelosissima priva di mutande! Ovviamente tutto era finito in una risata generale. Un giorno Anselmo recatosi al supermercato incontrò il direttore Efisio che gli rappresentò una situazione che si era creata: due gemelle si erano presentate per cercare un posto di lavoro ma l’organico era al completo ma lui non riusciva a farle ‘sloggiare’ dal locale. Entrato in direzione Anselmo fece accomodare le due ragazze e: “Rappresentatemi i vostri problemi.” “Padrone (era il titolo con cui i dipendenti del Super lo appellavano) siamo Alida e Claudia, abbiamo bisogno assoluto i lavorare, nessuno ci vuole dare retta, abbiamo mamma ammalata grave con una rara malattia cronica, nostro padre…è a Regina Celi. Nostra madre è una lunga degente ed in ospedale ci hanno detto che non possono più tenerla, non abbiano i soldi per andare avanti né per acquistare medicine per lei indispensabili, se lei potesse…abbiamo raccontato la verità, abitiamo a Tor Bella Monaca…” “ Efisio trova un’occupazione a…ripetetemi come vi chiamate e quanti anni avete?” “siamo Alida e Claudia, abbiamo diciannove anni.” “Datemi un documento di riconoscimento, non vorrei che foste minorenni.” Le ragazze presentarono due carte d’identità di cui Efisio fece una fotocopia e le riconsegnò alle interessate.” “Lei è un signore, se fossimo religiose pregheremo per lei ma in ogni caso…siamo a disposizione.” Una stretta di mano, Anselmo, anche se non era un Boy Scout aveva fatto la sua buona azione quotidiana. C’era un motivo per cui il giovane aveva chiesto alla due ragazze la loro carta di identità: in passato stava per avere guai seri con una francese a nome Josephine che si era presentata alla sua Scuola Guida per conseguire la patente. Aveva presentato una ‘carte d’identité’ da cui risultava avere vent’anni. Peppe, il direttore, si era rivolto ad Anselmo in quel momento presente in ufficio per avere un suo parere circa l’età della ragazza. Anselmo, abbagliato dalla beauté della demoiselle rassicurò Peppe ed invitò Josephine a casa sua. La ragazza con i capelli tinti di azzurro e dal fisico piacevole affermò di essere un’attrice di varietà di passaggio a Roma per recitare una commedia al teatro Brancaccio e fece capire che in quel momento aveva qualche difficoltà finanziaria per motivi di famiglia. La difficoltà fu presto superata dalla baby con Anselmo che si rifece della ‘cortesia’ pecuniaria invitando la demoiselle a farle compagnia in camera letto. Un pomeriggio di fuoco ma prima di uscire da casa Josephine, in francese ‘brandendo’ la carte d’identitè: “Imbecile, je suis mineur, j’ai dix‐sept ans e te vais dènoncer pour viol.” Anselmo con uno scatto riuscì a strapparle di mano la carta d’identità, nel frattempo la ragazza aveva aperta la porta d’ingresso ed era sparita ‘fra la pazza folla’. Anselmo preoccupato si recò alla più vicina Stazione dei carabinieri e denunziò i fatti accadutigli. Piantone era una Carabiniere a nome Attilio (Tillo) nativo della Valle d’Aosta che conosceva bene il francese, prese a cuore la situazione e telefonò al teatro Brancaccio per sapere se avessero fra gli attori francesi una certa Josephine. Risposta negativa, nessun attore francese. Anselmo , contrariamente al suo stile era proprio arrabbiato pensando ai guai che quella…avrebbe potuto causargli, chiese allora a Tillo o a chi per lui di rilevare le impronte digitali di Josephine sia sulla sua carta di identità che su quelle lasciate in casa sua. Fu accontentato. Nel frattempo le indagini andavano avanti; da Parigi giunse la notizia che la carta di identità era falsa, le impronte digitali della ragazza inviate alla Gendarmeria di Parigi rilevarono la vera identità della giovane: si chiamava Sophie ma non faceva onore al suo nome che vuol dire saggezza. La ragazza aveva effettivamente diciassette anni e tramite amici delinquenti si era procurata il documento di identificazione falso. Anselmo trasse un sospiro di sollievo, la storia gli aveva insegnato di cercare le sue conquiste femminili solo fra le italiche mura. Si ricordò allora di una vecchia amica (vecchia si fa per dire era una quarantenne) che aveva conosciuto anni prima e: “Cara Carlotta, un soldino se riconosci chi sono.” “Sei Anselmo uno zozzone matricolato, ancora ricordo le tue imprese ed i tuoi gusti in fatto di sesso, immagino perché vieni a bussare a stó convento.” “Si ma senza pioggia e senza vento, che ne dici di fare una scappata a casa mia in via Parioli, dopo cena potremmo…” “Non ci sono problemi, appena mi restauro un po’ sarò da te.” Il ‘restauro’ durò poco, Carlotta faceva ancora la sua porca figura, a tavola fece onore soprattutto alle aragoste ed al Pro Secco: “Vedo che hai bisogno di cibi afrodisiaci, una volta…” “È tutto in tuo onore ed or Melisenda accomando di aprire ad Anselmo il tuo popó!” “Non ricordavo male i tuoi gusti da sporcaccione, sarò la tua Melisenda per tutta la notte sempre che il mio popò resista…” La mattina dalle tapparelle semichiuse giunse agli occhi di Anselmo un fastidioso raggio di sole, erano le undici e Carlotta era sparita dalla circolazione portando con sé un braccialetto d’oro trovato sul comodino con un biglietto di ringraziamento per la sua prestazione. L’ottimismo aveva ripreso il sopravvento sull’umore di Anselmo che si ricordò delle due gemelle che aveva fatte assumere nel suo grande magazzino. “Efisio che fine hanno fatto quelle due ragazzine …” “Non sono ragazzine, da quando guadagnano hanno cambiato look, non le riconoscerai, sono laggiù alle casse, si impegnano nel loro lavoro a parte che…” Anselmo si diresse verso le casse ma non riuscì a riconoscere Alida e Claudia sino a che: “Padrone non ci riconosce, ancora la dobbiamo ringraziare…” Era incredibille loro trasformazione: lunghi capelli castani scuri con meches, occhi grandi truccati alla perfezione, labbra…invitanti, seno non eccessivo, minigonna… uno schianto. “Penso che qualche cliente maschio abbia avuto con voi dei problemi, forse si sarà dimenticato il resto sul bancone…”Alida: “È accaduto varie volte, ma non era una dimenticanza ma un invito palese che abbiamo respinto, non ci piace far la parte delle…ha capito, poi si sarebbe sparsa la voce…” “Belle ed intelligenti come piace a me, che ne dite di seguirmi con la vostra macchina ed andare al ristorante?” “ Niente auto solo tram e autobus ed il cavallo di S.Francesco!” Ed allora che ne dite di una Stelvio?” Le due ragazze si guardarono negli occhi: “Se tornassimo a Tor Bella Monaca con lei in quella macchina saremmo marchiate per sempre come…va bene per il ristorante ma poi ci dovrebbe lasciare un po’ lontano da casa nostra.” “Nessun problema.” Il ristorante scelto era ai Parioli, ‘Chez Mimì’ famoso per i piatti di pesce’ Il maître fece accomodare il trio in un tavolo lontano dall’orchestra come chiesto da Anselmo e poi lasciò sul tavolo il menù ritirandosi senza parlare, solo un inchino e soprattutto nessun commento. Alida e Claudia leggendo il menù si facevano matte risate, Anselmo comprese che non riuscivano a capire di quali cibi si trattasse, le tolse d’impaccio, fece un cenno al maître che si avvicinò. “Mi scusi, posso sapere il suo nome.” “Alessandro signore.” “Bene Alessandro non scegliamo nulla nel menu, preferiamo affidarci a lei con la sola preferenza di vini italiani e di acqua non gassata.” “Grazie della fiducia, signore.” Mal gliene incolse a tutti e tre: un cameriere giunse con un carrello dove spiccavano tre piatti con al centro qualcosa che assomigliava a dei crostini con salsa verde, ma erano ben poca cosa rispetto alla fame dei tre. Altro cenno al maître: “Alessandro non si offenda ma abbiamo fame, veda di farci portare qualcosa di più sostanzioso, magari meno sofisticato.” Alessandro aveva capito l’antifona, la successiva portata consisteva in un piatto cupo pieno di tortellini in brodo che fu presto ‘spazzolato’ dai tre. Il successivo fu di tagliatelle al sugo di pernice, un squisitezza innaffiate da un Amarone d’annata. Successivamente giunse sul tavolo della cacciagione con contorno di insalate cotte e crude, un ananas e poi il trionfo con uno spumante Asti De Miranda, favoloso, corredato da cannoli siciliani, evidentemente il pasticcere era proveniente dalla Trinacria. Anselmo porse la carta di credito ad Alessandro con sotto cinquanta Euro, che l’interessato fece finta di non vedere ma che portò ad ossequi profondi all’uscita dei tre dal ristorante. “Ragazze che ne dite di passare il resto della serata da me, non è lontano, ma se avete problemi …” Alida e Claudia si consultarono poi: “Telefoneremo ad una vicina di casa per far compagnia a nostra madre ma non sappiamo come…” “Compris, nella camera da letto rosa ci sono due armadi con abiti da donna per ogni occasione e di ogni taglia, a voi la scelta.” Le ragazze giravano per tutto l’appartamento con gridolini di meraviglia, per loro era una reggia, alla fine del ‘giro’ abbracciarono Anselmo senza parlare…”Che ne dici se indossiamo una camicia da notte?” La camicia da notte consisteva in un baby doll di colore differente, azzurro quello di Alida e rosa quello di Claudia, sotto il baby doll…niente come nel film. Anselmo: “Mie care, abbiamo mangiato e bevuto un po’ troppo, che ne dite di rimandare a domani…” Erano le nove di mattina quanto Anselmo sentì solleticare piacevolmente il petto da mani delicate, aprì gli occhi, si ricordò che dovevano venire a casa Emma la cameriera ed Eugenio il cuoco. “Ragazze vestitevi, stanno per arrivare i miei camerieri…sento dell’odore di caffè, una doccia, mi vesto e dopo colazione una sorpresa. Giunsero Emma ed Eugenio che salutarono le due ragazze senza scomporsi più di tanto, conoscevano il loro ‘padrone’ e gli volevano bene. “Voglio fare uno scherzo a Efisio: troverete una mascherina nei cassetti dell’ingresso ed in un armadio cappelli a falda larga, vi presente al magazzino camuffate e vedremo.”Appena entrati il direttore: “Padrone le due ragazze stamattina non ci sono, ho telefonato a casa loro senza esito, non so che pensare.” “Non pensare nulla, te ne ho portate altre due per sostituirle, che ne dici?” “È proibito girare in città mascherate, non siano a carnevale, veda lei.” “Braciolettone non le riconosci, ragazze via maschera e cappello.” “Lei è il solito burlone ora non so che dire né che fare.” “Bravo non dire nulla, Alida e Claudia le ho… licenziate, trovane altre due al loro posto.” Efisio finalmente capì la situazione e, un pó puritano pensò che il suo padrone era tanto ma tanto ‘cochon’. La storia cambiò la vita ad Anselmo che finalmente trovò un equilibrio sia spirituale che sessuale, il trio funzionava perfettamente, le ragazze ogni tanto ritornavano a Tor della Monaca con una delle auto di Anselmo beccandosi l’epiteto di ‘mantenute’ ma a loro poco importava. Avevano ripreso a studiare e si erano iscritte alla facoltà di medicina, la mamma era passata a miglior vita, il padre…sempre ospite delle patrie galere! La storia non finisce qui: Anselmo a mezzo di skype prese contatto con i genitori alle Seychelles, in particolare con la madre che sentiva molto la lontananza del figlio: “Mamma come state?” “Figlio mio mi manchi moltissimo ma non me la sento di fare un viaggio sino a Roma, gli anni si fanno sentire…io sono sempre in lotta con quello sporcaccione di tuo padre Vittorio che ha la faccia come il culo…sai cosa ha scovato per nascondere le scappatelle con le bellezze femminili locali? Che è colpa del suo nome che vuol dire conquistatore!” “Si mamma ma se non ricordo male il tuo nome Malfalda significa possente in battaglia, sicuramente gli renderai la vita dura. Voglio darti le ultime novità che riguardano me: gli affari vanno bene come pure la mia vita sentimentale, convivo con due ragazze Alida e Claudia favolose sotto ogni punto di vista, come ultima meravigliosa novità…tu e papà diventerete nonni di Rodolfo e di Mafalda che fra sei mesi verranno ad allietare la mia vita, che mi dici? “Che sei un maialone come tuo padre ma che ti voglio un bene dell’anima e faccio tanti auguri ai nascituri, ciao mi hai fatto commuovere…”