Banca Cooperativa Di Gnocca
Vi pare un titolo un tantino strano? Più tardi ve lo spiegherò, per ora accontentatevi di sapere che vi trovate dinanzi ad uno scrittore (si fa per dire) fuori del normale sempre che sappiate che vuol significare normale, io non lo so.
Alberto M., sono io, scapolo, nulla facente, rampollo tretenne di una famiglia di marchesi che, al contrario di altri nobili costretti a vivere in un'ala non 'sdirupata' dell'avito castello, non sono affatto squattrinato perchè i miei avi non hanno sperperato il patrimonio di famiglia in case da gioco o in case di piacere (quanto mi piace questa immagine!). Lo confesso sono edonista ma non epicureo perchè non riesco a credere più di tanto alle varie religioni del mondo, ma questo è un altro discorso.
Ritorniamo alla banca succitata o meglio alla fauna femminile che la rendeva piacevole ai miei occhi di eterno cacciatore.
Lì vi era il famoso profumo di donna in termine gasmaniano in quanto, dei sette impiegati, solo il direttore era di sesso maschile, gli altri o meglio le altre sei tutte femminucce degne della mia attenzione, questo era il motivo di aver aperto un conto in quella struttura bancaria,
Fra tutte spiccava Artemide (per quel nome i genitori erano da mettere al muro, si fucilati) ma in fondo non mi dispiaceva perchè, storpiandolo, riuscivo ad accendere la deliziosa ira dell'interessata, niente affatto docile, soprattutto quando lo mutavo in Ade (aveva ragione) ma non gli dicevo che Ade era un maschietto padrone degli inferi.
Talvolta mi presentavo in banca quasi all'ora di chiusura quando le impiegate erano un tantino stanche dopo mezza giornata di lavoro e, spesso, dovevan dar conto a persone dalle richieste finanziariamente più strane con la massima calma che, a quell'ora,si era proprio esaurita.
Artemide era allo sportello ma, alla mia vista in fondo dela fila, si era fatta sostituire da una collega, vano tentativo.
"Ho una partica in sospeso con la signora Artemide, gentilmente la vuol chiamare?"
Immaginate l'espressione dell'interessata.
"Mi dica cosa vuole, siamo in chiusura."
"Ho bisogno di un prestito, devo acquistare una casa a Torre Faro (avevo dimenticato di dirvi che abito a Messina, Strada Panoramica dello Stretto 401).
"Ma se ha un bel pò di quattrini nel conto corrente!"
"Mio nonno, unico mio parente, me lo controlla e non vuole che acquisti quella casa, lei capisce..."
"Io capisco ben altro, alle quindici riapriamo, buon appetito."
"Senza di lei il pranzo mi andrebbe di traverso..."
"La cosa non mi dispiacerebbe così finirebbe..."
"Nolite stare ante impedimenta!"
"Anche col latino non funziona, in ogni caso anch'io ho fatto il classico e'non ti fermare dinanzi ad ostacoli' mi lascia indifferente, lei si fratturerà il capo sul mio muro."
"Mi farò perdonare, la invito a pranzo al ristorante 'La Stalla',
"Niente da fare, vado a casa, in ogni caso dal nome il ristorante non deve essere gran che."
D'un tratto Artemida mi prese sottobraccio: "Andiamo al ristorante."
Questa decisione non era dovuta al mio fascino ma dalla presenza di un tale dalla faccia poco rassicurante che si era avvicinato a noi.
Feci cenno alla baby che la Lamborghini grigio argento metallizzato era la macchina dove infilare le sue graziose membra. In un altro momento avrei fatto colpo ma Artemide aveva ben altro per la testa, era sconvolta.
Partito a razzo, Ade riprese colorito in volto, non le chiesi spiegazioni, non era il momento.
A tavola Salvatore, cameriere amico, fece il simpaticone nel presentarci i piatti del giorno, senza successo, Artemide era ancora molto turbata.
"Vorrei dire qualcosa ma forse sbaglierei, meglio il silenzio, vero?"
"Quel tale mi perseguita da vari giorni, me lo trovo sempre davanti casa e in qualsiasi posto vada, ce l'ha con me perchè gli ho rifiutto un prestito bancario, non aveva le garanzie ma da allora..."
"Ho un amico poliziotto, andiamo a trovarlo anzi lo chiamo al telefonino."
"Peppe ho bisogno di un favore, è per una mia amica...vengo in Questura."
Giuseppe L. era un simpaticone cinquantenne calabrese, si mise a disposizione e verbalizzò il racconto di Artemide.
"Domattina vado con un collega a trovarlo a casa, so come trattarlo, ha vari precedenti penali, signora stia tranquilla se la disturberà ancora andrò dal giudice per emettere un mandato di cattura in prigione."
Sentiti ringraziamenti da parte della baby, quasi avrebbe abbracciato il questurino, preferì prendermi sotto braccio, finalmente un sorriso e finalmente alla visione della Lamborghini:
"Prima non ci avevo fatto mente locale, una macchina da favola, questa volta mi hai impressionato, ti darò del tu ma non farti illusioni, non voglio ritornare in ufficio, telefono al direttore che non mi sento bene, andiamo a casa mia."
Eravamo arrivati in viale dei Tigli:
"'Parva sed apta mihi' avrebbe detto Ludovico Ariosto, veramente delizioso questo appartamento, una alcova, il letto d'ottone è di buon gusto, peccato che sia troppo piccolo per due."
Artemide non rispose, si era fatta di nuovo seria e sedette sul divano, qualche lacrimuccia spuntò sul suo volto. Io con le femminucce in queste situazioni divento vulnerabile, non so come comportarmi, ogni mossa poteva non essere quella giusta, mi sedetti anch'io sul divano in speranzosa attesa.
L'attesa fu lunga, l'oscurità era scesa, accesi io la luce, il viso di Artemide era terreo.
"Forse è meglio che me ne vada, ciao deliziosa, se posso far qualcosa..."
"Resta, stammi vicino, ho rivisto parte della mia vita con tristezza e dolore, non voglio coinvolgerti nei miei problemi, in fondo sei pure simpatico ma non mi sento..."
Dopo circa un quarto d'ora la signora cambiò completamente, riuscì a stamparsi sul viso un sorriso, un pò forzato ma, meglio di niente...
"Non per vantarmi ma in cucina ci so fare, tutto merito di mia nonna ma ora non ho voglia di mettermi ai fornelli, ti va del prosciutto crudo, del formaggio, ho del buon vino."
Ad Alberto sarebbe andato bene anche uno scarafone. " (non so cosa sia ma deve essere una schifezza). Il giovin signore si guardò bene dall'approfittare della situazione, dopo cena dinanzi al televisore, sembravano una coppia di lunga data.
"Domani devi lavorare, me ne vado e cercherò di non disturbarti più, ho capito la lezione."
"Tu non c'entri nulla, il problema sono io, il mio passato...vieni nel salotto. Sono stata sposata, lui era il figlio del direttore della banca di Gnocca a Trapani, era stato lui a farmi assumere, suo figlio non mi piaceva gran che ma, dietro insistenze di mia madre e dei suoi ho ceduto.
Già in viaggio di nozze erano sorte delle incomprensioni ma...c'era qualcosa che non andava in mio marito, lo capivo istintivamente senza spiegarmi il perchè, ero giunta vergine al matrimonio e lui era stato piuttosto brutale poi un giorno...sono rientrata a casa per prendere una pillola contro il mal di testa, l'ho trovato nudo a letto con un suo amico, ho vomitato, sono stata male vari giorni, ho raccontato tutto a suo padre che mi ha fatto trasferire a Messina, fine della storia."
"E da allora niente, i maschietti ti fanno un poco schifo, ne pas."
"Proprio così, ci vorrà del tempo..."
"Ed io paziente aspetterò, giuro che non andrò più con nessuna, ci credi?"
"Non so che dirti, se riuscirò a cambiare."
"Lo capirò io stesso,magari potrei dormire sul divano..."
"Rien a faire mon ami."
"Col francese mi hai scaricato., un bacino in fronte e...buona notte."
Quella scellerata promessa cominciava a pesare su Alessio, qualche amica lo aveva chiamato per...e lui ligio, in bianco sinchè un giorno si presentò in fila allo sportello aspettando il suo turno.
"Non ti vedo bene, hai qualche problema?" C'era dell'ironia nella voce di Artemide, ironia niente affatto condivisa dall'interessato.
"Ho liticato con 'ciccio' per colpa tua..."
"Se'ciccio' è quello che penso io..ah ah ah Facciamo una cosa, andiamo al cinema, vienimi a prendere alla chiusura, prendi la 500, lascia stare la Lambo, mi sembra di essere la mantenuta di un ricco rampollo."
"Andiamno in fondo in galleria mi sembrerà di ritornare studente quando mi recavo al cinema con le compagne di scuola."
"Massima concessione braccio sulle spalle."
"Se io mi stanco il braccio può scendere..."
Nessuna risposta, mano sulle tette, sulla cosina, nessuna reazione, buon segno, 'ciccio'' aveva alzato il livello dei pantaloni.
"Ho capito andiano a casa mia."
"Il letto è piccolo, meglio il mio lettone."
"No chissà quante mignotte ci avrai portato, casa mia."
Una doccia da ricordare, soprattutto 'ciccio' puntava dritto".
" Aspetta che siamo a letto, che cavolo..."
"Sai quanti giorni..."
"Vacci piano, sii dolce, è molto tempo che non ho rapporti."
"Che ne dici di un cunnilingus?"
"Pure a letto il latino, facciamo una fellatio?"
Insomma finì a sessantanove prima dell'ingresso nella morbida e accogliente cosina.
"Cacchio non ho messo il preservativo!"
"Ti è andata bene, domani aspetto le mestruazioni altrimenti col cavolo...anzi pensandci bene ti potrei incastrare con un bel pupo e poi avresti finito di fare il galletto in giro!"
Alberto cominciò a sudare freddo, una tale ipotesi non solo lo trovava impreparato ma assolutamente contrario, dare addio agli altri fiorellini, non scherziamo!
"Ti leggo nel pensiero, nel momento che mi accorgessi che sei stato con altre avresti chiuso con me, è come se fossimo sposati, questa è la tua mangiatoia, capì?"
Alberto rientrò a casa scioccato, si era messo da solo in un cunicolo buio e nient'affatto piacevole, la mattina dopo avrebbe avuto la mente più serena...
Quando mai, al mattino la situazione gli parve ancora peggiore, rinunziare alle altre passere o ad Artemide,that is the question..,
Com'è finita? Mi sono innamorato come un pivello, forse proprio questo è l'amore cantato da tanti poeti, mah.
Ciliegina finale: ho preso a lavorare, si a lavorare, ho rispolverato la laurea in giurisprudenza (si sono laureato che c'è di strano), frequento lo studio di un avvocato amico di mio nonno, non che mi impegni molto, seguo solo le cause che mi fanno andare fuori sede sempre suscitando curiosità con la mia Lambo e poi, lontano dagli occhi...
Si mio prendo qualche passaggio con le avvocatesse, soprattutto con quelle non più giovanissime, forse sono diventato anusofilo, che vuol dire? Datevi da fare, cercatelo nel vocabolario.
In quanto al nome della banca, dopo accurate ricerche è risultato che il fondatore della banca proveniva da quella località in provincia di Rovigo, contenti?
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