Beata amnesia
MIchelangelo Di Dio non aveva motivo di lamentarsi della vita che conduceva: proveniente da famiglia disagiata del quartiere Esquilino di Roma aveva ‘fatto carriera’ maritandosi con la figlia del titolare della Scuola Guida in cui era entrato come istruttore. Clotilde Famiglini non era una gran bellezza (era proprio racchia) e come tutte le sue colleghe, conscia della poca pulcritudine era anche antipatica e lo dimostrò in pieno quando suo marito ebbe un incidente stradale. Mentre Miche stava attraversando lo Stradone tra San Giovanni ed il Colosseo fu investito da una Mercedes GLC guidata da una signora elegante, imbellettata e sconsolata: “Signore mi dispiace, ero distratta, farò tutto il possibile oltre alla pratica legale la accompagnerò al qui vicino Ospedale con la mia macchina, si appoggi a me.” In quel momento giunse sul posto dell’incidente Clotilde avvisata dagli impiegati della Scuola Guida. “Pure fortunato, ha trovato un pezzo di…” Nel frattempo il cervello di Michelangelo andava a mille, era sua intenzione sfruttare in modo inconsueto quell’incidente: far finta di aver perso completamente la memoria infatti all’avvicinarsi di Clotilde: ”Signora ci conosciamo?” “Am’becille chi pensi che sia…” Al Pronto Soccorso del San Giovanni Mike ripeté la sceneggiata. Il medico di turno molto indaffarato con altri pazienti sentenziò velocemente: “Perdita di memoria per scontro del capo con un’auto.” Alla vista della conduttrice una battuta acida di Clo: “Stò str… s’è pure scerto un gran pezzo di figa…” Sottoposto a visita da uno psicoterapeuta Michelangelo ebbe come cura inconsueta come quella di frequentare la signora che l’aveva investito. Forse il dottor Massimo Pellizzeri aveva compreso la pantomina di Mike ovvero era convinto che fosse la cura giusta fatto sta che l’investito prese prima a frequentare e poi a vivere stabilmente a casa di Ingrid Dickenmann. La svizzera, oltre ad essere divorziata e ricca di famiglia, sotto l’attico in via Lima sua abitazione aveva un suo istituto di bellezza e come clienti signore della Roma bene. Clotilde prima santiò tutti i santi del Paradiso poi si consolò ‘adocchiando’ un nuovo giovane e prestante aiutante, non aveva nessuna voglia di fare la vedova bianca, pensò al detto la vita è breve…si diede alla pazza gioia sessuale senza problemi, era sterile. Michelangelo entrò a far parte dello staff di Ingrid facendo da ‘figurino’, ogni giorno si cambiava di abito, diversi modelli, colori e materiali vivaci ma non volgari, ebbe di suo una Alfa Romeo Tonale con cui talvolta accompagnava a casa alcune clienti della convivente restandoci …più del dovuto. Non si seppe mai se qualche pargolo nato dopo nove mesi fosse suo o meno, un fatto fu certo anche Ingrid rimase incinta, dall’ecografia apparvero addirittura due gemelli. Clotilde quando apprese la notizia ebbe una reazione strana, quando vennero alla luce se li sentì un po’ suoi, andò a casa di Ingrid con due corredi azzurri, le fece i complimenti, esordì con una battuta: “Che ne dici, me ne presti uno, lo tratterò come se fosse mio…” Ebbe come ricompensa non oltre che un abbraccio affettuoso. I due gemelli Abramo ed Achille ebbero due madri amorevoli.