Beata Solitudo
Alberto M. era febbricitante a letto in via Colapesce a Messina. Rimpiangeva il fatto di non essersi vaccinato per pura dimenticanza, lui un ‘Vergine’ di oroscopo sempre preciso e puntuale stavolta aveva ‘toppato’. Oltre alla malattia era particolarmente giù di morale per la ‘fuitina’ della consorte Laura che gli aveva comunicato la notizia a mezzo mail dicendo che si era trasferita a Milano, ormai il loro rapporto era logoro. Niente di più falso pensò Alberto, la baby si era scoperta omosessuale e si era innamorata di Alma sua compagna di lavoro in banca secondo quanto a lui riferito dalle di lei colleghe. Alberto si domandò se le corna con una donna potessero essere meno dolorose di quella ‘confezionate’ con un uomo, domanda oziosa che non risolveva il problema. Mezzogiorno, Alberto si rese conto che, qualora non avesse cucinato qualcosa sarebbe rimasto a pancia vuota e si recò in cucina per la bisogna. Citofono: “Pronto?” “Il postino, salgo al suo piano.” Strano, di solito la posta veniva messa nella sua buca delle lettere…”C’è un raccomandata A.R., una firma prego.” Vedendo il mittente ad Alberto si ghiacciò il sangue nelle vene, proveniva dal supermercato ove lavorava, poteva trattarsi di una sola cosa: il licenziamento, ne aveva parlato con la segretaria Sofia che nei giorni passati l’aveva informato del provvedimento in atto infatti: ‘Le comunico che, causa la diminuzione delle vendite e quindi l’eccedenza di personale, da domani Lei è licenziato.” Pure la presa per il culo con la elle maiuscola. Ad Alberto era passata la fame, un dolore profondo pensando al futuro, tutte le aziende stavano mandando ‘a spasso’ parte dei dipendenti e lui, essendo uno dei più giovani era stato il prescelto. La notte in bianco e poi la mattina Alberto si fece forza, si vestì e a bordo della sua Cinquecento cominciò a fare il giro della città in cerca di lavoro. Alcuni titolari si limitavano a dare una risposta negativa altri si erano messi a ridere: “Io sto licenziando quasi tutto il personale, si figuri.” Il pomeriggio Alberto si recò nel suo ex posto di lavoro, Sofia lo salutò con tristezza: “Mi sei stato sempre particolarmente caro, ho tentato di salvarti dal licenziamento ma il direttore è stato inflessibile.” Alberto in silenzio guardò Sofia: quanti anni poteva avere? Ne dimostrava quaranta‐cinquanta difficile da stabilire, la signorina curava molto il suo aspetto: capelli che davano sul turchino come la famosa fata, piuttosto alta aveva un corpo che Alberto definì armonioso, forse frequentava una palestra, era simpatica. “Stavo pensando a lei, immagino che avrà avuto ‘negativa’ (dialetto siciliano) nel cercare un altro posto di lavoro, forse potrò darle una mano, non le prometto nulla, devo parlare con delle mie amiche, mi farò viva io.” Alberto aveva smesso di cercare una occupazione, inutile fatica avrebbe accettato qualsiasi incarico ma nemmeno delle ditte di pulizia avevano bisogno di personale. Dopo una settimana: “Sono Sofia, devo parlarle, se lei è d’accordo potremmo incontrarci al bar situato a piazza Cairoli.” Cosa era accaduto nel frattempo? Sofia aveva convocato le sue amiche, facenti parte di un circolo privato in un locale in via Garibaldi : “Mie care buona sera, prima di prospettarvi le località dove fare tappa della programmata gita nei più bei posti italiani, come suggerito da Barbara, vorrei avanzare una proposta un po’ particolare: invece di affittare un pullman con autista vorrei fare guidare il mezzo da un mio amico licenziato dal posto di lavoro, garantisco per la sua preparazione come autista e per la sua serietà. Dalle vostre facce mi accorgo che la proposta ha lasciato perplesse alcune di voi , sinora nessun maschietto era entrato a far parte del nostro circolo, siamo state un po’ tutte toccate in senso negativo nel rapporto con gli uomini ma questo non vuol dire…” Lavinia: “Allora facciamo così, mettiamo la proposta ai voti come in passato quando c’era da prendere una decisione importante, il voto di Sofia, quale presidente del consesso, more solito, varrà il doppio chi è contraria alzi la mano, allora sono contrarie: Cristina, Aurora, Grazia, Elisabetta e Clarissa, favorevoli: io, Barbara, Alice e Vittoria, Sofia?” “Favorevole.” “Proposta approvata per sei a cinque, vorremmo conoscere l’autista prescelto da Sofia che mi sembra piuttosto interessata a lui…” Sofia fece la gnorri ed indisse la prossima riunione il sabato successivo alle diciassette sempre nello stesso locale per la presentazione di Alberto. Qualcosa era accaduto nel cervello della dama: stanca di vivere sola come tutte le sue amiche, finita la riunione, col pretesto di fargli vedere la sua casa, si fece accompagnare in auto da Alberto nella sua abitazione Ora che siamo a casa mia puoi metterti comodo, voglio darti del tu potresti essere mio…” “Lasci stare le nostre età, ho sempre avuto un debole per te, la tua classe e la tua signorilità sono difficili da trovare nelle signore che vedo in giro, vado in bagno ad indossare il tuo accappatoio.” Alberto si presentò con un capo di color nero, difficilmente riscontrabile nei negozi infatti Sofia l’aveva acquistato online. “Sembri Marte il dio della guerra!” “Da buon pagano preferirei essere paragonato a Hermes mio protettore.” “Io non sono religiosa e quindi chiudiamo l’argomento.” Sofia si presentò indossando una vestaglia di seta color oro, sfoderò un corpo da modella; senza parlare si sdraiò sul letto seguito da Alberto dal cui accappatoio faceva ‘capolino’ un ‘ciccio’ alla massima potenza, capì che doveva aver dei ‘riguardi’ nel confronti della signora, non sapeva da quanto tempo lei non avesse avuto dei rapporti sessuali e quindi dopo un bacio in bocca ed una altro sulle tette si dedicò alla ‘chatte’. Il clitoride di Sofia era piccolino e sicuramente poco allenato e ci volle del tempo prima che la dama mostrasse segni di orgasmo, un orgasmo silenzioso. Alberto comprese che Sofia stava pensando ad un suo antecedente amante che le era rimasto nel cuore infatti si accorse che stava piangendo. Niente di più problematico per Alberto le lacrime femminili, ‘ciccio’ si ritirò in buon ordine anche lui era sensibile alle lacrime! “Ti chiedo scusa, stavo pensando a mio marito che è morto in un incidente stradale andandosi ad infilarsi nella parte posteriore di un camion con la spider che gli avevo regalato, non ho voluto vedere la salma per ricordarlo sempre da vivo e vivo è ancora in me il suo ricordo, scusami.” Sofia si riprese e prese lei l’iniziativa e ‘per tutta conclusione tu te baci stò cordone’ pensò Alberto ricordando una vecchia freddura che non c’entrava nulla con la situazione attuale ma il cervello del giovane talvolta andava per conto suo. Il ‘beneamato’ riversò alla grande il suo ‘latte’ nella bocca di Sofia che inaspettatamente ingoiò tutto. ‘Ciccio’ non era ancora contento e avviò ‘le pratiche’ per entrare nella gatta di Sofia che dimostrò di non essere stata usata da molto , Alberto fu molto delicato e ci mise del tempo fino ad arrivare in fondo, lo schizzo finale fece un effetto prodigioso sulla dama che ebbe un orgasmo che fece tremare tutto il suo corpo. Un po’ di riposo guardandosi negli occhi e poi inaspettatamente Sofia si girò di spalle…Quello fu il primo rapporto fra i due, ormai innamorati l’uno dell’altra, un sentimento sorto inaspettato, fra di loro c’era più che del sesso. In seguito vollero conoscersi più a fondo, si confidarono sulle loro preferenze un po’ in tutti i campi ma, giunti alla gelosia mentre Alberto dichiarò di esserne immune, Sofia non si pronunziò, rispose con un sorriso che era tutto un programma! Sofia, sempre a richiesta del ‘fidanzato’ gli illustrò le caratteristiche delle varie componenti il circolo, tutte avevano in comune ampie possibilità finanziarie. Elisabetta e Aurora erano molto ‘affezionate’ l’una dell’altra, la prima più mascolina con capelli neri cortissimi e fisico atletico (era il maschietto della famiglia), la seconda bionda alta longilinea la femminuccia. Altro giro altro numero (come al solito la mente di Alberto…); anche Aurora e Cristina facevano parte della stessa sponda ambedue rosse di pelle si distinguevano per la lunghezza dei loro capelli, la prima li portava cortissimi (era il maschietto di casa) la seconda sino alla vita. Alberto pensò che le femminucce non erano niente male, forse il suo pensiero fu letto da Sofia che gli indirizzò uno sguardo inceneritore. Alberto fece la faccia di chi ‘non have colpa’, capì che in futuro non si poteva permettere di folleggiare. Per ultima Clarissa ragazza piuttosto alta ma anche piuttosto magra, niente di particolare. Era corsa voce che aveva avuto un lungo flirt con un compagno di scuola che l’aveva scaricata per una amica (la solita storia). Raramente dava confidenza alle colleghe che cercavano di farla partecipare ai loro festini, un po’ tutte cercavano di coccolarla ma con risultati scarsi, per lei valeva la canzone di Toquinho: ‘Tristezza per favore va via’ solo che con lei non funzionava. Sofia confessò ad Alberto che Lavinia era la sua amica preferita, solo amica precisò non voleva equivoci, Barbara, Alice e Vittoria erano le eterne allegrone non interessate al sesso, probabilmente facevano parte delle asessuate. Sofia ritenne opportuno presentare Alberto alle amiche nel solito locale di via Garibaldi.Il giovane si presentò vestito in maniera elegante ma sobria: giacca in ‘pied di poule’, pantaloni scuri, camicia azzurrina, cravatta di fantasia disegnata da maestri napoletani, scarpe di cuoio nere molto differenti da quelle che si vedevano in giro che sembravano scarpe da tennis. Al barbiere aveva chiesto il taglio che andava tanto di moda. Al suo ingresso un po’ tutte le signore e signorine rimasero basite, prima fra tutte Sofia. “Signore buona sera, sono a vostra completa disposizione per le vostre esigenze tranne una…il ballo. Ho cercato di migliorare le mie doti di ballerino ma il maestro cui mi ero rivolto, dopo una settimana mi ha restituito il soldi del corso e: ”Non voglio rubarle i suoi quattrini, peggio di lei ci sono solo gli orsi…” Una battuta di mani di parte delle presenti fece capire ad Alberto che era stato accettato nel loro circolo. Sofia chiese al suo ‘fidanzato’ di organizzare un viaggio di piacere ad Amalfi interessandosi al noleggio di un pullmino ed a prenotare cinque camere con letto matrimoniali ed un singola per lui, ormai l’Albertone era diventato il loro manager. Era primavera, la stagione migliore per visitare la costa amalfitana per evitare la folla di turisti estivi. Il viaggio fu piacevole anche per il bel tempo. La troupe si fermò in vari autogrill per le solite incombenze e per fare acquisti di prodotti locali, il pomeriggio arrivo ad Amalfi all’albergo a quattro stelle ‘Splendor’. Sistemazione nelle camere assegnate a ciascuna coppia, Sofia con Lavinia, Alberto, solitario, sperava di non esserlo per tutte le notti! La mensa dell’hotel era ad alto livello, il servizio anche, si capiva che l’albergatore di teneva a fare bella figura. Ogni mattina partenza in aliscafo o col pulmino per visitare le varie località: Capri, Positano, Sorrento, rientro in albergo un po’ tutti più abbronzati e felici di aver visto tanti bei posti. La dame mostrarono la loro gratitudine all’organizzatore Alberto il quale non tirava fuori dalla tasca nemmeno un centesimo anzi gli era assegnato un ottimo stipendio. Un fatto inaspettato: una sera Sofia disse ad Alberto che non avrebbe dormito con Lavinia che russava per tutta la notte, avrebbe preso il suo posto nella stanza singola. “ Gatta ci cova’, ti pareva che Alberto non avrebbe preso al volo la possibile occasione di…Con indifferenza, preso il pigiama, bacino di rito a Sofia e passaggio nella camera accanto dove però non c’era traccia di Lavinia, che stava succedendo? Ad ogni buon fine Alberto si mise a letto, poco dopo si addormentò finché sentì qualcosa di caldo vicino al suo corpo, finalmente…Il profumo non era quello di Sofia ma qualcosa di molto più forte, quello della pelle di Lavinia era molto eccitante,’Scent of a woman’ (tradotto ‘profumo di donna’ del celebre film. Figurarsi se ‘ciccio’…La dama era di spalle chissà se volutamente o per sbaglio fatto sta che il sozzone si infilò agevolmente al primo buchino che si trovò davanti ci stette a lungo, la dama ebbe vari orgasmi e poi: “Vatti a lavare vorrei contentare anche la ‘cosina’.” Anche la ‘gatta’ fu accontentata con ottimi risultati. Alberto si addormentò, fu svegliato da Sofia che evidentemente aveva voluto far un piacere all’amica: “Torna al posto tuo!” era un ordine imperioso più che una richiesta. La mattina dopo era previsto un giro di Amalfi a piedi, Alberto diede forfait, preferì rilassarsi a letto, se l’era meritato, ne aveva proprio bisogno. Al rientro della troupe per il pranzo Alberto era ancora in camera sua, Sofia entrò lo baciò in bocca, ‘il principe si svegliò’, si rase la barba e dopo una doccia raggiunse la mensa dove la dame stavano iniziando a mangiare. Aurora la rossa, il maschietto: “Alberto vuoi che ti misuri la pressione, ti vedo biancazzo in faccia!” “È l’aria di mare!” “Chiamala aria di mare!” Aurora non si faceva i fattarelli suoi, forse avrebbe voluto…Rientro a Messina, le signore che per hobby avevano un impiego ritornarono al lavoro, Alberto riprese l’attività di ‘galoppino’ che gli fruttò la possibilità di acquistare, con mutuo decennale, l’abitazione in via Colapesce che fece ristrutturare, cambiò anche tutta la mobilia. Sofia, spinta dalla sua bontà d’animo, chiese ad Alberto di ‘far qualcosa’ per Clarissa. La signorina, nemmeno quarantenne, era sempre ‘disastrata’ malgrado il sostanzioso conto in banca. Alberto contattò Ambra titolare di una casa di bellezza in viale S.Martino: “Mia cara buongiorno sono Alberto, ti porterò una mia amica che ha bisogno di una ‘sgrezzata’, sistemala come meglio puoi, comprale anche vestiti e scarpe, non ha problemi finanziari, si chiama Clarissa.” Alle nove Alberto si presentò ad Ambra con un finto baciamano, la signora non più giovanissima aveva classe. “Tornerò verso le diciassette, grazie in anticipo per quello che farai, ciao Clarissa, affidati alle sapienti mani della signora.” Alle diciassette in punto Alberto suonò alla casa di bellezza, venne ad aprire un’impiegata che lo fece accomodare in sala d’aspetto dove c’era una signora. Dopo un po’ la dama gli sorrise, aveva vicino a lei a terra delle buste con i nomi di celebri case di moda e di scarpe. Sempre sorridente la dama si avvicinò ad Alberto, era una donna piacevole, ben vestita con tacchi dodici. “Alberto che ne dici di riportarmi a casa?” Non era facile stupire Alberto ma questa volta…”Non mi dire che sei Clarississa, o meglio…” Alberto si ‘caricò’ dei pacchi e raggiunse la sua Cinquecento poi una pensata: “Vorrei farti visitare la mia abitazione, l’ho fatta ristrutturare ed ho cambiato tutta la mobilia, ne sono fiero. Clarissa: “Bene andiamo a visitare il museo, guarda che ho fame, a pranzo solo un panino e della frutta.” Alberto riscoprì la sua vena di cuciniere e riuscì a soddisfare il pancino di Clarissa che apprezzò anche del buon Lambrusco che le fece effetto nel senso che…”Sento caldo ma non è solo il tempo esterno, è qualcosa all’interno del mio corpo che non riesco a capire.” L’aveva capito Alberto che prese a baciarla sino a che la signorina chiuse gli occhi e si abbandonò fra sue braccia. Alberto la spogliò, la condusse in bagno, le fece lavare la ‘cosina’ , anche lui fece delle ‘abluzioni’ a ‘ciccio’ e poi sul lettone. In fondo Clarissa non aveva un brutto corpo, era una longilinea, Alberto si proiettò direttamente sul clitoride e poi…Erano le ventuno quando una telefonata: “Caro come è andata con Clarissa?” Era Sofia. “È qui con me, non aveva mangiato a mezzogiorno, ho provveduto io ma lei ha ‘tracannato’ troppo del mio Lambrusco e si è addormentata.” Non era facile ‘farla’ a Sofia che fece finta di crederci. “Quando si risveglia portala a casa sua, a presto.” Alberto si ricordò che era ‘andato facile’ dentro la ‘gatta’ di Clarissa, molto probabilmente la signorina aveva ancora le mestruazioni e quindi… bah!, se fosse nato un Albertino e una Albertina non sarebbe morto o morta di fame. La beata solitudine non era più tale per alcune delle componenti il circolo, merito di Alberto che aveva risvegliato in loro la voglia…di vivere!