Beatitudo Magna Effenditur
La beatitudine o felicità che dir si voglia è ‘merce’ rara al giorno d’oggi. Basta leggere un giornale o guardare la televisione per rendersi conto dei gravi problemi che affliggono parte di noi italiani. Certo tale affermazione non si addice ad uno sceicco arabo ma anche per alcuni di loro, che stanno sperperando il denaro proveniente dal petrolio è stato coniato il detto: “Dal cammello alla Rolls Royce e poi ritorno al cammello!” Alessandro Caffarelli, romano d’origine ma messinese per lavoro era il direttore dell’Ufficio Postale dell’Annunziata, Lea Minazzo la consorte anch’essa nativa della capitale aveva seguito il marito nel capoluogo dello Stretto tutto sommato contenta del clima di Messina. Tale giudizio positivo non poteva estendersi ai locali politici che avevano malamente amministrato la cosa pubblica di questa bella città protesa sul mare e con i Monti Peloritani che le fanno da cornice. Ennio aveva eseguito un percorso di lavoro inverso di quello di Alessandro; patria Messanae aveva vinto un concorso alle poste di via Taranto a Roma e non riusciva a rientrare nella città natia dato che la Trinacria, per mancanza di industrie era la più grande ‘fonte’ di impiegati e di insegnanti di tutta Italia. Alessia Donato , la madre, faceva onore al suo nome che significa ‘colei che protegge’ ed in tutti i modi cercava di far rientrare in ‘patria’ il figlio diletto. L’occasione venne allorché un giorno, stanca di fare la fila all’Ufficio Postale dell’Annunziata fermò un signore che stava per rientrare nel ‘sancta santorum’ del bureau: “Signore penso che lei sia il direttore, le sarei grata se potesse farmi stà raccomandata diretta all’ufficio Entrate di Torino…è la storia del pagamento del Canone TV…verrei a ritirare la ricevuta prima delle tredici.” Alessia, una quarantacinquenne che ‘si faceva ancora ammirare’, Alessandro che dinanzi alle femminucce… prese la raccomandata ed entrò nel ‘bussolotto’. Precisa, all’orario di chiusura dell’ufficio Alessia si presentò ad Alessandro che stava osservando un impiegato intento ad abbassare la saracinesca. “Le sono grata della sua cortesia, anch’io ho un figlio impiegato alle Poste, purtroppo si trova a Roma e non riesco a farlo rientrare a Messina non è che lei…” “Gentile signora, io a stomaco vuoto …perché non viene a trovarmi domattina, alle otto, potremo parlare con più calma.” Qualche minuto prima dell’orario stabilito Alessia aveva posteggiato la sua Mini Cooper dinanzi all’ingresso dell’ufficio postale. Alessandro senza chiedere il permesso si infilò in macchina e si sedette al posto del passeggero e: “Che buon odore!” “È l’arbre magic…” “No signora è ‘madame magic’…” “I due si misero a ridere, senza palare si erano capiti al volo. “Avviso il mio vice che oggi non sono in servizio sempre che lei…” “Mon ami, niente lei, se sei d’accordo andiamo alla mia villa a Musolino.” La villa a due piani era circondata da piante verdi che si arrampicavano anche sulle sue pareti dell’isolato, una vasca con al centro ’l’enfante qui pisse’ di belgica memoria e alberi di alto fusto. Dentro un arredamento molto campagnolo; la camera da letto ‘ospitava’ un lettone in ferro molto antico uno di quelli che hanno immagini sacre al capezzale. “Ci manca solo un santo che benedice gli zozzoni che…” “Che ne dici di una doccia…” Non c’era bisogno di un santo, Alessandro ed Alessia subito dopo si ‘diedero da fare’ e non si accorsero del tempo che passava. “Alessia è tardi devo rientrare in ufficio….” Quello fu il loro primo incontro ma altri avvenimenti erano stati programmati da Hermes protettore di Alessandro. Alessia aveva prenotato con la nave Costa Crociere una viaggio nel Mediterraneo, due cabine singole una per lei ed una per suo figlio Ennio Caruso che stava per giungere a Messina in vacanza. “Vedi se tua moglie è d’accordo, potreste venire ambedue in crociera con noi.” “Se la nave passa per Messina fra un giorno avrà tutte le cabine prenotate.” “Non ti intendi di crociere, noi abbiamo chiesto due cabine con visuale esterna al primo ponte, quelle che costano il triplo di quelle situate più in alto, sicuramente troverò una matrimoniale per te e per Lea.” E così fu: Ennio si presentò con la madre all’imbarco: era un giovane biondo con riga dei capelli a sinistra, occhi azzurri, fisico magrolino. “Assomiglia tutto a suo padre, per fortuna non ha il suo cervello, mio marito soffriva di pressione alta ma non voleva assumere medicinali, e così un ictus…” Il pranzo fu servito alle tredici, camerieri inappuntabili in divisa passavano fra i commensali trascrivendo le ordinazioni. Tutto a base di pesce dal primo, un brodetto sino all’ananas finale ed al caffè da sorbire al bar. Il tavolo dove erano seduti i quattro era per sei persone, due ragazze giovanissime e ‘rumorose’ chiesero di potersi sedere, erano francesi. “Chiudi la bocca, caro ci potrebbero entrare delle mosche!” Lea era stata tagliente ma effettivamente le ragazze erano una meraviglia: alte, una bionda l’altra mora ambedue con pants very hot, gambe bellissime, occhi promettenti, naso picolino… Le signorine si misero a ridere contagiando il resto della compagnia. La fame non mancava alle due francesine, anche il vino era di loro gradimento. In sala era ‘sconsigliato’ fumare quindi Aimée la bionda ed Aline la bruna rimasero con la sigarette spente in bocca e poi: “Monsieur blonde voulez vous venir avec nous sur le pont?” Ennio era indeciso, Alessia: “Caro come puoi rifiutare un invito così esplicito di due bellezze francesi, saresti poco patriottico!” Il giovane le seguì. “Caro dì la verità vorresti essere al posto di Ennio?.” “No cara, le femminucce mi fanno schifo, sono diventato gay!” L’unica che non rise era Lea…Dopo circa mezz’ora riapparve Ennio: “Le ragazze fumano in continuazione, io non amo il tabacco…” I tre all’unisono pensarono ‘tu non ami le ragazze non il fumo…’ Per il divertimento la sera non c’era che scegliere: sala da gioco, palestra, locale dove si suonava musica classica e una sala da ballo, la più affollata. La scelta di Alessia cadde su quest’ultima, si sedettero in un tavolo lontano dall’orchestra piuttosto rumorosa, un angolo semi buio che invitava alle confidenze. Lea: “Mio figlio nell’arte di Tersicore è veramente un disastro Alessandro come te la cavi?” Risposta della moglie: “Rispetto a lui un orso è Fred Astaire!” Alessia: “Allora ci guardiamo negli occhi? Lea balla con me, non mi importa se ci prendono per due lesbiche!” Alessandro domandò ad Ennio da quanto tempo era a Roma al fine di poter interessare un amico del Ministero delle Poste per un eventuale suo trasferimento a Messina. “Ormai sono cinque anni, l’aria di Roma non mi si confà, non esco molto di casa…” Alessandro aveva inquadrato la situazione del giovane che ritenne avesse maturato i requisiti per un eventuale trasferimento nella città dello Stretto ma occorreva…oliare la macchina burocratica! “Caro Giorgio è un bel pezzo che non ci sentiamo, c’è un mio amico impiegato alle Poste di Roma in via Taranto che a Messina che ha la mamma ammalata, vorrebbe rientrare in sede., è a Roma da cinque anni.” “Digli di presentare domanda di trasferimento, non so se basteranno cinque anni di permanenza a Roma, devo informarmi, forse ce ne vogliono dieci, ti farò sapere.” Alla conversazione, avvenuta tramite cellulare con viva voce era presente anche Alessia che, da furbacchiona capì l’inghippo. “Il tuo amico vuole diecimila Euro, dì la verità! Res sic stantibus prenderò un libro della grandezza superiore ad una banconota di cinquecento Euro, lo scaverò, nell’incavo vi inserirò venti biglietti da cinquecento Euro e lo manderò all’indirizzo indicatoci dal tuo amico.” Dopo un mese i ‘diecimila’ fecero l’effetto desiderato con gran gioia di Alessia cui ora si riproponevano altri problemi anzi un altro problema. Ennio era sempre immusonito, dopo il lavoro si rinchiudeva in casa, niente amici e soprattutto niente amiche. Alessia era ogni giorno più depressa si confidò con Lea, ormai erano diventate intime tanto che Alessia le propose di traslocare e di andare ad abitare con Alessandro nel suo isolato, vicino al suo appartamento di trecento metri quadrati ce n’era uno più piccolo di centocinquanta.”Il proprietario era un capostazione trasferito da Messina a Melegnano dove avrebbe avuto in uso un alloggio di servizio. “Questo di Messina è una bomboniera, la moglie del titolare è un architetto veramente di buon gusto: la camera da letto ha le pareti color cipria, il letto matrimoniale è provvisto di una testata in tessuto di color argento con al centro un rigonfiamento ovale in ceramica con l’immagine di ‘Amore e Psiche’, le tende di un azzurrino pallido. Il bagno con mobili di ultima generazione e rubinetteria color oro, cucina ultra moderna con due congelatori, lavastoviglie tutto incassato. Soggiorno con televisione da 120 pollici nascosta nel muro che si appalesa a comando. Studio con computer e stampante sia in bianco e nero che a colori… non di descrivo il resto della casa d’altronde io l’ho acquistata e non intendo rivenderla. Giustamente ti starai domandando perché sto magnificando questo alloggio, penso l’avrai capito vorrei avere te ed Alessandro in questo appartamento…” Un imbarazzato silenzio. “Cara, anche se non ho figli posso immaginare il tuo ‘cuore di mamma’, vorrei aiutarti in tutti i modi ma, a parte quello che potrebbe pensare mio marito non so immaginarmi Ennio…in mia compagnia. Stasera parlerò con Alessandro…tu datti da fare con tuo figlio… Lea al rientro del marito dal lavoro si fece trovare fresca di doccia e profumata: “Caro che te paro?” “Se non ti offendi ti risponderò con la celebre frase romana: ‘parame ‘n po’ er culo…” “Oggi accetto anche le volgarità, ho…abbiamo un problema: Alessia ha acquistato un appartamento in viale San Martino vicino al suo che mi ha descritto essere una meraviglia, non vuole farci abitare suo figlio ma vorrebbe avere noi come vicini di casa così potremo allontanarci da questo alloggio in via del Fante che ci ha procurato tanti problemi. Tu lo sai che quasi tutte le sere un piccolo delinquente a mezzanotte si piazza sotto casa nostra e mette a tutto volume lo stereo con sei altoparlanti che ha in macchina. Tu parlando col tuo amico farmacista hai espresso l’idea di denunziarlo ai Carabinieri, se ricordi bene sei stato consigliato di non farlo …” “Mi dici cose ovvie ma il compenso di un nostro trasferimento in quell’abitazione di Alessia quale sarebbe, non credo ci chiederebbe l’affitto… non so che altro pensare.” “Anch’io sono confusa anche se ho un’idea in merito, il problema di Alessia è suo figlio e dovrei essere io a …” “Ho capito corna contro casa….” “Praticamente si ma chi deve guadagnarsela sono io non tu!” “Va bene Giovanna d’Arco, sto entrando nell’ordine di idee di…” Alessandro fu compensato con una notte di follie amorose, se era la moglie a fornire la ‘materia prima’ almeno voleva usufruirne anche lui.” La mattina successiva Lea andò a trovare Alessia che, dopo averle aperta la porta si infilò dentro la doccia. “Cara possiamo parlare anche così, che ti ha detto tuo marito?” “Che ha la fronte alta…” Uscita dalla doccia nuda Alessia faceva ancora la sua bella figura. “Se fossi un uomo ti salterei addosso, sei un gran pezzo di…” Le due donne inaspettatamente si trovarono abbracciate e si baciarono a lungo.” “Questo è un anticipo per tuo figlio, spero che mi apprezzi come te.” “Ieri non ti ho detto che ho intestata la casa a voi due, volevo accertare che non era solo l’interesse che vi ha spinto a prendere la decisione di venire ad abitare qui, vi considero due fratelli, ora il problema è Ennio, gli ho fatto capire alla lontana che sei interessata a lui, è rimasto sorpreso ma non ha commentato. Dopo il vostro trasloco darò una festa con i miei amici per non rimanere soli in quattro e vediamo quello che ne viene fuori.” Un pomeriggio di sabato pian piano il salone si riempì di persone festanti: due camerieri della sottostante pasticceria ‐ pizzeria servivano in continuazione dolci, pizze, birre e liquori dolci come lo Strega o il caffè sport Borghetti o secchi tipo cognac Peyrot o Wisky Johnnie Walker. Musica di un trio di giovani che suonavano una pianola, una chitarra ed un sax baritono, i lenti erano i preferiti. Secondo il piano concordato Alessia prese a ballare con Alessandro, Lea con Ennio in gran spolvero. Il giovane la mattina, accompagnato dalla madre aveva fatto il giro dei migliori negozi di Messina per acquistare vestiti e scarpe in stile inglese, camice, cravatte e calzini prodotti da maestri napoletani, sembrava un indossatore. Verso mezzanotte, poiché gli invitati non accennavano a levar le tende Alessia pensò bene di licenziare sia i camerieri che l’orchestrina e finalmente: “Grazie cara per la bella serata!”, “A presto, ci siamo molto divertiti.” “Il buffet era favoloso!” Alessia prese Alessandro per una mano: “Tu non hai ancora visitato casa mia, non è come la vostra, ha uno stile completamente differente, mobili antichi tranne la cucina dove ho sostituito la cucina a legna…” Rimasti soli Lea prese in mano il viso di Ennio: “Caro sembri un lord inglese, hai stile quello che manca ai giovani d’oggi, mi sei piaciuto sin dalla prima volta che ti ho visto, non mi prendere per sfacciata se ti faccio delle avances…” “Ma tuo marito?” “Noi siamo una coppia aperta, se ci piace qualcuno o qualcuna non ne facciamo un mistero anzi siamo contenti che l’altro o l’altra, come in questo caso si prendono una….vacanza, vorrei spogliarti io e poi andare insieme sotto la doccia.” E così fu anche se Lea rimase impressionata dalla magrezza del giovane ma in quel momento aveva altri problemi da affrontare. Alessandro si era procurato da un amico farmacista, anche se con presa in giro da parte di quest’ultimo, una confezione di chewing‐gum contro la disfunzione erettile che consegnò alla moglie la quale a Ennio: “Caro ti vedo teso, prendi questo farmaco è per combattere la tristezza e recuperare il buon umore…hai problemi? Allora me lo metto in bocca io e poi lo passo a te.” E così fu. Lea cercò di eccitare Ennio in tutti i modi, baciandolo a lungo, gli mise il seno in bocca ma il ‘coso’ che era ancora ‘cosino’ sin quando Lea si accorse di un certo movimento in verticale dell’uccello che stava diventando uccellone…finalmente! Ci volle del tempo ma finalmente un’eiaculazione in bocca a Lea, una sensazione mai provata dall’interessato che ci prese tanto gusto da voler entrare nella ‘topa’ della signora. Sembrava impazzito, finalmente il suo ’ciccio’ rispondeva alle sollecitazioni anzi ci aveva provato un godimento tanto intenso da non voler più uscire dalla ‘gatta’. “Caro sei stato magnifico ma che ne dici di un riposino, la cosina non è abituata a tanto godimento (bugiarda!) se voi riprenderemo più tardi. Il più tardi per Ennio era un quarto d’ora e poi ancora nella ‘gatta’ a lungo con godimento particolare da parte di Lea. Inconsapevolmente Ennio le aveva sollecitato il punto G con grandissima di lei goduria stavolta veritiera. Hermes aveva fatto il guardone ma poi decise di dare una tregua alla signora, capì che il troppo, quando è troppo…. Alessandro ed Alessia erano rimasti casti e puri, il solo pensiero erano Lea da parte di Alessandro ed Ennio da parte della madre. Quanto alle dieci i due comparvero in pigiama in cucina si ‘gettarono’ sul ben di Dio a loro disposizione, dovevano recuperare…Ennio, ormai innamoratissimo di Lea aveva prese a cibarsi giornalmente in maniera notevole, era ingrassato e, dietro consiglio della madre andava regolarmente in palestra. Il giovane era completamente cambiato sia nell’aspetto che nella mentalità tanto da avanzare ad Alessandro un proposta: “Ormai sappiamo come stanno le cose, che ne dici: tu di far contenta mia madre, io tua moglie!“ Riunione dei quattro con risultato finale soddisfacente per tutti: lo ‘swapping of women’ sarebbe avvenuto a settimane alterne. Alessandro era il più soddisfatto, finalmente avrebbe coronato il suo sogno di possedere una Alfa Romeo Giulia pluriaccessoriata!