BENVENUTO CORONA VIRUS

Leggendo il titolo di questo racconto ogni persona di buon senso avrà giustamente pensato che l’estensore della narrazione fosse ‘aus dinem koph (fuori di testa, in tedesco rende meglio il concetto) ma non bisogna essere assolutisti. Alberto Morbidelli studente universitario in lingue non lo era affatto anzi…Inizio della storia: Gioele Zelli era il figlio di due genitori ambedue non solo ricchi ma, come si diceva una volta ricchi sfondati, fra l’altro erano proprietari di un terreno a Torpignattara periferia di Roma che oltre ad uva pregiata procurava mozzarelle, salumi, formaggi e ogni specie di animali da cortile. Figlia di Venanzio Pergolizzi e di Marisa Famiglini conduttori del fondo era Arianna ventenne che stranamente non somigliava affatto a nessuno dei due genitori, alta, longilinea, bella in viso aveva studiato con sacrifici dei familiari sino al conseguimento della licenza di liceo classico poi…il colpo di fulmine non da parte sua ma del padrone del fondo Gioele ZELLI che non spiccava né per bellezza né per simpatia, insomma un Gianciotto di dantesca memoria. Arianna all’inizio non prese nemmeno in considerazione la corte che le faceva quello sgorbio di uomo, sgorbio si ma tanto convincente, in altre parole aveva ricattato Venanzio e Marisa sino ad indurli a far pressione sulla figlia cui rappresentarono i vantaggi di quel matrimonio: sarebbero diventati padroni del terreno da loro coltivato con l’obbligo però di restare ad abitare a Torpignattara, insomma Gioele non li voleva fra i piedi. Cerimonia nella locale chiesa con gran gaudio del parroco (ben remunerato) e dello sposo. Arianna aveva chiesto al marito dove si trovassero i suoi genitori, ebbe delle risposte vaghe tipo: “Sono ai Caraibi, stanno girando il mondo”, in altre parole non volle far sapere che fine avessero fatto. Arianna aveva compreso che si era ‘venduta’ a quel tipo che non solo non amava e che disprezzava, non disprezzò però il nuovo tenore di vita. Gioele girava in città con una vecchia Cinquecento Fiat, non voleva dare all’occhio, seguitava il suo lavoro di dipendente dall’Agenzia delle Entrate per poter meglio gestire il suo patrimonio. La gelosia di Gioele aumentava di giorno in giorno, sua moglie poteva uscire solo in sua compagnia e con quella di Assunta Cipollini sua cameriera cui aveva raccomandato di riferirgli eventuali contatti di Arianna con altri uomini. I coniugi Zelli occupavano un attico in via Giorgione a Roma, vicino al posto di lavoro del capo famiglia che dalla finestra poteva controllare l’andamento dell’attico di casa sua ovviamente d’estate perché d’inverno sua moglie chiudeva tende e finestre. Al piano inferiore era venuto ad abitare Alberto Mazzei ospite della nonna Maria Bisori che lo aveva accolto dopo la dipartita in un incidente stradale dei suoi genitori. Alberto e Arianna si incontrarono un pomeriggio ai piedi dell’ascensore, Arianna in compagnia obbligata della cameriera Assunta, Alberto della nonna Maria, fu colpo di fulmine. “Alberto presentami questa signora che non ho mai visto.” “Cara nonna è sconosciuta anche a me.” “ Sono Arianna Pergolizzi, abito al piano attico.” “Cara, ti invito a casa mia per un tè, chiamami prima al telefono, risponderà Mimma la mia cameriera, sono diventata un po’ sorda.” Dopo un ultimo sguardo profondo fra Alberto e Arianna i quattro si lasciarono ma i due giovani erano rimasti ‘fulminati’ dalla rispettiva avvenenza, un incontro tipo Paolo e Francesca che rimase impresso nella loro mente. Arianna il giorno successivo accettò l’invito di nonna Maria e, previa telefonata suonò alla porta della nonna di Alberto il quale, venuto a conoscenza della prossima venuta della signora si mise in apprensione, cercò di sistemarsi alla meglio ed andò lui stesso ad aprire l’uscio. Nessun dialogo fra i due solo un cenno della mano da parte di Alberto che indicò il salone quale luogo di incontro. Arianna: “Che ne dice di un dialogo magari breve, mi sento a disagio.” “Mi accontento di rimirarla, inutile dirlo che mi ha colpito già dalla prima volta ma…” “Lascia stare i ma ed il lei, tua nonna?” “Il pomeriggio riposa, vorrei intrattenerti con un po’ di Mozart o di Chopin.” “Non ti facevo tanto romantico…” “Ho capito ‘metto su’ un po’ di lenti così avrò l’occasione…” “Non hai bisogno di parole, hai uno sguardo che dice tutto!” Alberto per tutta risposta abbracciò Arianna che non si ritrasse anzi si abbandonò fra le braccia di Alberto chiudendo gli occhi ed aprendo le labbra…” La signora fu trasportata di peso da Alberto nella sua camera da letto, delicatamente la spogliò, da nuda mostrò un corpo stupendo, sempre ad occhi chiusi Arianna per la prima volta in vita sua provò un orgasmo da cunnilungus seguito da un altro vaginale, quelle due nuove per lei esperienze le fecero un effetto strano, si mise a piangere silenziosamente abbracciando forte il corpo di Alberto e baciandolo furiosamente, sembrava impazzita. Ci volle del tempo prima che arrivasse ‘la quiete dopo la tempesta’ di leopardiana memoria. Arianna si riprese, si rivestì, un ultimo bacio al suo neo amante e poi la via di casa passando dinanzi a nonna Maria che comprese quello che era successo ed al nipote: “Sei peggio di tuo nonno buonanima!” Assunta convinta a tradire la sua padrona da una consistente somma di denaro rivelò il tradimento di sua moglie a Gioele mettendo in atto il detto latino ‘pecunia omnia emit’, precisò contemporaneamente che sarebbe andata via dalla casa di Arianna ma che in ogni caso non avrebbe mai testimoniato contro la sua ex padrona. Gioele appresa la ferale notizia stranamente rimase di ghiaccio, il giorno successivo consultò un avvocato esponendogli i fatti si cui era stato involontario attore e chiedendo un consiglio per una separazione seguita da un divorzio senza spese da parte sua. L’avvocato venuto a conoscenza che l’unico testimone non avrebbe mai deposto in tribunale disse chiaramente al cliente che non avendo prove del tradimento della consorte il giudice non avrebbe accolto la sua istanza anzi lo avrebbe condannato a pagare tutte le spese e soprattutto a dover versare ogni mese a favore di Arianna una notevole somma di denaro a titolo di mantenimento tenuto conto dei suoi consistenti averi pur rimanendo padrone dell’attico dove abitava. Subito dopo la possessività il valore che occupava il secondo posto negli interessi di Gioele erano i suoi averi, guai a toccarglieli ma da quello che aveva affermato l’avvocato… Arianna non volle più avere con lui i pur rari e poco gratificanti rapporti sessuali, prendendo come giustificazione il divieto delle autorità di avvicinare chiunque avesse contatti con l’esterno causa il diffondersi del corona virus che si stava estendendo in maniera preoccupante. La signora mangiava in cucina e dormiva nella stanza degli ospiti lasciando il letto matrimoniale al niente affatto contento marito. Sembrava rinata, quando poteva si rifugiava fra le ‘braccia’ di Alberto ed aveva scelto un’altra cameriera di sua fiducia che il pomeriggio lasciava il campo libero. Gioele non immaginava di soffrire tanto la lontananza della consorte non solo per motivi sessuali, comprese ch ne era immensamente innamorato. Quale estrema ratio consultò un famoso psicoterapeuta tale dottor Carlo Gimondi il quale dopo le domande di rito non seppe cosa consigliargli se non colloqui settimanali con lui per cercare di superare il problema, un palliativo pensò Gioele : “Dottore pensi ad un’altra soluzione, non voglio perdere mia moglie, non credo che i colloqui con lei posano portare a risultati immediati.” Il clinico era perplesso : “io sono per la medicina ufficiale ma lei potrebbe mettere in atto il detto latino: ‘Malis desperatis desperati auxili!’ Vedo la sua perplessità, traduco: ‘a mali estremi estremi rimedi’ ossia lei dovrebbe diventare un ‘cuckold’, un guardone di sua moglie mentre fa l’amore con l’amante, per deontologia professionale io non le ho mai proposto questa soluzione!” Lo psicologo invece di aiutare Gioele lo aveva sprofondato in una crisi totale, in passato non sapeva cosa significasse mettere in pratica l’idea ‘cuckold’ ora… Si mise in aspettativa dal lavoro e chissà per quale meccanismo psicologico si comprò una macchina inglese color argento, una Bentley Continental che posteggiò dinanzi all’ingresso del condominio. Ovviamente la presenza di quella lussuosa vettura attirò l’attenzione di tutti gli inquilini non ultimi Alberto e Arianna che si domandarono cosa Gioele avesse voluto dimostrare, mah! La risposta l’ebbe Arianna incontrando in corridoio suo marito. “Cara avrai notato che auto mi sono comprato, ho conosciuto un rappresentante di macchine inglesi, quello cui mi rivolgerò per comprarti una Mini Mini Cooper, che ne dici?” “Ci penserò, ti farò sapere.” Arianna ed Alberto confabularono ma non trovarono una spiegazione, qual era il significato di quel messaggio criptato, cosa voleva intendere? Fu informata nonna Maria per un suo parere in merito: “Non andate tanto per il sottile, Arianna accetti la Mini Cooper e, se invitati andate in giro con la Bentley.” Anche se non conosceva i particolari della vicenda il parere della vecchia saggia fu accolto anche perché giunse ad Arianna da parte di Gioele la richiesta di una pace fra tutti e tre con relativo invito ad un pranzo in un ristorante di lusso in via Veneto. Si ritrovarono tutti elegantissimi sul marciapiedi dinanzi al portone del condominio, nonna Maria li salutò dalla finestra, non riusciva a capire completamente la situazione. Alberto e Arianna seduti sul sedile posteriore: “Vi farò da autista, mi manca solo il cappello!” Anche dal di fuori il ristorante mostrava il suo lusso, all’interno i camerieri erano in divisa. “Signori sono a vostra disposizione, siamo in grado di servivi piatti di cucina internazionale.” “Sono qui con mia sorella e mio cognato che vengono da fuori Roma, gradiremmo dei piatti locali possibilmente col del vino Brunello di Montalcino se ne avete.” “Abbiamo una cantina ben rifornita.” Al buonumore di Gioele si contrapponeva la perplessità dei due amanti che non sapevano che atteggiamento assumere sin quando Arianna: “ Ti trovo molto cambiato non so che altro dirti.” “Sono stato da uno psicologo che mi ha consigliato una terapia molto particolare, ne parleremo in altra occasione, anche io sono rimasto perplesso…” Ritorno a casa, ognuno nel proprio appartamento ma i dubbi erano rimasti nella mente dei due amanti, cosa poteva lo psicologo aver consigliato a Gioele, dicono che gli psicologi sono un po’ matti come i loro pazienti! Una mattina Arianna incontrò nel corridoio suo marito, la signora era sempre più desiderosa di conoscere la terapia dello psicologo consigliatagli, che ci entrassero anche lei ed Alberto? “Cara non mi va di informarti a voce, te lo scriverò in un foglietto, è una parola inglese, troverai lo scritto sul tavolo del salone. “ ‘Cuckold’, cosa voleva significare? “Caro tu che conosci l’inglese…” Alberto si fece una gran risata…”Insomma me lo vuoi dire o no?” “No… l’ho detto per scherzo, vuol dire che tuo marito farebbe il guardone mentre noi due…” Arianna era confusa e imbarazzata. “Cara nessuno ci obbliga ma certamente la nostra vita cambierebbe in meglio forse io potrei avere dei problemi di erezione!” Dopo una discussione i due amanti (diciamo Alberto) decisero di mettere in atto il cuckold, si riunirono nella camera matrimoniale di Gioele e poi a turno prima i due maschietti e poi Arianna a lavare e profumare i gioielli di famiglia. Rientrati in camera, spenta la luce del lampadario rimase acceso un abat jour che con la sua lieve luce illuminava poco la scena. Gioele si era rincantucciato nella parte più lontana e meno illuminata della stanza. Alberto partì all’attacco ma poco dopo Arianna: “Scusa un attimo, voglio appurare…” La signora era uscita dalla stanza ed entrata in quella degli ospiti vide suo marito seduto su un lettino con la gambe ripiegate e circondate dalle braccia, il viso fra le gambe, stava piangendo. “Sei diventato l’amore mio, sarai brutto fuori ma dentro sei cambiato, forse vorrei dirti meraviglioso, ma sarebbe eccessivo, vieni ti asciugo le lacrime.” Gioele era al settimo cielo, mai si sarebbe aspettato quelle dichiarazioni da parte di sua moglie, l’abbracciò e cominciò a baciarla delicatamente, “Sei diventata quella che speravo deliziosamente affettuosa” “Caro ora che tutto è appianato che ne diresti se in futuro pur stando con temi mi prendessi qualche piccola vacanza extra coniugale?”