Blu Marina e il castello stregato
Una notte Blu Marina, una ragazza di appena tredici anni, decise di uscire a fare una passeggiata nel bosco, giacché non riusciva a dormire.
Erano le undici e mezzo e fuori non c’era nessuno fuorché lei. Per un attimo ebbe paura, ma poi senza pensarci due volte, s’inoltrò rapidamente nel bosco. Gli alberi erano altissimi, c’era tanta nebbia ed era tutto buio. Ad un tratto si fermò. Sentì un leggero fruscio. Si voltò di scatto e… cosa vide?
Uno scarafaggio color rosso sangue camminava lentamente verso i suoi piedi nudi, che nella fretta non aveva coperto con scarpe o ciabatte. Lanciò un urlo micidiale e si mise a correre all’impazzata senza neanche vedere dove stesse andando.
Si fermò.
Riprese fiato e si guardò attorno: tutto le parve sconosciuto. Si era persa.
Nel buio, scorse una luce fioca. Cercò di farsi strada e di seguire la lucina. Cammina cammina giunse ai piedi di una collina, e notò che la luce proveniva da un vecchio castello.
A prima vista Blu Marina notò che le pareti erano piene di verde muschio, la porta d’ingresso era malandata e c’era solo una brutta finestra in cima ad una torre. Il castello era poco invitante, ma Blu Marina aveva le gambe a pezzi e i piedi lividi e pensò che sarebbe stato meglio entrare.
Oltrepassò il cancello, e bussò lentamente alla porta, ma poi notò con molto stupore che era aperta. Quindi, s’intrufolò velocemente dentro e si guardò attorno: i muri erano pieni di polvere, così come i tavoli, le sedie e gli altri mobili. Era tutto buio e Blu Marina senza accorgersene urtò un ostacolo, rischiando di cadere, e avanzò con difficoltà fino a raggiungere un’alta scalinata che sicuramente portava al piano superiore.
Salì con cautela, molto attenta a non cadere e giunse in cima. Si accorse che era entrata nella più alta torre, dalla piccola finestra che illuminava un vecchio letto rosa. Pensò che il castello fosse disabitato, quindi si stese sul letto e si addormentò.
Il suo sonno fu però interrotto da strani rumori provenienti dal piano inferiore.
Spaventata Blu Marina si alzò dal letto che con un tonfo cadde in pezzi. Dal muro sbucò una mano, morbida e silenziosa come le ombre, che le accarezzò la faccia con le dita di seta. Blu Marina indietreggiò e cadde a terra. Le sue mani, tremanti di spavento, toccarono qualcosa di umido. Si girò e vide che dal soffitto scendeva uno strano liquido verde che le aveva attaccato la pelle al pavimento.
Si liberò subito di quella schifezza e afferrò una lanterna. Respirava a fatica, tenendo la lanterna immobile. Improvvisamente il pavimento iniziò a vibrare sotto i suoi piedi e la lanterna si spense. Nell’oscurità sentiva muoversi corpi e scheletri. Sentiva le invocazioni sussurrate di fantasmi, sempre più vicine e il terrore l’assaliva.
Voleva non essere mai uscita di casa o che quello fosse solo un sogno, un brutto sogno. Decisa di tornare a casa, Blu Marina scese le scale. Poi una mano fredda afferrò la sua. Lanciò un urlo prima di sentire una voce bisbigliare:
‐ “Morirai!” ‐ era un vecchio fantasma coperto da un lungo mantello grigio che gli avvolgeva tutto il corpo evanescente. Il viso era nero e non si riuscivano a distinguere gli occhi, il naso o la bocca.
Blu Marina era atterrita. Sentiva la presenza nel castello di forze occulte, potenze malvagie, ignote. Il fantasma era scomparso così come era apparso. Raggiunse la porta che però inspiegabilmente era sbarrata e chiusa definitivamente da più lucchetti in ferro.
Blu Marina era disperata. Non sapeva cosa fare. La notte declinava ed il buio aveva raggiunto anche la più piccola stanza.
All'improvviso sentì uno strano odore proveniente da chissà dove. Si guardò vicino e scorse un piccolo cunicolo sotterraneo. Entrò camminando carponi e s’imbucò nello stretto passaggio. Ma il passaggio sotterraneo non finiva lì; esso sbucava in una stanza. Blu Marina, pensando che fosse una via d’uscita, si sollevò da terra ed entrò nella dimora. Vide stesi a terra i cadaveri di più donne strangolate o pugnalate. Dietro di loro ce n’era una, che pareva stesse lì, immobile da secoli, seduta su una sedia che sembrava non riuscisse a reggere il suo peso. Mentre la osservava inorridita, questa prese vita e le si buttò addosso cercando in tutti i modi di impedirle il respiro. Con una capriola, Blu Marina si levò dalle grinfie di quella brutta strega. Ma questa, senza tregua la riafferrò e le cavò gli occhi con tanta veemenza da farla soffrire. Allora Blu Marina iniziò ad urlare a più non posso. Tremava e aveva freddo. E, mentre sentiva la risata agghiacciante della strega aprì gli occhi e vide sua madre che cercava invano di tranquillizzarla. Allora capì che era stato un incubo. Un sogno angoscioso che l’aveva uccisa. Ma, nel buio delle tenebre sentì una voce conosciuta che mormorò: ‐ “Non finisce qui…” ‐
E poi, spenta la luce Blu Marina s’addormentò.