Bourbon Man
Sono ciò che sono... non ho bisogno di sapere altro...
Viaggio, incontro, conosco...parto...
Prendo ciò che posso e lascio ciò che non mi serve... Mai fermo nello stesso posto...mai!
Lei la incontrai una notte in un piano bar...bevevo da solo, come sempre, in compagnia dei miei pensieri...
"Posso sedermi o disturbo?" alzai appena gli occhi dal mio bourbon, dal basso verso l'alto... Stivali alti fin sotto il ginocchio, gonna a tubino nera con un generoso spacco laterale...deliziosa scollatura a V molto pronunciata e provocante... Occhi e capelli neri come la notte...
"Tutto l'armamentario a posto", pensai....
"Accomodati pure...", risposi, indicando con un cenno una della sedie vuote attorno al tavolino ma senza spostarla, continuando poi a leggere i miei pensieri sul dito di bourbon che ancora oscillava dentro il mio bicchiere.
Lei sedette di fronte a me, tirò fuori un piccolo astuccio dalla borsetta e con gesti lenti, studiati, si accese una sigaretta. Inspirò a fondo, facendo brillare la fiammella sulla punta delle braci, poi diede un lungo soffio che mi fece arrivare il fumo sul viso.
"Ti va di scopare?", la domanda chiara, netta, inequivocabile avrebbe forse dovuto farmi qualche effetto particolare? Attirare la mia attenzione al suo laccio?
"Non farmi perdere tempo" le risposi scocciato, "vai a giocare con qualcun altro..."
Lei parve non sentire il tono, "sei l'unica faccia interessante stasera...e sei anche l'unica faccia nuova...".
"Non sarà questo a rendermi interessante? Hai già fatto fuori tutta la concorrenza...?", dissi, guardandola attraverso il bicchiere.
"Vedi tu, io ho voglia adesso...", rispose continuando a fissarmi.
"Fattela passare...". Mi alzai, lasciando una banconota leggermente abbondante tra bicchiere e sotto bicchiere e mi avviai verso la porta.
"Stronzo!", la sentii gridarmi dietro. Mi volsi mentre aprivo la porta e le lanciai uno sguardo dall'alto in basso che mi bastò come replica.
Camminai per un po', alla luce dei lampioni, col bavero del soprabito alzato, respirando l'aria notturna...quando mi arrivò un suono veloce di tacchetti, alle mie spalle. Tacchetti veloci, nervosi...scarpe da donna...
Girai in una traversa tanto stretta e semibuia che avrebbe potuto essere anche un vicolo...e mi fermai dopo qualche metro, spalle al muro, aspettando, sguardo nel vuoto.
Mi passò davanti senza notarmi tanto era veloce il suo passo...
La bloccai per le spalle da dietro e tenendole le braccia le sussurrai all'orecchio "ti conviene lasciarmi stare, smettila di giocare alla superdonna...potresti farti male"
Le mie parole dovettero sembrarle quasi un invito...si divincolò...
"Perché se no che mi fai...mi picchi?...mi violenti? E scopami allora...sono qui non mi vedi...?", alzò la gonna fino all'inguine... nonostante la fioca luce dei
lampioni lontani non mi ci volle molto a capire che non portasse alcun tipo di intimo.
"Puoi farmi quello che vuoi...basta che mi fai godere…anche farmi male!"
Quella lieve esitazione nel suo tono di voce aveva scoperto il suo gioco...la partita era aperta... e se a lei andava di giocare...
"Fattelo tu..." le dissi, facendo un passo indietro, sorridendo a mezza bocca...
Parve pensarci un attimo, poi le sue unghie laccate lasciarono segni visibili sul petto, sopra il seno, dove potevo ben vederli...ovvio.
Risi, quasi, "tu non sai niente del dolore...continui a giocare per impressionare.." e mi volsi per andarmene.
"Fammi vedere tu cosa sai fare, allora...", sempre più chiaro mi arrivò quel suo segreto implorare da sotto la sua maschera di artigli...
Mi avvicinai, lei non si mosse, come mi aspettavo, per non mostrare timore...
Le presi piano una ciocca di capelli tra le dita, accarezzandola...e la tirai con forza di lato costringendola ad inclinare il collo mentre una scarica di dolore la stupiva sul volto...le girai attorno ed un attimo dopo affondai i denti sulla sua spalla, tra spalla e collo, dove più tenera è la carne...mentre le mie di unghie, stavolta, le incidevano con più evidenza il seno...
Le girai ancora attorno e senza preavviso le infilai due dita nella vulva, che, sorpresa e racchiusa un attimo prima, cominciò a lacrimarmi di piacere sulla mano.
Il suo respiro era rotto...mozzato...ma sentii che si apriva sempre più contro le mie dita...
Non era ciò che volevo...
La volsi faccia al muro ed estratta le dita dalla sua vulva già grondante le affondai le stesse dita, che già sapevano del suo piacere, nel culo...
Quasi cacciò un grido...ma volle resistere ancora, fermandolo, ingoiandolo nel petto... lasciando il segno delle unghie rosse sui mattoni del muro e soffiando quasi un respiro che non ne aveva ancora abbastanza...
Anche il suo culo stava godendo...e non ancora abbastanza...
Scesi tra le sue gambe e le infilai entrambi le mani, scopandola solo con quelle, mentre lei quasi perdeva il fiato, gli occhi socchiusi...continuando a colarmi sulle dita da entrambe le sue porte del piacere....
Quando il suo ansimare si fece parossistico e prossimo all'urlo...mi fermai di colpo...sgusciando fuori da lei come un serpente sazio....le mani grondanti ragnatele lattiginose del suo piacere.....
Lei mi guardò con occhi sbarrati, esterrefatta, sorpresa, frustrata, piegando le gambe per il piacere strozzato...
"E adesso vattene a casa...e finisciti da sola..!" e me ne andai, lasciandola lì...senza parole.
Tornai ancora un paio di volte in quel locale...il barista, che aveva assistito alla scena nel suo locale, mi riservò sempre un tavolino nell'angolo più in ombra del locale...
Ogni volta lei si avvicinava e senza dire una parola scivolava sotto il tavolino a prendermi il sesso nella sua bocca golosa...per tutto il tempo del mio bourbon..
E quando sono in compagnia dei miei pensieri...il mio bourbon può durare per molto, molto tempo....