Breve e fulminante
Esco ora dal mio editore.
"Niente da fare", mi dice, "hai perso il tocco magico".
Beh, gli avrei risposto tra i denti, se una cosa la fai per campare, se la fai sette giorni su sette, magari diventa un lavoro vero e non è più quello splendido hobby che mi ha portato fin qui.
Il mio editore è uno stronzo, non lo sono forse tutti? Mi mette una mano sulla spalla e mi fa "breve e fulminante"... certo, come l’infarto che gli auguro ogni volta che scarta un mio pezzo! Ok, breve e fulminante... e cosa gli porto la settimana prossima?
L’unica cosa breve a cui penso è il mio matrimonio!
Fulminante? Certo, come gli alimenti che sono costretta a pagare a quella mezza calza di marito. Lo diceva la mia mamma: "Mai sposarsi con un bagnino!"
Eh, com'è dura la vita quando si chiudono gli ombrelloni e il sole si fa tiepido!
Ok. Allora, com’era? Breve e fulminante.
Fermo un taxi, a quest’ora la metro è piena di ragazzi che tornano da scuola e al momento sentire marmocchi che urlano, anche se in maniera breve e fulminante, va oltre la mia sopportazione.
Apro la portiera e mi infilo nel taxi, quando sono nervosa non mi muovo, sguscio.
Do le indicazioni in maniera breve e chiara (fulminante? non saprei, è solo l’indirizzo di dove abito).
Ma si sa, i tassisti sono bestie strane, a metà tra il venditore di pentole in TV e il tuo padre confessore.
Così mi tocca subire le indicazioni turistiche.
"Piazza Savonarola", "Ecco il Duomo, è del 1100 o giù di lì, sa?"
Evito di guardare fuori dal finestrino, la mia città la conosco e tra un po' tiro un urlo per non sentire le castronerie pseudo‐storiche che mi propina!
Poi passa a parlare del tempo.
"Caldo, eh? Ah, beh, ma mai come da noi, sa? Io vengo dal Texas e il caldo che fa da noi..."
E blatera.
Allora penso tra me, se lo metto in difficoltà con una domanda a trabocchetto, una domanda breve e fulminante, vuoi vedere che chiude il becco?
"Senta, mi scusi, sa, sto facendo un sondaggio: mi racconta una storia breve e fulminante?" e già me la sghignazzo tra me e me. pensando "Vedrai che l’omino del west non sa che pesci pigliare!"
Beh, un consiglio, mai sottovalutare un tassista.
Mi guarda dallo specchietto, si schiarisce la voce.
"Buffo che lei me lo chieda. Faccio il tassista da vent'anni, dieci dei quali passati vivendo su questo taxi".
"In che senso vivendo? Fa forse turni da 24 ore?"
Altra occhiata furba.
"Possiamo anche dire così. E' che, vede, io non scendo mai dal mio taxi. Se ho fame passo al McDonald e mi consegnano tutto dal finestrino. Se mi va d’andare al cinema, vado in un drive‐in... e se devo fare la doccia, vado all’autolavaggio e apro le portiere!"
Perplessa gli chiedo se ha forse paura che glielo rubino il taxi o se lo spaventa pagare un affitto.
"Come le dicevo, io sono texano. Facevo il tassista anche dalle mie parti, ma quello era traffico, mica il vostro! E quello era caldo! E il caldo, quando la terra non lo sopporta oltre, scatena temporali. Beh, avevo appena finito l’ultima corsa della giornata. Esco dall’auto per bermi un buon caffè forte, ah! mica come il vostro caffè che non sa di niente! Esco, mi guardo in giro e BAM! Un fulmine mi colpisce dritto al petto!"
"Madonna! Ma lei è fortunato a poterlo ancora raccontare!"
"Eh, vede, se invece di scendere dal taxi poggiando la mano sulla lamiera, io ci fossi rimasto dentro, non sarebbe successo" e se la ride, " Lo dice anche Discovery Channel che l’auto è il posto più sicuro per difendersi dai fulmini!"
Rimango a pensarci su.
"Breve e fulminante" lo è...
ma non è pubblicabile.