Buio-PuntoLuce-Buio

Buio‐buio‐buio‐puntoluce‐buio. Questa si chiama sintesi e serve ad evitare di descrivere i momenti puntuali. Prima di tutto perchè ricordarli con la coscienza del fatto che sono solo delle piccole pozze d'acqua in un terreno perfettamente arido è un pò deprimente. E anche perchè in fondo per chi legge potrebbe trattarsi di sciocchezze, di gesti minimi e banali. E allora va bene così, buio‐buio‐buio‐puntoluce‐buio. Estrapolate voi stessi la storia che volete, formulate delle congetture, create i personaggi e fateli interagire. Se vi serve qualche dettaglio in particolare potete anche chiedere ma non è detto che vi risponderò. In ogni caso siamo lontani dalla realtà, sia io che voi. Io. Seduto per terra davanti a un bar con qualcosa di fresco tra le mani. Qualcosa di fresco ma molto alcoolico, che fa sudare da matti. Col battito accellerato per la preoccupazione di non riuscire a pensare‐proporre‐proporsi‐ordinare. Io che recito la mia filastrocca ricolma di citazioni, io che esprimo il mio odio per le citazioni, io che non so davvero cosa voglio e allora mi guardo attorno. E vedo cosa offre il mercato. E il mercato è in ribasso, sarà il caldo, ma il mercato è in ribasso credetemi. E l'unica cosa che voglio giustamente se ne strafrega di immischiarsi col mercato. Mentre io sono quasi diventato un agente di borsa, faccio piani e previsioni e investo e sudo e bestemmio e bevo per dimenticare e mi sciacquo il viso per ricordare. Rispondo anche alle domande e questo magari non è da me. Il punto è che sono inCOLLAto. InCOLLAto mani e piedi. Raccolgo tessere qua e là, ma questo non è un puzzle. Sta venendo fuori un disegno orrendo, privo di gusto e di valore. Uno di quei disegni esteticamente apprezzabili del tipo natura‐morta‐con‐bambino. Ma privi di vita, spenti, smorti, decadenti. Non era questo quello che volevo, lo giuro. Si. Ma. Allora. Cosa. Vuoi.? Oh un'altra tessera. Cosa voglio? Indovina.