Bull E Cleo
Alberto M. promosso da Brigadiere a Maresciallo della Polizia Tributaria, residenza: Roma. Per anni aveva dovuto sopportare la vita di caserma e quindi non gli era parso vero poter alloggiare in una casa privata, nel suo caso quella di sua cugina Silvana L. residente vicino al suo posto di lavoro in via Cavour 101. Aveva a disposizione una stanza con 'allegato' un piccolo bagno, si sentiva un re. Un giorno Silvana: "Alberto, a Matilde la portiera appassionata di animali, sono nati comtemporaneamente una cucciolata di cani ed una di gatti, ha pensato a me per collocarne alcuni, me ne ha dati quattro, due cani e due gatti deliziosi, un cane ed una gatta saranno ospiti nella tua camera, penso sarai felice avere giorno e dì notte due batuffoli...Nel cervello di Alberto era apparsa una frase piuttosto volgare nei confronti dei due batuffoli, ma non si può essere irriconoscenti nei confronti di chi ti ospita.I due, essendo neonati, non conoscevano la rivalità fra cani e gatti e crescevano serenamente in simbiosi scambiandoisi anche tante coccole. Bull era un dobermann e Cleo una Ragdoll bellissima. Impiegato per molte ore in servizio, ai due animali era addetto Dario un contadino urbanizzato che si guadagnava da vivere occupandosi degli altrui animali. A credito di trenta giorni di licenza, in arrivo il caldo di luglio, ik neo maresciallo si recò nella vicina officina per mettere a punto la Cinquecento (non si poteva mermettere una auto di cilindrata maggiore) e telefonè a Flora LDP., sua antica fiamma, che da Domodossola si era trasferita in una clinica vicino Losanna, in Svizzera, come infermiera. Flora sentendo la voce di Alberto, all'inizio non riuscì a rispondergli...Dovrei odiarti, mi hai fatto soffrire quando sei andato alla Scuola Sottufficiali, ma..."Ho trenta giorn i di licenza, vorrei passarli con te sempre che..." "Sei il primo uomo che è riuscito a farmi piangere, dovrei odiarti, invece..." "Mi ami da morire, fa molto 'Grand Hotel' fra due giorni sarò a Domo come chiamavamo la tua città, andrò in albergo..." "Niente albergo, avviserò mia madre, lo sai che le piacevi molto come genero." "Au revoir mon amour, mi pare che a Losanna parlino francese." "Andrò in direzione, se faranno obiezioni a concedermi la licenza, darò le dimissioni, sono brva nella mia professione, anzi volevo dirti..." "Che sei fidanzata con uno delle clinica dove lavori." "Questo è un altro motivo per cui dovrei odiarti, riesci sempre a precedermi nel pensiero." "Asciuga quel lago di lacrime che hai fatto in terra e...a presto." La Cinquecento andava alla grande, quei settecento km. furono superati in dieci ore comprese le soste per il rifornimento carburante, un dubbio: presentarsi subito a casa di Flora o telefonare? Come per incanto Alberto si trovò a Domodossolas in via Roma 29 dinanzi l'abitazione della beneamata che si trovava alla finestra. e che si precipitò in strada stringendo forte Alberto. "Mi stai facendo male, invece che in sala operatoria mi sa che ti alleni in palestra!" Chiara, la mancata suocera, divorziata, titolare di una libreria, era sempre in forma e ben vestita. "Riconosco il mio errore, doveva sposare tua madre, è più bella di te!" Finita l'atmosfera di commozione, riposino sul divano. A cena Chira si era fatta onore con la selvaggina che sapeva pioacere al boy friend di sua figlia. "Vieni qua mancata suocera, mi pare strano che nesun ossolano di abbia..." "È stata una mia scelta,niente legami, non ho trovato nessuno di mio gusto, da vecchi si diventa pù selettivi nelle scelte." Dopo cena passeggiata per le vie illuminate, passaggio vicino alla caserma della Finanza e poi alla stazione ferroviaria dove Alberto aveva prestato serviizio doganale, quanti ricordi..."Adesso sei tu che ti commuovi, sei un tenerone, ti ucciderei, ormai sono fidanzata a Losanna, un medico ortopedico, ci siamo conosciuti in sala operatoria, si chiama Fredo, sarebbe Alfredo,è un gelosone, altro che freddo svizzerotto, sembra un siciliano, se sapesse..." "Ancora non abbiamo fatto nulla, potrei dormire con tua madre." "Quello che ho sempre apprezzato in te, oltre al tuo fisico, è stato il senso di umorismo che riesce a farti superare i momenti più difficili, a proposito comre stai a femminucce?" "Tutte di passaggio; dinanzi a te provo sentimenti strani e contrastanti: mi sento confuso, arrabbiato con me stesso e pieno di rimpianti, un disastro sono pure diventato piagnone!"" "Vieni qua o meglio andiamo casa mia, la tua Flora ti rimetterà in sesto nel senso che..." "Se non ricordo male eri piuttosto brava.."
"Ricordi bene!" Una nottata di fuoco non era solo sesso ma rimpianto per un futuro che non ci sarebbe stato, maledizione!" "Ragazzi sono le undici, va bene che è domenica ma..." Flora aprì la porta della camera da letto. "Figlia mia pare che hai combattuto una battaglia, spero non avrai distrutto quel povero Alberto." "Alberto non soltanto non è distrutto ma pronto a ..." "Bene, oggi non avevo voglia di cucinare, andremo al ristorante." Il 'Gambero Rosso aveva un nome non in sintonia con una località montana, Marsilio M., il proprietario, riusciva a far pervenirte al suo locale del pesce di mare fresco, ignoto il modo. Al tavolo si presentò un giovane per le ordinazioni: "Prego." "Sono un Maresciallo della Finanza, a suo tempo ho conosciuto Marsilio, il proprietario." "È mio padre, lo vado a chiamare. Marsilio era ovviamente invecchiato, osservando da vicino Alberto: "Tu eri un finanziere, mi ricordo di te, che piacere!" "Mio caro sono venuto a trovare il mio grande amore da giovane, Flora qui presente che vedi insieme alla madre." "Le conosco, spero che metterai le radici e ti avremo sempre qui." "Purtroppo è impossibile, appartengo al Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, godrò della compagnia degli ossolani solo per pochi giorni." Chiara ritenne di interrompere la conversazione che aveva preso una piega pericolosa: "Marsilio vogliamo tutti i gamberi rossi che hai nel frigo, anche quel pane scuro che sa fare tua moglie e soprattutto lo Chardonnay ben fresco." La conversazioine proseguì in un binario meno periglioso: "Ti ricordi di M., ha avutoi due coppie di gemelli, E. purtroppo è deceduto in un incidente stradale, ma il guaio peggiore è capitato a F., i tuoi colleghi lo hanno messo in galera per contrabbando di sigarette." Marsilio ritenne opportuno fare l'anfitrione, fu ricompensato con abbracci da parte dei tre.Dopo la pantagruelica mangiata, Alberto ritenne opportuno andare con la Cinquecento a visitare i luoghi dove aveva prestato servizio: Montecrestese, Bannio, Andronapiana,Ponta Ribellasca, erano un pò tutti cambiati. A casa, dopo un pò di televisione, tutti a letto, i giorni di permanenza di Alberto a Domo non andavano sprecati. Una mattina venne ad Alberto in mente di andare alla stazione ferroviaria internazionale, molti i ricordi, qualcuno partiucolare. Ad un certo punto passò vicino a loro un ispettore di Dogana che Alberto ritenne di fermare. Dr. Antonio N. che piacere rivederla, dopo tanti anni non è cambiato (invece era invecchaito di brutto!). "Mi scusi ma in questo momento..." "Attiualmente sono Maresciallo delòa Polizia Triubutariua, a suo tempo prestatvo servizio da finanziere sulla linea Domodossola‐Briga e talvolta capiutava di sequestrare delle sigarette di contrabbando. Non n so se lo ricorda mas accadeva che in Dogana avveniva, come dire, uno scambio fra sigarette di pregio Tipo Turmac, prezzo fr.1,20 con altre di minor prezzo tipo Boston e Fib da 0,50 fr. Dato che io stilavo un elenco dei T.L.E. sequestrati con l'indicazione delle marche ero diventato piuttosto antipatico a voi della Dogana, ma nulla di importante, vero?" "Non ricordo nulla di quanto da lei affermato, buon giorno." "Flora tu non hai capito l'inghippo, i signori doganieri andavano a Briga, acquistavano sigarette di minor pregio e poi le scambiavano con quelle sequestrate che costavano almeno il doppio ovviamente poi rivendendole illegalmente, se avessi fatto rapporto al mio Comando sarebbe scoppiato uno scandalo di proporzioni notevoli, pensai bene di farmi i fattarelli miei ma ero guardato a vista dai doganieri che tirarono un sospiro di sollevo quando mi trasferirono." Mattino di uno degli ultimi giorni di permanenza. Alberto sveglio sul letto, gli occhi sulla beneamata in posizione fetale, un ritornello nelle sue orecchie: ' Il tempo passa e va, e va, e va portando via con sè l'amor.' forse una canzonetta e poi: 'La favola breve è finita, il vero immortale è l'amor (poesia del Carducci). Un aforisma: 'Il destino è al di sopra degli dei.' Sotto la doccia con tutto il pigiama, Alberto sembrava fuori di testa, a sbrogliare la situazione ci pensò Flora che si mise anche lei sotto il getto dell'acquai in camicia. "Ragazzi sembrate due pulcini, voglio vedervi nudi e crudi!" Non fu accontentata. Ci volle del tempo per ritornare alla normalità e per uscire per le vie di una Domodossola trafficata, si era in piena estate, molti vacanzieri. Penultimo giorno di permanenza, Alberto preferì preparare la valigia la sera, la mattina dopo intendeva partire presto. A letto senza sonno; cinque di mattina, valigia nella Cinquecento, un bacio sulle guance delle due signore e partenza senza profferir parola. Prima di imboccare l'autostrada occorreva percorrere la strada del Sempione, ad un certo pounto la spia della benzina cominciò a lampeggiare in rosso, aveva dimenticato di fare il pieno; dopo pochi chilometri un distributore automatico. Inseriti venti €uro nell'erogatore di benzina nemmeno l'ombra, un inutile calcio alla colonnina, era bloccato. Giunse finalmente un extra comunitario che parlava malissimo l'italiano, Alberto a gesti gli fece capire che, malgrado l'inserimento di venti €uro niente carburante. Giunse il proprietario della stazione di servizio. "Prego signore posso esserle utile?" "E me lo domanda, la sua pompa ha trattenuto venti €uro senza erogare carburante, che ne dice di una denunzia alle Fiamme Gialle, questa è la mia tessera, sono un maresciallo della Polizia Tributaria." Il cotale prese un 'cagazzo' terribile e cominciò ad inveire contro l'extra comunitario." "Egregio, niente sceneggiata, ho fretta altrimenti...metta nel serbatorio venti €uro di benzina e lasci stare bongo bongo che non c'entra nulla!" Questo sfogo servì ad Alberto a rilassarsi un pò, entrò in un autogrill, fece colazione poi in bagno ed infine riprese la strada per Roma ma ad una velocità talmente bassa che molti automobilisti gli suonavano dietro per incitarlo ad andare più forte. Arrivò in via Cavour a Roma e posteggiò nel vicino garage.Silvana:"Mi potevi avvisare!" "Andiamo a mangiare da Quartarone, cucina casalinga, ho voglia di cibi romani, che fanno i miei cuccioli?" "Crescono, speriamo che ti riconoscano, andiamo a trovarli." Aperta la porta della camera da letto il primo ad alzarsi fu Bull che si avvicinò ad Alberto indeciso poi, annusatolo lo riconobbe e cercò di saltargli addosso. Più riservata Cleo che, anche lei annusata una gmba del padrone gli si strofinò contro con tutto il corpo. I giorni seguentoi furono dedicati da Alberto al lavoro, molti suoi colleghi erano in vacanza e gli straordinari erano all'ordine del giorno. Col giungere del mese di ottobre la situzione si normalizzò in tutti i campi, Alberto recuperò molto del suo buon umore e qualche collega lo invitò al cinema, dove non pagavano il biglietto ed anche a feste private. In particolare Pier Luigi M. bolognese, suo vicino di letto alla Scuola Sottufficiali che un sabato lo condusse in un'abitazione ai Parioli, aveva conosciuto il padrone in occasione di una verifica fiscale. "Sono Fortunato D. ma solo di nome, questa è la mia, insomma quella gentile femminuccia che ha voluto impalmarmi per i miei soldi. " Pier Luigi all'orecchio di Alberto: "Si chiama Genoeffa ma chiamale Ge. altrimenti si incazza, e quando si incazza...sono cazzi!" "Mi accorgo che avete il senso dell'umorismo che apprezzo, intanto mi porto via Ge. per fare conoscenza, Pier Luigi la conosce e quindi tocca a me." "Vedo che lei è svelto a parole, forse ha pensato: io questa...ma male gfliene incoglierà, sa di essere un fusto come si dice a Roma ma a me non piacciono i fusti vuoti!" "Vedo che mi ha fotografato, fra l'altro ne capisco di foto perchè sono capo laboratorio fotografico nella Polizia Tributaria, vuol dire che mi metterò buono buono sotto il tavolo in attesa di un biscotto da parte della signora." Ma, contrariamente a quanto affermato, afferrò Ge. per le spalle, ls trascinò in una stanza vuota e prese a baciarla follemente. Quando si staccarono Ge. sembrava istupidita, mai le era successo, le girava la testa, dovette sedersi guardando negli occhi Alberto. Qest'ultimo. "Spero che tuo marito non abbia la stoffa di Gianciotto!" Ge. si era ripresa: "Con te se la passerebbe male, si vede che sei un atleta." " In passato sono stato nella squadra sportiva delle Fiamme Gialle, l'istruttore mi aveva messo fra i pugili, ma io non amo picchiare i miei simili, specialmente..." "Specialmente le femminucce ma non ti illudere io sono capricciosa." "Ed io le capricciose le sculaccio, come ti metti?" Una gran risata da parte dei due che fece girare il capo agli invitati compresi Fortunato e Pier Luigi. "Vedo che tua moglie ha trovato pane per i suoi denti!" "Più che pane..." La serata finì con balli veloci ai quali Alberto non volle partecipare: "Sono un orso nel campo del ballo, a Domodossola mi sono iscritto ad una scuola per imparare i passi più facili, il titolare, rssegnato, mi ha riconsegnato i soldi delle lezioni dicendomi: "Non sono un ladro, con lei lo sarei, non imparerà mai a ballare!" Ge. "Un bel modo per sottrarsi, d'altronde anche questi due beccafichi sono altrettanto imbranati, mi accontenterò di parlare con Alberto, fra l'altro mi ha detto che in Finanza è anche fotografo, prenderò lezioni da lui." Fortunato e Pier Luigi di misero a ridere, avevano capito che lezioni Ge. voleva da Alberto! La signora non era niente male: trentenne, media altezza, lunghi capelli castani,naso piccolo(Alberto riteneva le donne con lungo naso dei travestiti), bocca invitante, tette non eccessive (quelle con grosse tette sembravano delle balie), piedi stretti (Alberto li apprezzava, stava diventando feticista?) Nel tempo libero Alberto e Ge. facevano coppia fissa, dove andavano attiravano l'attenzione delle persone: Alberto col suo metro e ottanta, atletico e dal viso sorridente, Ge. vestita con molta fantasia, soprattutto poco vestita. In spiaggia poi uno spettacolo: davanti un francobollo, dietro un filo e, delle tette, coperte solo il capezzolo. Maschietti col torcicollo, femmine incavolate: "Che avrà quella più di me?" Pensieri dei maschietti: "Ce l'ha, ce l'ha!" A letto fuoco e fiamme! Un avvenimento cambiò completamente la vita di Alberto: la zia Armida, vedova dell'omonimo nipote era passata a miglior vita (si fa per dire) lasciando tutto il suo notevole patrimonio ad Alberto il quale ritenne opportuno far presente al Comando il lascito della zia. Nessuna osservazione da parte dei superiori, solo una malcelata invidia. Da quel momento Alberto cambiò la sua vita: acquistò una Jaguar senza rinunziare alla Cinquecento che gli serviva per la città, acquisto di un appartamento in via Cavour di duecento metri quadrati, rimpiazzo del guardaroba e soprattutto realizzazione di un suo vecchio sogno: uno yacht mono albero con motore ausiliario da ottanta cavalli intestato a Flora da ormeggiare temporaneamente ad Ostia. Un grave evento gli permise di realizzare un suo sogno. Un pomeriggio di domenica Alberto stava spaparazzato sulla tolda dello yacht quando vide un bambino cadere in acqua e la madre gridare aiuto. Purtroppo in quel punto c'era la corrente del Tevere che portava al largo e così il giovane ben presto si trovò lontano dalla riva ed in difficoltà. Alberto non ci pensò due volte, si gettò in acqua seguito da Bull e, con molta fatica, riuscì a raggiungere il giovane che già aveva ingurgitato un bel pò di acqua. Giunto a terra, Alberto mise in atto quegli accorgimenti che aveva appreso alla Scuola Sottufficiali e così il bambino cominciò a sputare acqua e cominciare a respirare sia pure lentamente Nel frattempo era stata allertata la Capitaneria di Porto che fece giungere sul posto un gommone ma ormai il ragazzo si era abbastanza ripreso. La madre abbracciò Alberto piangendo, Alberto che col petto gonfio del trionfatore la guardò un pò meglio...Il fatto fu riportato dal 'Messaggero', Alberto e Bull furono trattati da eroi tanto più che il bambino era figlio di un assessorebdel Comune di Roma, la conseguenza fu di un riconoscimento con tanto di pergamena e medaglia al valor civile. In ufficio qualcuno ci bagnava il pane: "Arbè devo da annà ar mare, me fai da bagnino?" Oppure "Me presti lo yacht devo da annà a pesca." Alberto se ne fregava dei loro lazzi e pensò bene di volgere a suo favore l'avvenimento. Contattò il padre del bambino chiedendo un favore: poter ormeggiare il suo yacht sulla riva del Tevere il più possibile vicino a via Cavour. L'assessore fece presente al Consiglio il desiderio di quel Maresciallo delle Fiamme Gialle che andava ricompensato per la sua abnegazione e sprezzo del pericolo dimostrati in occasione del salvataggio di suo figlio. La proposta fu accettata ed Alberto. Una mattina di domenica potè posteggiare la yacht 'Flora' come suo desiderio. Nel frattempo Bull e Cleo avevano traslocato sullo yacht ognuno con la propria cuccia sulla tolda e, in caso di cattivo tempo, all'interno della barca su un cestino. Dario si occupava sempre di loro con paga aumentata. Purtroppo per Cleo era accaduta una cosa poco piacevole: la prima volta che era andata in calore una moltitudine di gatti maschi si era presentati dinanzi alla porta d'ingresso dell'abitazione di Silvana facendo una cagnara incredibile. Soluzione drastica: castrazione! Alberto l'aveva saputo in ritardo e quindi non aveva potuto far nulla per evitarla, d'altronde Cleo non dimostrava di risentirne. Un giorno ad Alberto venne in mente di contattare la madre del figlio 'salvato dalle acque' Nome dell'assesore: Guglielmo A. residente in via ...tramite internet lo stato di famiglia: consorte Eloisa V. anni trenta. "Signora Eloisa mi riferisco a quell'episodio in cui ho salvato suo figlio, sono Alberto M." "Si figuri se posso dimenticare quel fatto, tutte le sere prima di andare a letto dico una preghiera per lei." Questo non ci voleva, le religiose sono le più difficili da... trattare. Alberto stava per rinunziare al suo progetto erotico quando la signora gli venne incontro:Se vuole può venire a prendermi, devo andare in Comune per parlare con mio marito, se lei..." "Tra quindici minuti sono sotto casa sua, ho una Jaguar (la Cinquecento lo faceva troppo morto di fame!) La dama era vestita da signora seria, tailleur lungo, camicetta incollata nel senso che era chiusa sino al collo, mostrava un viso sorridente, un bel faccino e capelli neri lunghi raccolti a crocchia. "Mai stata su una Jaguar, mio marito è iscritto ad un circolo cattolico e, secondo lui, non possiamo dimostrare troppa disponibilità finanziaria anche se la mia famiglia...Ad Alberto interessava poco dele faccende personali della famiglia A., accompagnò al Comune Eloisa che si sbrigò in fretta. Passando per via Merulana la signora indicò la chiesa di S.Maria Maggiore come la sua preferita. A questo punto Alberto, perso per perso,: "Eloisa, da giovane sono stato in un collegio cattolico, mi hanno cacciato perchè ho contestato in principi religiosi, sono ateo ed è un pò come dire..." "Inaspettatamente Eloisa: "Sono un pò zozzone, questa non se l'aspettava ma io non sono quella santarellina come mio marito vuol farmi apparire, purtroppo..."Una buona notizia, Alberto fermò l'auto, si tolse la giacca, prese in mano il viso di Eloisa ed un lungo bacio cementò l'inizio della loro amicizia. "Ho sempre sostenuto che sotto le gonne delle santerelline..." "Ti prego niente volgarità, sono costretta a vivere in un certo ambiente ed in un certo modo ma quando, anche se raramente, incontro un Alberto...Oggi mio figlio esce dal collegio alle diciassette, facciamo un salto ad Ostia conosco un ristoratore che ha un pesce meraviglioso!" Alberto prese a ridere. "Si ma non in quel senso, sei un maialone!" "Di solito i maialoni finiscono in salami." Domattina prenderò un taxi, scaricherò mio figlio da mia madre ed andremo dove vuoi tu, mio marito è fuori sede." Quando arrivarono sotto lo yacth, Alberto aprìlo sportello dell'auto e: "Madame benvenuta a bordo, questa è Flora la mia amante!" "Sei una fonte di sorprese, oddio il cane!" "Bono Bull" Il cane conosceva il significato di quelle parole e si accoccolò a terra."Accarezzalo, capirà che sei nostra ospite." Bull si avvicinò ad Eloisa scodinzolando, aveva capito che quella era un'amica particolare del padrone.Anche Cleo fu presentata ma la signorina, oltre ad aprire gli occhi un paio di volte, si disinteressò ai due. "Dì la verità, la gatta è gelosa sennò che gatta sarebbe!" Eloisa fece sfoggio di un buon repertorio erotico, sicuramente non era la prima volta che cornificava il cattolico assessore che in campo del sesso doveva essere di una scarsezza, ma di una scarsezza...Non sempre Eloisa era disponibile e quindi Alberto accettò l'invito di Pier Luigi M. un collega, per andare ad una festa. "Alberto attenzione che questi sono snob, nessuna battuta, massima eleganza e riservatezza, navigano nel lusso, sono diventato loro amico..." "Ho capito durante una verifica fiscale." Una villa sull'Appia Antica, tre piani, piscina, grande giardino, alberi secolari. "Alberto M." "Sono Augusto F. e questa è la mia signora Eloisa U." Alberto non riuscì a trattenere una sonora risata, perplessi i tre si gaurdarono in viso pensando che il loro interlocutore fosse fuori testa. Alberto si inchinò e: "Chiedo umilmente scusa, non sono riuscito a trattenermi, in due giorni mi sono state presentate tre (ne aveva aggiunta una) Eloisa, di nuovo profonde scuse!" La signora prendendo sottobraccio Alberto: "Voglio delle scuse personali, voglio sentire de visu perchè il mio nome lo fa ridere." "Di solito so trattenermi, non faccio gaffes, lei si è dimostrata di spirito e la ringrazio, ero proprio in crisi." "Per così poco, mio marito ha la sua vita ed io la mia, piuttosto il suo collega?" "Non si preoccupi del mio collega, lui mangia in famiglia." "Adesso ci comprendiamo meglio, sua moglie..." "Non sono sposato,preferisco le altrui consorti!" "Hai capito il bel maresciallo delle Fiamme Gialle, un porcellone!" "Torniamo indietro voglio farti visitare la mia magione" e passando vicino ad Augusto ed a Pier Luigi: "Faccio vedere la casa al nostro simpatico ospite." Cena all'aperto, era luglio, camerieri che andavano e venivano con tante portate di carne, cacciagione compresa, pane nero proveniente da Tricarico in quel di Matera patria di Augusto, un vino rosso eccellente di cui il padrone di casa non volle svelarne il nome. Alla fine della cena passeggiata nel parco, Alberto fu preso sottobraccio da Eloisa, sigarette Lucky Strik offerte da Auguto. Alberto si era portato una vecchia pipa dato che Pier Luigi gli aveva 'spiato' che da Augusto erano ospiti persone snob. Pipa caricata con tre tipi di tabacco molto profumati, apprezzati dalla dama. Infine accompagnamento dei padroni di casa sino al cancello. "Vedo che possiede una Jaguar x type, buon gusto, evidentemente lo Stato tratta bene i suoi dipendenti!" "Si sbaglia, questo è un lascito di una vecchia zia; mi farebbe piacere se veniste a trovarmi nel mio yacht che ho ormeggiato sulla sponda del Tevere, questo è il mio biglietto da visita con i numeri telefonici. Au revoir." Questa volta erano stati i signori F. a rimanere basiti. La settimana successiva, previo avviso telefonico, i cconiugi F. si presentarono un pomeriggio di domenica sulla banchina dinanzi allo yacht di Alberto unitamente alla figlia Maria Luce, ventenne, un pezzo di...Giunsero in Bentley evidentemente volevano far la figura dei signoroni tirando fuori l'argenteria di famiglia. Bull fu subito zittito da Alberto, Cleo aprì gli occhi rispondendo alle carezze della ragazza. "Signori, in sostituzione del solito pranzo in ristorante, ricordando il mio passato di finanziere che, a duemila metri di altezza cucinava per venti colleghi, ho preparato pasta alla carbonara,coniglio in fricassea,salsiccia marchigiana con patate, una insalatona ed ananas, come vedete niente di speciale." "Mio marito nemmeno un uovo sodo!" Dopo pranzato un giro con la yacht verso nord. "Lei sa fare un pò di tutto, strano che non sia sposato." È proprio per questo che sono celibe, d'altronde..." Auusto:In giro ci sono tante signore allupate, vero Alberto?" Ignorato l'interrogativo: "Voglio tornare indietro il mare si sta facendo troppo grosso. Agli addii Alberto si sentì stringere forte la mano da parte di Maria Luce, la guardò in viso, l'espressione era quella di una furbacchiona.