Cafone
Oggi in trattoria c'era un signore molto distinto, di quelli che ormai non si vedono quasi più. Elegante, in abito gessato, capelli bianchi ben pettinati, viso abbronzato e rughe interessanti. Diciamo fra i settanta e gli ottanta. Al suo tavolo due donne e un altro signore. Mi sono perfino chiesta cosa ci facessero in un bar trattoria molto alla buona e senza pretese. Insomma pensate quello che volete, ma stridevano parecchio con l'ambiente. A un certo punto del pranzo, uno di quei pranzi domenicali da cui mi lascio sempre incautamente coinvolgere salvo poi non aspettare altro che l'ora di andarmene, a un certo punto Paolo ha cominciato a scalpitare perchè aveva voglia di fumare. Va bene, tanto lo so già, vai a fumare, fuori naturalmente. Bisogna dire che Paolo, quando sta seduto molto tempo, rimane piuttosto ingrippato, e quando si rimette in piedi, prima di camminare come si deve, la sua andatura è un po' claudicante, strana, insomma.....si fa notare. Mentre lo guardavo allontanarsi e mi apprestavo alla paziente attesa del suo ritorno e anche del cibo che non arrivava mai, cosa vedo? Vedo il distinto signore che non solo deride Paolo e il suo modo di camminare, ma lo scimmiotta, ridendo e facendo ridere i suoi amici. Davvero non credevo ai miei occhi. La leonessa che abita dentro di me ha ruggito rabbiosa. Il rispetto per me stessa, il rispetto per la signora della trattoria con cui sono in confidenza, e forse anche il fatto che non avevo bevuto abbastanza, mi hanno impedito di prendere per il collo il distinto signore e appiccicarlo alla parete. Invece l'ho solo guardato, e l'ho visto: una povera nullità in elegante gessato grigio.