Cementino
La luna lunatica si lamenta, prende a calci le stelle e sputa addosso agli innamorati che fanno
l'amore, nascosti dietro pilastri di cemento. Le hanno rotto un corno (le erano spuntate le corna?), e
il sangue pallido schizza sulle gambe brune e sul ventre liscio di una ragazza distesa su un sacco
di cemento. Il sangue scorre, bagna il sacco e feconda un bimbo.
La luna, ora, ride e mostra al mondo i suoi gialli denti cariati: è diventata madre.
Cementino succhia latte lunare e cresce; diventa sempre più alto, sempre più snello. Si sposa poi
con Era, figlia del Tempo, e cosparge la terra di pargoli che si nutrono di ferro per diventare più
forti. Divenuti grandicelli camminano velocissimi, invasi dalla voglia di conoscere il mondo, ma
le strade sono senza fondo e le loro gambe ancora troppo deboli. Allora si fermano e si sposano
con l'Ora, figlia del Giorno e nipote dell'Anno.
Procreano ma crollano presto. Per uno che crolla, però, mille ne nascono e nei posti più
impensati, più balordi e meno sicuri. Sembrano funghi e come tali ve ne sono di velenosi: l'uomo ‐ insetto si lascia facilmente abbagliare dal sicuro rifugio accogliente che gli è offerto, anche se poi
ne muore.
La luna piange silenziosa e carezza la sua progenie che alza le braccia verso il cielo
per contraccambiare, ma il vento crudele gliele strappa dal corpo poggiato su gambe senza piedi.
Una nube pietosa le asciuga le lacrime e la nasconde.