Certe giornate di settembre

Certe giornate di settembre, come quella di oggi, col sole ancora caldo nelle ore centrali della giornata, il cielo senza rondini, e mi chiedo perché: saranno già andate via? Certe giornate di settembre, come questa, in cui mi sveglio all'improvviso da un sonno pomeridiano non cercato ma arrivato inaspettato, e un po' smarrita, un po' confusa, mi aggiro per casa pensando: sarà il nuovo farmaco che mi riduce così? Certe giornate di settembre, come questa, in cui riemerge la coscienza e corro in camera a vedere come sta Paolo, se dorme oppure no, se è tranquillo, e mi sento in colpa, e mi chiedo: mi avrà cercata? Avrà avuto bisogno di me e io non l'ho sentito perché dormivo? Certe giornate di settembre, come questa, in cui mi accorgo che invece non è cambiato niente nell'ultima ora e mezza, nell'ora e mezza della mia assenza, tutto è ancora lì, fermo presente, ogni cosa al suo posto, ogni sentimento nella sua nicchia, il respiro della mia casa è profondo, lento, lento così come è il respiro che molto spesso contraddistingue la casa dei vecchi, lento e rassicurato dalla nostra presenza di vecchi così ricchi di tenerezza e di paura, paura che la stretta della mani non basti a non farci perdere. Un nodo in gola che non è facile da ingoiare mentre ti accarezzo Paolo e ti chiedo sorridente:
Cosa vuoi per merenda?