Che cosa rappresentava per lei?
Che cosa rappresentava per lei? Proprio non si sa, una persona o un demonio che puntava dritto il dito per far danni a suo piacimento? Usciva e quando rientrava era un altro. Escogitava piani. Nella sua testa gli frullavano cose apparendo sereno mai poi sentendosi dire di no, che non sarebbe stato accontentato per avere più soldi a disposizione il suo umore si incrinò, inventandosi qualcos'altro o cercando un alleato che potesse permettergli di realizzare quello che avesse in mente. Tantissime guerre creò, fingendosi di essere sempre una vittima raccontando come visse da bambino che una vita facile non ebbe. Trascrisse delle pagine. Ogni giorno le riempiva prese nota di quello che sentiva e vedeva un'idea che servì per sopportare dando luogo ad una speranza ad una via d'uscita finendo tutto quel gran casino. Viveva sognando, con uno sguardo languido. Le porte si aprivano dentro passi più volte veloci, alquanto strani. Al chiuso si sentiva soffocare anche solo mezza giornata per sentirsi prigioniero. Non c'era un momento in cui non smettesse di pensare, la sua mente era continuamente al lavoro, progettare doveva dicendo bugie a non finire. Quanto rumore usciva dagli strumenti che costruì, portandoseli ovunque sperando che molti lo notassero dicendogli bravo per qualsiasi cosa facesse. Era anche una malattia, quella che lo rese veramente euforico. Un senso a tutto questo c'era, ma è possibile, che dipendesse solamente dal suo stato di salute e non dalla personalita? Se lo chiedeva spesso dicendo a se stessa tante volte che non poteva essere. Capì, ascoltandolo, che dava risposte giuste, tacendo quando doveva e sapeva quando era finito dalla padella alla brace, quindi si convinse che fingeva, con le nuvole che si abbassavano. La nuvolosità in aumento appariva con forti precipitazioni temporalesche. Rimase comunque nel vago, perchè nessuno le spiegò. Nessuno voleva affrontare questo argomento per quanto delicato fosse, trovandosi i malcapitati in balia del vento, senza cinture allacciate bene. Curarlo bisognava, qualcuno però non prese le giuste precauzioni, forse per la troppa debolezza che regnava in un cuore in tessuto di lana, dove si prosciugava, aumentando la sete