Che ( di quando ero giovane e scrivevo analogo )
Che oggi devo narrare, naturalmente per mia meritata e sofferta gloria, le vicende d'una sfida che si è disputata, non ricordo quanto fa, dipanando sul circuito cittadino che da Manali portava per terra, pianeti e mari, in cielo e vi ritornava percorrendo una rotatoria, asfaltata solamente dove stavano le deviazioni per lavori in corso, di certo scagliosa e sugosa nei tratti bagnati, ma anche molto caramellata e traditrice nel deserto.
Una competizione in bicicletta chiaramente e neanche tanto particolare dato che tandem, tricicli e ciclo computer, si mescolavano tranquillamente con carrozzine biposto e tettoia o bici da famiglia o da ciclo cross, a veri e propri missili ruotati ed astronavi a catena e.
Ed insomma, senza tanto stare a descrivere, diremo erano iscritte molte espressioni dell'ingegno umano con i raggi tutte. Tutte a gambe e tutte spinte da corpi, muscoli e cervelli allenati alla bisogna la.
La notte prima della partenza l'illuminazione era garantita nel campo da chiari di tutti i tipi.
Catarifrangenti cinesi si mimetizzavano fra i fanali, qualche matto montava luci strobo ed un americano perfino una lampada a tamburo bensì.
Bensì l'agitazione per l'attesa ed il fitto brusio causato dal denso vociare sotto voce ( per non svelare la tattica ) degli allenatori, si trasformarono presto in sonori plausi allorché la talpa della Patagonia, che aveva ideato tutto ciò, scese nel buco per, con voce milonga, ricordare tutti i regolamenti.
Che in effetti erano due o tre e sostanzialmente tutti discordi fra loro.
Che di fatto comunque chi avesse, a forza di girare il circuito, consumato i copertoni forniti dalla giuria esplodendo le relative camere d'aria.
Chi usurava il cerchio della ruota davanti del mezzo a disposizione di due millimetri esatti rispetto allo spessore originale e. E chi infine tagliava il traguardo per primo al sedicesimo posto, avrebbe, beato lui, sicuramente vinto e o.
Oh dimenticavo.
La disputa era aperta a generi vari e disparati; neri, gialli, verdi, rossi, bianchi e misti e non solo.
Che concorrevano invero pure vari animali e così
un orso con mono ciclo si dimostrava funambolico, un cane guidava il tandem del suo padrone e lo yeti aveva portato la sua creatura velocipite di ghiaccio, la bobbici, che per fatalità però nel deserto si sciolse, al che dovette gareggiare con un attrezzo, tipo monopattino con tantissime ruote, prestato dalla scolopendra e.
E la partenza comunque fu data mentre l'aurora spegneva le lucciole e secondo tradizione con la classica bandiera a farfalle e. E di per cui i pedali cominciarono il loro ritmico una volta in alto, una volta in basso, ch'era una meraviglia e q.
E quanto a me invece all'inizio seguivo la cosa per caso; a bordo d'un risciò trainato a piedi nudi dal fratello del cugino malese, acquisito dal solito mio caro zio greco, che normalmente svolgeva questa attività a Mosca e mi dilettavo con i panorami, con le fumose fragranze locali e come vedremo sostenendo gli atleti che.
Che molte ore dopo l'avvio, forse trecento quattro, si viaggiava ancora più o meno compatti, anche se le difficoltà cominciarono presto ad essere davvero impressionanti o. Oltreché enormi.
A volte si stava in altura, dopo scendevamo il mare, ancora su per la roccia viva e via di cirro e.
E non si stava male sospesi nell'aria, tuttavia che pena con la sabbia in bocca o il sale secco sulle caviglie e a.
A dire la verità e perciò, in parecchi, una volta vista la mala parata, tentarono, a tradimento, di consumare i battistrada con partenze fumanti o derapate pazzesche se. Se non che alla fine e con buon senso direi, fra concorrenti concordammo, nonostante avessimo dimenticato gli sci, che d'una classica di fondo si trattava e. E che quindi solo per auto consumo liscio doveva esaurirsi la disputa e.
E non narrerò pertanto, porca la cappa, dei destrorsi sorpassi cui ho assistito giù per i burroni o delle apnee settimanali.
Non racconterò dei sette metri di neve emersi in due minuti a slavine snelle, né del sudore che nello sforzo gocciolava rendendo scivolose le pietraie e. E non è importante neppure chi fu il primo a chiedere il doping free o che tipo d'olio metteva il cane sul cambio perché. Perché, in verità, si stava spesso indaffarati a soccorrere qualcuno t.
Tanto che personalmente una sera fui costretto ad eseguire un, soddisfacente e meticoloso, massaggio toracico bimano frontale a due vichinghe, in loco esagerate, che avevano perso il fiato, previo essere rimaste senza i freni della loro carrozzella, quattro per due a testa, lungo una discesa, neanche tanto diritta, di dodici chilometri e dopo aver per questo urlato pista a squarciagola e lungamente a.
Anzi quasi certamente finché non riuscirono, appunto, a perdere il fiato e.
Ed a causa di codesto stato di latente sobbalzo di situazioni o. Ovviamente nel luogo di pausa e rifornimento, azzarderei meritatamente, le calorie si sprecavano, allorché gli alluci, finalmente liberati dagli allucinanti scarpini, bollivano fieri l'aria.
Frugali pasti sostanziosi almeno quanto Cesare Pavese riscaldavano appoggiati ai raggi delle roventi ruote e pure le bevande ricostituenti erano molto necessarie anche.
Anche se quello che volevano veramente tutti era il miracoloso unguento, per sopra sella infiammati in babbuino style, che un furbo ramarro vendeva parsimoniosamente ma.
Ma i delegati intanto prendevano, serissimi, dalle bici strane misurazioni con dei sofisticati legnetti intagliati alla bisogna e seguivano.
Seguivano curiosi pure l'evolversi delle rigogliose vesciche spuntate con la distanza e qua e là, oltre che un po' dappertutto, sulle piante del mio autista e.
Ed a questo punto comunque è.
È da affermare certamente che malgrado le disumane condizioni ambientali e gli assurdi sforzi che servivano, io stavo in campana ed attento ed adesso sì partecipando con vera passione agli avvenimenti che.
Che sempre difficoltà vero: tuttavia nessun crollo.
Che non vi furono infatti ritiri, ciononostante qualche defezione fu inevitabile.
L'orso inglobò il sellino, un lappone preferì Shiva ed il fachiro si stese, bellamente maciullato, sopra i rottami del suo mezzo precedentemente scontratosi, frontalmente, con un fiorino della rappresentanza olandese e u.
Uhm, che dire ancora?
Be'!
Ovvio.
Che si andò avanti quasi similmente o peggio, per non so quante clessidre da un quintale di sabbia e che un giorno.
Un giorno magicamente l'usura pneumatica incominciò finalmente a sopraggiungere e dunque alcune scoppiature echeggiarono libere per le valli.
Che la carovana dei girini nel mentre s'era trasformata, al vedersi, in una specie di agglomerato, casualmente ammassato, deambulante dentro una nebbiolina rosastra ed accompagnato da una musica, quasi industriale, composta da sferragliare di trasmissioni o sfregamento di parti meccaniche e quindi, cioè credo a causa di tutto questo,
fummo in conclusione e di pomeriggio, dalla giuria informati di come lungo il percorso avremmo ora potuto incontrare il traguardo, che la talpa aveva precedentemente sotterrato ed adesso opportunamente stanato e.
Ed urca che colpo di scena.
La disputa divenne a questo punto notevolmente tattica.
I calcoli mano fasciati su consumi, posizioni o frenate troppo o troppo poco, brusche cominciarono perfino a sprecarsi.
A celebrarsi.
E.
Ed io sincero non ero molto coinvolto da ciò, al che ebbi modo di distrarmi e voltandomi indietro di vedere due preoccupanti e strane, tracce parallele che mi seguivano rosse rosse ed anche di sentire, penso le assi del mezzo, che lamentavano quasi umane.
Aai! aah!
Aai!aah!
Aiaaaah!
A. A dire il giusto fatti non trascurabili costoro pensai, bensì sfortunatamente, che veramente stavo per preoccuparmi, fui distratto di brutto in quanto, esattamente nel frangente, lo yeti finì di contare le ruote del suo mezzo e poté indi, libero da impegni, bestialmente attaccare e.
E sembrava che una valanga lo spingesse e pari la staffa di locomotiva lanciatissima mulinava la sua gamba destra e.
Ed in pratica successe che nessuno lo vide scomparire sotto un paio di ghiacciai, di modo che nemmeno il Ceco si stupì vedendolo rientrare, dopo una dozzina di temporali, di prima sera e spontaneamente, nel mucchio e f.
Falso allarme con leggerezza realizzai, però in realta aveva generato un bel casino col suo gesto la bestiaccia e quel ch'è peggio aveva deconcentrato il gruppo, oramai dalla competizione distrutto e reso ignaro di quanto fosse inutile nella vita tagliare un traguardo senza accorgersene e.
Ed in effetti manco io quasi mi resi conto che, subito dopo l'abitante delle nevi alte, con il naso stavo allungando il meritato filo e p.
Porca che sudata! E.
E non era finita. Che, previo qualche svenimento collettivo, la giuria fu molto severa nel far ripetere a tutti, al rallentatore e tre volte, l'esatta dinamica dell'arrivo ed in seguito verso sera vociante si riunì nel sertão per.
Per deliberare l'ordine finale ufficiale c.
Cosicché, nonostante si fosse classificato quindicesimo nel plotone ma essendo molto in regola con l'usura, fu dichiarato vincitore lo yeti con questa motivazione:
per essere arrivato una volta primo ed una volta quindicesimo e.
Pazzesco!
Hai capito il carogna?
E lo stesso, nel bel mezzo dello stupore generale, lui stava già sul gradino alto del podio che godeva della sua forza e furbizia ed in attesa della fragranza dei buoni fiori, con la mitica coppa, se non che un asino, rimasto selvatico apposta in Sardegna e dunque dotato di semplice semplicità di conto, cinguettando obiettò «se è.
Se è arrivato 1 volta 1 ed 1 volta 15 a casa mia fa diciotto» e.
Ed oilà!
Un altro vero e proprio, colpo di scena.
Che fu sospesa immediatamente la premiazione ed i giurati si ri riunirono in un luogo stavolta segreto e.
Ed io sul tardi stranamente fui convocato in nazionale da un merlo indigeno e con il mio autista.
Che a me non mi guardarono assolutamente.
Che levarono invece i molti metri di garza resa necessaria per tentare di riparare i suoi piedi.
Che misurarono appresso la quantità di carne mancante ed il consumo in millimetri dell'osso e le confrontarono, codeste misure, ai centimetri cubi di gonfiore rilevato in gara.
Che risalirono insomma allo spessore originale della pelle e lo equipararono a quello del bluastro che ricopriva sul percorso la, maleodorante e rovente, acqua contenuta nelle scoppiettanti vesciche che il poverello aveva avuto ed attraverso altri calcoli molto probabilmente e per quel che ne so astruso ungarici: non prima d'aver annunciato la squalifica dello yeti e la sua esclusione dalla classifica per tonta scaltrezza, mi dichiararono, sì sì avete capito bene, mi dichiararono gentilmente il solo e l'unico vincitore assoluto di quella edizione motivando con un bel per.
Per essere arrivato scoppiato e consumato in regola ed una volta quindicesimo e basta u. Urrà. Urrà. Urrà p.
P.s.
Non ho le prove di tutto questo solamente perché lo delle nevi eterne, dopo i miei fiori, s'è mangiato pure le nostre medaglie unendole a mo' di panino e farcendole con la coppa opportunamente, come normale, affettata.