Che uomo fortunato
Ho narrato dell'uomo.
Ho narrato della donna.
Ho narrato dell'acqua.
Ho narrato del fuoco.
Ho narrato del cielo.
Ho narrato del sole e della luna.
Ho narrato delle stelle, dei buchi neri, degli animali, delle piante, dei sassi. Dei mari, dei fiumi, dei venti.
Ho narrato degli dei, di eroi ed uomini qualunque, di spiritualità e di politica e di anarchia.
Ho narrato della luce, del buio, dell'amore, dell'odio, della tradizione, dei proverbi, di filosofie e di re e di principesse.
Ho narrato di assenteismo, del vuoto, del pieno, del sesso, della libidine, dello svago, dell'impegno e del gioco e del baccalà e degli gnocchi e. E di chissà cos'altro ancora ed ancora ed ancora.
Ho narrato. Ho narrato. Ho narrato e. E sembra non ho fatto niente ed ho unicamente collezionato ex bianche pagine piene di lettere e vocali cui nessuno pare interessato e. Ed invece ho ottenuto tutto. Tutto. Tutto quello che mi serviva per stare bene e sereno e rilassato, che nel frattempo scrivevo dalla realtà, ogni volta, mi sono scostato e dimenticato. Che nel mentre elaboravo mentalmente anche il tempo moribondo ho ravvivato. Che intanto rileggevo i dolori e le tristi vicende del vivere ho narcotizzato. Che senza rendermene conto la vera libertà cerebrale ho così umanamente visitato ed assaggiato. Che. Che uomo fortunato. Che uomo fortunato. Che uomo fortunato.