Cibo e...
Oggi Raffaella mi ha portato il pane con le noci. Ho pensato a quanto il cibo sia legato ai ricordi, e quanto su questo fatto noi non abbiamo nessun potere. Io non potrò mai mangiare un pezzo di pane con le noci senza pensare alle serate a Bergamo con mio fratello Mario quando mettevamo il pane con le noci nel forno a riscaldare, per poi mangiarlo assieme. E come dimenticare, ogni volta che mangio il prosciutto crudo, mia madre quando, raramente, mi mandava a comperarne un etto: mi raccomando Lora, digli vicino all'osso. E quando glielo portavo se lo godeva proprio. Io ero una bambina e tutto ciò che provavo era fastidio perché mi mandava alla bottega. Chissà se anche lei mangiando il prosciutto crudo "vicino all'osso" ricordava qualcosa e qualcuno del suo passato. E poi, stasera, ho mangiato il pinzimonio e come mi insegnò Mario, il papà di Raffaella, a suo tempo, quando andavamo in giro per le Langhe e l'Astigiano in cerca di osterie, prima ho mangiato due uova sode col sale, così a morsi, per fare "la base" per il vino. Allora, parlo di cinquant'anni fa, le osterie erano proprio osterie, non come adesso che osteria è un modo molto ricercato di chiamare le trattorie un po' particolari. Erano proprio osterie con un bel bancone di legno di fronte all'entrata, e sopra il bancone c'era sempre un contenitore pieno di uova sode, e dall'altra parte, un vassoio di acciughe al verde. Noi ci sedevamo lì, a un tavolino e subito qualcuno ci portava una bottiglia di vino, possibilmente barbera vivace, e facevamo la base. E poi lì si mangiava, si beveva e spesso si cantava, se c'era qualche commensale che dava il via. Nella vita possiamo essere felici, ma come si è felici a diciotto anni, innamorati, illusi, come si è felici prima che gli idoli crollino con grande fracasso dai piedistalli lasciandoci devastati, prima che la verità ci prenda a schiaffi e la delusione ci invada, mai più si potrà essere così felici nella vita. Cibo e ricordi, cibo e nostalgia, cibo e tenerezza, cibo e tavola apparecchiata per otto, minestrone tiepido la sera nei piatti fondi, e tante gambe sotto le sedie che una bambina magra e discola cercava di "attraversare" silenziosamente sotto il tavolo, per scappare fuori a giocare. Chissà se "i grandi" se ne accorgevano e facevano finta di niente, o no. Adesso è troppo tardi per avere la risposta. <3