Cinquecentododici problemi
Entrai nel bar. Il primo bar che si era piazzato di fronte ai miei occhi. Manco a farlo apposta i miei occhi sono piazzati per via diritta. Se fossero destri o sinistri sarei entrato in un altro bar. Anatomia umana, comunque. Mi sedetti su uno dei cinque sgabelli vuoti. Il bar era vuoto. Balle di fieno rotolavano tra i tavoli di legno. Un vento leggero teneva la porta s
occhiusa. Il barista mi guardò senza parlare.
"One beer, please" dissi.
"Cosa?"
Il fuso orario americano mi aveva destabilizzato la mente.
"Una birra, per favore".
Il barista uscì dal bancone per andare non so dove. Forse a prendere la mia birra al discount.
Mentre pensavo alla vita, alle donne, ai colpi in canna, allo squalo e al denaro entrò nel bar una donna. Si sedette sullo sgabello alla mia sinistra. Bionda, seno in vista, gambe lunghe, occhi da cerbiatto. Che poi 'sti occhi da cerbiatto mi sembrano occhi normali. Anatomia umana, comunque.
Stavo per dirle qualcosa ma mi anticipò sul tempo.
"Occhiuzzi?" domandò.
"Che?"
"Non sei Occhiuzzi?"
"Chi?"
"Mi stai prendendo per il culo?"
"Non so chi o che cosa sia "Occhiuzzi"."
"Ah, forse mi sbaglio."
Il barista tornò con la mia birra e la mise sul bancone. Non aveva tolto il tappo. Presi il mazzo di chiavi che tenevo nella tasca desta della giacca e riuscì in tre tentativi a scardinare il muro che divideva la mia bocca dalla birra. Cominciai a bere quando dietro di me udii dei passi di donna. Inconfondibili passi di donna. Tac, tac, tac.
Si sedette sullo sgabello alla mia destra.
Ero certo che l'udito non mi avesse ingannato. Mora, seno in vista, gambe lunghe, tacco rosso a presenziare sul collo del piede, labbra di fuoco. Una sorta di drago con le tette. Bella storia! Due donne, due fighe, quattro tette, quattro gambe, quattro mani, due bocche. Cinquecentododici problemi.
Tracannai la mia birra fino all'ultima goccia. Con la coda dell'occhio vidi che il drago alla mia destra mi stava osservando.
"Montebiturzulo?" chiese.
"Chi?"
"Non sei Montebiturzulo?"
"Mi state prendendo per il culo entrambe? Badate che io ci metto poco a sfilarvi le mutandine e ad infilare nel vostro presunto vergine deretano una gamba del mio sgabello."
"Suvvia Montebiturzulo! Non incazzarti che altrimenti ti viene un colpo al cuore", disse la donna drago.
Le due donne scoppiarano in una grossa risata che a me parve alquanto ingiustificata oltre ad aver alimentato la mia incazzatura.
"Occhiuzzi non saresti capace di scoparci entrambe questa sera stessa", disse la bionda con gli occhi da cerbiatto.
"Non saresti proprio capace Montebiturzulo!", disse il drago... o la donna.
"BASTA!"
Mi alzai dallo sgabello cercando di uscire da quel posto. Intanto il barista era scomparso. Le due matte mi bloccarono dalle braccia. La mora sul braccio sinistro e la bionda sul braccio destro.
"Dove pensi di andare Occhiuzzi?"
"Dove pensi di andare Montebiturzulo?"
Non capii più nulla. All'improvviso le due donne cominciarono a toccarsi e a baciarsi e a toccarsi e baciarsi. Furore di lingua, mani sotto le vesti, respiri ansanti. Eppure continuavano a tenermi bloccato tra i loro corpi.
Stavo assistendo ad un'erotica prestazione sessuale di due matte e io ero il co‐protagonista. Quello sfigato.
Cercai comprensione tra i miei pensieri. Squali, vita, birra, denaro. Donne! Donne! La causa del mio malessere.
Le matte continuavano a palparsi vicendevolmente. Erano nude. Mi bloccavano.
Poi la bionda mollò la presa. Lo stesso fece la mora. Un enorme pene comparve in mezzo alle loro gambe. Non ce l'avevano prima! Ridevano allegramente. Feci due passi indietro e mi fermai con la schiena appoggiata al bancone. I due peni lanciavano raggi di luce colorata verso il mio stomaco che prese a sanguinare. La mia mano destra era piena di sangue. Anche i sgabelli ridevano allegramente.
Stavo diventando pazzo. Cinquecentododici problemi.