Cla sic!
Cominciamo? Ok! Allora. Allora overture. Overture e preludio soffice, soffice e. E subito minuetto. Minuetto ed adagio. Ed adagio e minuetto. E minuetto ed adagio. Benissimo, è il momento del rondò. Non troppo a lungo comunque e di nuovo andante. Ed allegro a seguire. In do maggiore clarinetto! In re minore violino! In si bemolle lei, signor fagotto! E nel mentre m'irrompano nell'aria, di serenata, il gigue e la passacaille. Mi raccomando è importante la passacaille. Sì sì così, en movement e. Ed ecco nel mezzo del vivace in codesto preciso istante mi s'inseriscano un presto, un largo ed un grave e. Ed ora però di nuovo minuetto. Piano piano, adesso ancora adagio. Wow direi. Direi proseguiamo di toccata. Magari preparandoci alla fuga, ovviamente. Un notturno? Un arabesque? Una riverie? E perché no? In fondo. In fondo non stona mai un intermezzo. Cui subentrerà una bourrée in suite per esaltarne una precisa melodia, naturalmente. E lei dottor flauto non mi faccia il moderato. Con moto. Con moto perbacco. La marcia funebre è prevista più tardi dal programma. E che l'allegro diventi brillante di spirito, dunque. Ed il vivace maestoso. Dobbiamo introdurre la promenade in tarantella che conduce all'imponente conclusione. Ottimo ottimo il contrappunto monsieur pianoforte e. E via via tutti insieme, una fantasia, il minuetto, il rondò. L'incalzante serabande finale è in atto ed incalza. Incalza. Incalza e. E stop è. È trionfalmente finito il concerto e. Ed è stata una faticaccia dirigerlo. Una faticaccia che però serviva. Che adesso voglio proprio vedere chi ancora avrà l'ardire d'affermare non so scrivere racconti in forma classica. Voglio proprio vedere.